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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Amici a Creta
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Quest’anno abbiamo avuto " l’insperato onore " della visita, qui ad Ayos Nikolaos, di nostro figlio Marco (-click-). Ma il nostro stupore è destinato a rinnovarsi presto: Claudio e Giannina, due nostri carissimi amici, hanno finalmente capitolato. Dopo nostre lunghe insistenze, hanno rotto gli indugi: hanno deciso di venire a farci visita qui a Creta.
Foto dai nostri itinerari
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Claudio, quando ci si mette, ha notevoli capacità ed una buona dose di tenacia nel “frugare” tra le pieghe del web per trovare voli scontati. La cosa veramente difficile è quella di riuscire a portarlo oltre il “punto di non ritorno”: quando una decisione diventa operativa. Quando però questo succede, allora si scatena. In effetti, ci siamo divisi i compiti: io mi metto in caccia per trovargli una sistemazione in hotel adeguata e lui si da da fare per procurarsi i biglietti aerei. Devo dire che, a conti fatti, entrambi possiamo essere orgogliosi del nostro lavoro. Io ho trovato un alberghetto proprio sopra il marina dove ho prenotato a buon prezzo una stanza vista mare. Lui ha trovato due voli diretti (senza scali intermedi) da Milano a Ieraklion e ritorno al limite del prezzo (non gli è riuscito però, così come pretendeva, di farsi pagare dalla compagnia aerea).
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Aeroporto di Ieraklion (elaborazione a scopo illustrativo da una foto reperita sul web).
Così, nel giro di qualche giorno, arriva il momento di andare a prenderli all’aeroporto “Nikos Kazantzakis” di Ieraklion (vedi foto sopra). Visto che siamo riusciti a contenere i costi sia per la sistemazione alberghiera che per i viaggi in aereo, ci concediamo il lusso di prendere un auto in affitto, praticamente, per tutta la durata del loro soggiorno. Dico “praticamente”, perché non è esattamente così. In realtà abbiamo “sapientemente” programmato in quali giorni usare l'auto.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
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Il percorso da Ayos Nikolaos all'aeroporto di Ieraklion.
Visto che noi ormai “ci siamo sistemati” qui (ormai siamo cosiderati degli stanziali), ho avuto l’idea di andare a trattare il prezzo di un’automobile in affitto tenendo conto del fatto che ne posso aver bisogno ripetutamente. Così, oltre allo sconto, ottengo un trattamento di favore sia per la disponibilità (d’estate accade che le auto siano tutte affittate… ma non per noi) che per la qualità: solo auto nuove.
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La "limousine" con la quale sono stati accolti Claudio e Giannina al loro arrivo sull'isola.
Io e Claudio ci siamo “trovati” compagni di banco in prima liceo. Giannina e Margherita si sono aggiunte alla compagnia poco dopo. Ci si conosce da una vita… Siamo una “combriccola” che sta bene insieme in modo naturale… Senza sforzo. Così, ci ritroviamo a Creta, all’aeroporto di Ieraklion, sulla “Limousine” con la quale siamo venuti a prenderli e con una meravigliosa vacanza davanti a noi.
Loro hanno fatto un bel viaggio (non avevamo dubbi) e non sono stanchi. Tuttavia, per prima cosa, pensiamo alle sistemazioni. Andiamo direttamente ad Ayos Nikolaos: loro prendono possesso della camera, disfano i bagagli, si rinfrescano... Insomma, abbiamo diversi giorni davanti a noi, possiamo prendere le cose con calma. Dopo poco, sono pronti: "la vacanza ha inizio".
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Noi quattro insieme ed una promettente vacanza davanti a noi...
Decidiamo di fare la prima gita andando a passare una giornata nella spiaggia delle palme a Vai, nella costa est di Creta. Nella via per Vai, la visita al monastero “Monì Taploù” è una cosa scontata. Ormai siamo diventati dei “tour operators”. Tra le visite fatte in proprio, i “richiami” effettuati durante la visita di Marco (nostro figlio) e quanto faremo ancora adesso con Claudio e Giannina, le nostre conoscenze sono diventate di “livello professionale”.
