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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
il "cagnino" di Syros
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Vi voglio raccontare una bella storia, la storia di un giovane cagnolino salvato mentre stava annegando nel porticciolo di Syros (una splendida isola nel bel mezzo del mare Egeo nelle Cicladi in Grecia).
Foto dai nostri itinerari
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Foto scattata al mattino quando ci siamo accorti che aveva dormito tutta la notte nel pozzetto.
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Come sempre accadeva in quei giorni, a bordo del July si pranzava in veranda... Ovvero nel pozzetto all'ombra del bimini e ben protetti dal vento dietro la cappottina... E come facevamo sempre a fine pasto, Margherita mi ha chiesto di scendere per buttare la "spazza" negli appositi raccoglitori di cui è dotato il porto. Così, mentre mi incamminavo lungo il molo con il mio "sacchettino" in mano, con la coda dell'occhio ho notato del movimento nella banchina di fronte a me. Istintivamente, ho cercato di mettere a fuoco quel che si muoveva... Ma non era facile fra le tante barche ormeggiate che nascondevano alla mia vista buona parte del pontile oggetto della mia curiosità. Poi, finalmente, un'ombra grigia sfrecciante mi ha fatto pensare ad un gatto in corsa che scappasse da qualcosa... Placata quindi la mia curiosità e gettato il mio "paccotto" nel cassonetto, mi accingevo a ritornare in barca quando, tra i sibili del vento che soffiava forte quel giorno, ho sentito distintamente un guaito provenire proprio da quella direzione. Ho fatto appena in tempo a mettere a fuoco il musetto di un cane in acqua che è subito sparito tra le barche. Non ho perso tempo e mi sono messo a correre verso quel pontile. Mi rendevo conto che la situazione, per un cane che cade in un porto, può essere enormemente rischiosa: le pareti sono ovunque verticali e troppo alte per risalire ed il vento, che sollevava il polverino d'acqua, non rendeva agevole la respirazione. Mi sono subito accorto quanto fossi fuori forma: raggiungere la banchina opposta significava aggirare mezzo porto... Mi sembrava di non farcela. Quando alfine sono giunto al punto, del cane non c'era traccia. Ho proprio pensato al peggio: tant'è vero che scrutavo l'acqua limpida e trasparente nell'angoscia di vedere il corpo del cagnino fluttuare da qualche parte. Poi, improvvisamente, l'ho visto spuntare ad una decina di metri da me: annaspava terrorizzato. Che fare a questo punto? Ho fatto la cosa più sciocca. Istintivamente, a pancia in giù sul molo con le mani quasi in acqua, mi sono messo a chiamare il cane coi soliti gesti usati in questo caso. Incredibilmente, ho visto bene il cane, che mi guardava con occhi intelligenti, capire al volo la situazione e cominciare a nuotare vero di me. Era stanco e impaurito. Quando mi è arrivato quasi a tiro non ce la faceva più. Mi guardava... Mi fissava negli occhi... E guardandoci così l'ho visto andar sott'acqua. E' un'immagine straziante che porterò con me per tutta la vita: ci guardavamo negli negli occhi attraverso l'acqua trasparente. Poi, con un guizzo, sono riuscito a prenderlo per un orecchio... Quel tanto che è bastato per riportarlo a galla. Ho migliorato la presa con l'altra mano afferrandolo per la "collottola" ed infine, prendendolo con le mani per le due zampine l'ho sollevato per metà fuori dall'acqua. Mi fissava immobile, non guaiva e non reagiva... Mi ha dato tutto il tempo di rialzarmi da quella scomoda posizione tirandolo completamente fuori dall'acqua. Appena depositato sul pontile, resosi conto che ormai il pericolo era passato, fradicio ma in forma, ha cominciato a farmi le feste come solo i cani sanno fare. Mi saltava addosso ripetutamente e quando tendevo la mano per tenerlo lontano (mi stava bagnando tutto) mi dava i "bacini" e mi girava intorno da tutte le parti. L'ho portato verso la canna dell'acqua dolce per sciacquarlo. Mi seguiva docilmente come se fosse il mio cane da sempre. Quando poi siamo arrivati alla manichetta ed ho aperto l'acqua però, ha fatto un salto indietro. Sembrava proprio dire: " Noooo, acqua noooo, non ne voglio vedere per un pò ". Io sono però rimasto li, con l'acqua che fuoriusciva dalla canna, incitandolo semplicemente a venire. Capiva benissimo. Abbassava il musetto all'altezza del suolo e, dondolando la testa qua e là, sembrava proprio dirmi: "non chiedermi questo... farei di tutto per te... ma questo no". Invece, visto che non desistevo, si è fatto forza e, pur di non deludermi, è arrivato tra le mie mani. L'ho sciacquato molto bene frizionandolo ripetutamente: che bel manto grigio a pelo corto aveva. Poi, con lui che mi seguiva ad ogni passo, ci siamo recati alla barca di Guido (un caro amico), la più vicina a noi e, fattomi dare un panno asciutto, l'ho asciugato per benino. Era veramente incredibile il rapporto che si era creato tra noi. Il cagnino si comportava come se ne fossi il padrone da sempre. Mi seguiva ad ogni passo non perdendo mai occasione per mostrare tutta la fedeltà e l'amore che un cane può dare all'uomo.
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La mattina della nostra partenza dopo aver dormito nella "cuccia" che gli avevamo approntato sul molo.
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Purtroppo tutto finisce ed anche noi abbiamo dovuto riprendere il mare e lasciare il cagnino che tanto abbiamo coccolato. Ma abbiamo fatto in modo, con mille artifici, di abituarlo ad un rapporto con tutti coloro che volevano mostrargli affetto… Ed erano tanti.
P.S.
Dopo la nostra partenza da Syros, l'amico Guido ci è tornato per un problemino al motore che andava sistemato. Così abbiamo avuto aggiornamenti su Agapi (il nome dato al "cagnino" proprio da Guido: Agapi in greco significa amore). Così ci ha scritto che ha dovuto salvarla una seconda volta (si era terrorizzata per dei cavalli che sono entrati in porto) ed inoltre, un giovanotto col motorino l'ha travolta (... ma senza conseguenze).
Poco dopo però, riceviamo un'e-mail che riproduco per intero:
"E così vissero felici e contenti... Un finale stupendo per questa "cenerentola" di Syros. Quest'inverno se lo passerà in Toscana... In qualche fattoria lussuosamente ristrutturata con piscina, dogsitter e veterinario personale!
Mi invieranno le foto della sua crescita... Mi ringraziano tanto per le cure e per il bel nome che le ho dato... Ed io ringrazio te, protagonista fondamentale di questa bellissima favola!
Ciao ragazzi
Guido"
(foto di Guido) - Agapi dorme, finalmente in famiglia, sulla bella barca... che adesso è anche sua
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Dopo alcuni giorni, il secondo papà di Agapi ha mandato anche le foto dei primi giorni d’adozione (vedi foto sopra). Agapi sembra aver capito che il passato, incerto e rocambolesco, è ormai alle spalle. Talvolta però, nell'intimo della sua vita privata, si lascia andare senza remore ad un sonno un pochino anticonvenzionale ( vedi foto sotto )... Ciao Agapi... Buon Vento.
(foto di Guido) - Agapi dorme, nella sua barca, finalmente rilassata...
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