Quindi, partiamo per la gita la mattina alle otto e mezza. La giornata è bellissima; ma qui a Creta le giornate si susseguono tutte una meglio dell'altra. Siamo in quest'isola da due mesi e mezzo e non abbiamo mai visto una nuvola. Dove siamo, ad Ayos Nikolaos, il Meltemi (il vento che soffia per tutta l'estate) arriva da terra, da dietro le case. Siamo protetti quel tanto che serve per far sì che questo vento non ci dia fastidio e siamo esposti di quel tanto che ci consente di mitigare il caldo: è fantastico.
Dopo la visita al monastero, le signore decidono di andare a curiosare sotto un pergolato davanti ad un locale attrezzato a bar/caffetteria. Ci sediamo a prendere qualcosa e, sempre le signore, non tardano a scoprire che fanno artigianalmente sia il miele che le marmellate per accompagnare lo yogurt greco. E' inevitabile; qualche acquisto ci scappa. Poi, messi "i trofei" in macchina, partiamo per la spiaggia.
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La foto "ricordo" della gita a Vai: un "selfy" con lo sfondo di capo Sidero, angolo est di Creta.
Avendo trattato altrove sia la visita al monastero Monì Taploù (click), sia la gita alla spiaggia delle palme a Vai (click), non ha senso dilungarsi. Non riporterò altre foto. Basterà il ricordo. La foto sopra ci vede davanti al promontorio di Capo Sidero (dietro la testa di Claudio), la punta più ad est dell'isola di Creta. Il vento, come accade tutti i giorni, soffia da ovest. I mari intorno a Creta sono sempre piuttosto mossi, ma in questa zona il mare rimane calmo perché il vento spira da terra, i nostri capelli comunque mostrano impietosamente quale sia la verità.
Nella via del rientro ad Ayos Nikolaos, ci siamo fermati per una passeggiata nel paesino di Tourloti che occupa una posizione privilegiata sulle pendici delle vere e proprie montagne che orlano la costa est del golfo di Mirabello. Tourloti offre uno dei punti panoramici più gettonati di tutta la costa ad est di Ayos Nikolaos.
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Passeggiata a Tourloti, nella strada che va da Sitìa ad Ayos Nikolaos.
Per nostra fortuna siamo ad Ayos Nikolaos (l’unico marina che esista a Creta): è un bel posto di villeggiatura pieno di turisti che vengono a passare qui le loro vacanze. Voglio dire che, tra una gita e l’altra, abbiamo comunque il piacere di goderci il posto dove ci troviamo. Le due spiagge più interessanti si trovano vicinissime alla barca, una a destra e l’altra a sinistra del marina. Non sono le uniche belle spiagge da queste parti, ma sono quelle meglio protette dal Meltemi. Diverse volte abbiamo fatto anche delle piccole gite, non impegnative, per andare a visitare località comunque abbastanza vicine a noi.
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La foto "ricordo" della gita a Ierapetra, nella costa a sud del Golfo di Mirabello a Creta.
Come quando siamo andati a fare una passeggiata a Ierapetra, una località nella costa sud di Creta proprio in corrispondenza con il Golfo di Mirabello (foto sopra). Siamo infatti nel punto in cui l’isola si fa più stretta. Qui infatti, la distanza fra la costa nord e la costa sud, in linea d’aria, non raggiunge gli undici chilometri, mentre, nel punto di massimo spessore, l’isola è larga circa cinquantacinque chilometri.
Un bel giorno, decidiamo tutti insieme che Claudio e Giannina se ne andranno da soli a visitare l'isola fortezza di Spinalonga (click), mentre noi ne approfitteremo per dare "una pulita" alla barca. Si tratta di una saggia decisione. Noi abbiamo visto la fortezza diverse volte e, inoltre, ci sono delle barche che partono da Ayos Nikolaos che offrono un servizio completo, comodo e poco costoso. Noi stessi, abbiamo preso una di queste barche per visitare l'isola.
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Una foto "ricordo" di me con Claudio durante la nostra gita al villaggio di Kritsa vicino ad Ayos Nikolaos.
Un’altra bella gita è stata la visita all’antico villaggio di Kritsa (foto sopra), molto vicino da raggiungere. Kritsa è un antico borgo dove ancora oggi si trova un po di artigianato locale e tanto fascino ovunque. E’ un paesino abbarbicato sulle pendici dei monti che si alzano subito a sud di Ayos Nikolaos. Il paese è attraversato da una viuzza, l’unica, che ha una fila di case che, dalla parte opposta, si affacciano nella vallata che porta al mare. Molti negozianti, ci invitano ad entrare per guardare la merce esposta facendo leva proprio sul proprio terrazzo panoramico.
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Visita alle rovine dell'antico insediamento di "Lato", vicino ad Ayos Nikolaos.
A testimonianza di quanto antico sia questo insediamento umano, notiamo che a poca distanza da Ktitsa esistono le rovine di un'antica citta-stato: quella di Lato. Nella foto sopra, ci godiamo un pò d'ombra dopo aver fatto la "salita" per raggiungere la sommità del sito archeologico. Non esistono certezze storiche (parliamo infatti della preistoria...) e neanche evidenze archeologiche in proposito, ma si pensa che Ayos Nikolaos fosse a quell'epoca il porto della città di Lato. Siamo andati sulla sommità delle rovine e, da li, la costa di cui parliamo si vede bene. Inoltre sappiamo che il "Lago di Venere", sin dalla più remota antichità è stato sempre, in una forma o nell'altra, un luogo mistico. Per quanto riguarda l'antico porto, esistono ancora oggi degli angoli di costa naturalmente protetti e un paio di spiagge che potevano ben servire per l'alaggio delle navi... Tutto sotto gli occhi delle vedette che dalla città potevano controllare quel tratto di mare.
Claudio e Giannina staranno con noi una quindicina di giorni: non è un tempo brevissimo. Eppure possiamo dire che non ci annoiamo mai. Nei momenti di relax, tra una gita e l’altra, ci sono le spiagge, le passeggiate, la possibilità di fare shopping e così via. Così, questa mattina, andiamo a "svegliare" i nostri amici per organizzare la giornata. Dopo colazione, le donne vanno in spiaggia e noi, io e Claudio, decidiamo di andare sulla barca. Appena saliti, ancora nel pozzetto, mi sporgo verso il "passavanti" e tocco inavvertitamente una molletta che tiene il top di un bikini di mia moglie che è li ad asciugare sulle draglie. Il perché non lo sapremo mai... Ma, fatto stà che la molletta salta in aria dividendosi in due pezzi e mezzo bikini finisce in acqua. La nostra "secolare" esperienza ci porta a tenere sempre a portata di mano sulla coperta del July un guadino da pesca proprio per queste evenienze. Ma il nostro si è rotto tre giorni fa e lo abbiamo buttato. Dobbiamo ricordarci di comprarne un altro. Ma adesso, mi tocca guardare impotente il prezioso oggetto sparire verso l'abisso. Sento già nelle orecchie le osservazioni in proposito che mia moglie vorrà fare quando scoprirà questo fatto. Soprattutto, riesco ad indovinare quante cose riuscirà a dire sull'argomento e quanto tempo dovrò attendere prima che le nostre discussioni passino ad un altro argomento.
E' sufficiente una sola occhiata, non servono parole, Claudio legge nei miei pensieri... Lo vedo. Riordiniamo le idee... Le donne sono in spiaggia ed abbiamo un pò di tempo, noi siamo dei "professionisti"... Dov'è il problema. Mi immergerò per riprendermi l'oggetto smarrito: Claudio mi farà da assistente.
Pinne e maschera sono sempre pronte in una sacca a portata di mano ed io, tolta la maglietta, sono già in costume da bagno. Scendo un momento in dinette, al quadro elettrico: accendo gli strumenti per guardare quanto fondo abbiamo. Sette metri e mezzo... Però!... Metto in atto una strategia che mi sono inventato a Ponza, tanti anni fa, per andarmi a recuperare una luce di via che un peschereccio "briccone" mi aveva divelto dal pulpito di prora. Prendo un'ancora di rispetto, la assicuro ad una cima adeguata e la calo tenendola sulla verticale del punto dove ho visto cadere l'oggetto. La faccio adagiare sul fondo e lego la cima alla battagliola tenendola semitesa. Là in fondo, si perde subito l'orientamento... Ma, in questo modo, saprò dove cercare (hehehe... Non siamo mica marinai improvvisati). Indossate maschera e pinne, con in viso un'espressione grave che ben si adatta alle circostanze, mi immergo. Una prima sorpresa si palesa quasi subito: l'acqua è relativamente torbida nei primi tre metri verso la superficie, poi si fa trasparente e vedo lontano per metri e metri. Non arrivo fino al fondo. Mi fermo un paio di metri sopra. Do una rapida occhiata in giro, ma del top di mia moglie non c'è traccia. Eppure vedo bene qua sotto: dove cavolo è finito? Riemergo. Ho preso la cosa sotto gamba e mi manca l'aria. Mi preparo a fare un'immersione più "convinta". Scendo e, a due metri dal fondo, faccio un giro di ispezione tenendomi ad un paio di metri dal punto di riferimento: l'ancora. Si vede benissimo qua sotto... Ma del top nessuna traccia. Le immersioni si succedono tutte uguali. Mi spingo un pò più il là... Un pò più in qua... Ma niente: l'oggetto è sparito. Fantastico persino sull'ipotesi di una corrente che lo abbia portato lontano, sotto i pontili, sotto una delle tante barche che affollano il porticciolo. Ma mi rendo conto che si tratta di fantasie. Non percepisco nessuna corrente: se ci fosse, me ne accorgerei.
Prendo aria per immergermi per l'ultima volta: devo arrendermi all'evidenza... Il top non c'è. Scendo e faccio un ampio giro intorno al punto di riferimento. L'acqua è limpida, si vede bene e rimanendo qualche metro sopra il fondo ho una visuale più ampia. Ma, alla fine, mi devo arrendere: decido di risalire ed interrompere ogni ricerca. Fisso l'ancora pensando a non so cosa... E' li sulla sabbia, nuova e immacolata come ci si aspetta per qualcosa che non si usa mai... E mi viene un'idea assurda. Non nutro speranze... Seguo un'ispirazione senza senso e, invece di risalire, mi spingo fino in fondo. Prendo l'ancora, la sollevo... E' pesante... Quando vedo, adagiato sotto di essa, il top del bikini che sto cercando da un bel pezzo. Lo prendo e risalgo. Rimango a lungo incredulo... Ma la missione è compiuta.
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L'albergo che ci ha fatto da base per qualche giorno nella parte ovest di Creta.
Dopo averne parlato diverse volte, arriva il momento di organizzare una spedizione per esplorare la zona ad ovest dell’isola. Creta è lunga 256 chilometri e non è la cosa più intelligente da fare quella di concedersi visite giornaliere da quelle parti facendo base ad Ayos Nikolaos. L'organizzazione ci vede tutti coinvolti; ognuno partecipa con le sue osservazioni e quando partiamo il piano è condiviso senza riserve. Puntiamo ad un alberghetto che Margherita ha trovato su internet e che promette "niente male" (vedi alcune foto qui sopra). Poi, una volta sul posto, andremo a visitare Gramvousa, Balos ed Elafonisi.
Di mattina, verso le otto e mezza, partiamo dal marina: faremo un viaggio fino a Stalos, un paesino ad ovest di Xania nella strada per Kissamos. L'orario è un compromesso. Non è l'alba, ma ci lascia tutta la giornata davanti a noi in modo da approfittare appieno delle ore di sole. Inoltre, sappiamo che Claudio e Giannina amano fare colazione nel loro terrazzino vista mare. Hanno tavolo e sedie all'aperto e tutto il golfo come scenario. Li capiamo benissimo.
Lungo la strada, ci fermiamo a Rethimno per visitare soprattutto la città vecchia: la parte veneziana. Facciamo un bel giro intorno al porto antico dove, lungo le banchine, si affacciano una schiera di locali sapientemente realizzati con uno stile che ben s'addice al posto. Poi, ci perdiamo tra i vicoli che ricordano l'Italia e che si snodano irregolari partendo proprio dai vecchi moli. Ancora una volta, non riportiamo altre fotografie per descrivere Rethimno: bastano quelle della nostra prima visita (click). Ci fermiamo anche a mangiare qualcosa. Ce la prendiamo comoda... Siamo in vacanza.
Alla fine arriviamo a Stalos, nella strada tra Xania e Kissamos, dove abbiamo prenotato l'hotel Kleopatra. Ci attendono... Non c'è fretta. Giunti sul posto però, perdiamo qualche minuto ad indovinare la stradina da imboccare per arrivare all'ingresso dell'albergo. Infatti, gli hotel si susseguono a migliaia lungo la strada principale e le indicazioni sono così tante che occorre un pò di calma. Appena arrivati, troviamo alla reception "la signora". La gestione è familiare e lei è la proprietaria. Ci accompagna personalmente a prendere visione dell'appartamentino che ci ha riservato: niente male, siamo veramente contenti di questa sistemazione. La cosa che ci piace più di ogni altra è lo spazioso terrazzo vista mare dove faremo le nostre colazioni e qualche cena. Ci scambiamo una rapida occhiata e il gioco è fatto: lo prendiamo. La "signora" ha colto immediatamente i nostri sguardi di apprezzamento: sa bene che il posto è carino e ci ha dato la stanza migliore. Così, quando chiediamo il prezzo, "spara alto". Mentre noi ci guardiamo con fare interrogativo, un pò indecisi, Margherita parte all'attacco. Ha guardato su internet i prezzi praticati e gli sconti promessi... Siamo in settembre: agosto è finito, l'albergo è mezzo vuoto e noi non faremmo fatica a trovare un altro alloggio in una zona che pullula di offerte. Ma "la signora" è del mestiere: resiste. Contrattacca dicendo che se vogliamo risparmiare ha uno "scantinato" libero che pensa vada bene per noi. Ma non conosce Margherita. Vogliamo quell'appartamento e basta. Il prezzo però deve essere ben diverso. Comunque, per farla breve, dopo un corpo a corpo tra le due signore, la proprietaria cede e noi scendiamo a prendere i bagagli in auto.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 2)
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In questa "carta" si vede il percorso stradale da Stalos a Elafonisi e la rotta per Gramvousa.
Ci prendiamo tutto il tempo per sistemare i bagagli e rinfrescarci dopo il viaggio. Poi partiamo per Kissamos dove domani mattina prenderemo il battello per andare a visitare Gramvousa e Balos. Andiamo soprattutto per prendere informazioni in modo da non aver sorprese: non vogliamo rischiare per qualche svista di perdere la giornata. In effetti, arrivati in porto, veniamo a sapere che basta presentarsi qualche minuto prima delle nove, prendere il biglietto ed imbarcarsi. Nessun problema in vista. Verrebbe da dire... Tanta prudenza per nulla. Ma non è vero. Qualche volta i problemi nascono in modo tanto assurdo da farci preferire l'estrema cautela. Adesso che abbiamo fatto il nostro dovere: il viaggio, l'hotel, le informazioni sul battello di domani... Scopriamo di non aver altro da fare... E sono le tre del pomeriggio. Nasce l'idea di approfittare della relativa vicinanza della bellissima spiaggia di Elafonisi per andare a farci una "capatina". Così risaliamo sull'auto e ripartiamo da Kissamos in direzione sud.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 3)
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Elafonisi vista dal satellite.
Per andare ad Elafonisi prendiamo una “strada avventura” che passa ad alta quota lungo la dorsale ovest che strapiomba in mare. E' quella mostrata sulla “cartina” (immagine satellitare 2) con il tracciato in rosso; quella blu la faremo al ritorno. Chiamarla “strada avventura” forse è un po’ troppo; in realtà non incontriamo reali problemi. Ma la sensazione che da un momento all’altro si sia costretti a ritornare indietro per impraticabilità del percorso ci assale più volte. Lo scenario è grandioso. Creta è un’isola dalla natura selvaggia, battuta da milioni d’anni dal mare e dal vento. Ovunque sono palesi i segni di questa realtà. Ma la costa ovest dell’isola, soprattutto vista da questa strada che si percorre in quota, offre uno scenario unico in questo senso.
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Margherita e Giannina passeggiano lungo la spiaggia dorata di Elafonisi.
Quando arriviamo alla spiaggia, il sole non è più tanto alto. E’ ancora decisamente giorno, ma la luce è quella di un sole che si abbassa sull’orizzonte. Ombre lunghe e, qua e là, chiazze dorate cominciano a manifestarsi riempiendo il panorama di un’atmosfera magica. I bagnanti si fanno radi e la sabbia appare del colore più bello. Bisogna sapere poi che qui a Elafonisi il colore dorato della sabbia non è un effetto ottico. Si tratta di un fenomeno che conosciamo già per averlo visto altre volte. Come per la ben nota spiaggia rosa di Budelli, in Sardegna, si tratta di particelle residue di organismi marini mischiate coi granelli. Infatti, alcuni cartelli distribuiti lungo l'arenile "minacciano di morte" il turista che sbadatamente dovesse riempirsi le tasche con "questa polvere magica". Per nostra fortuna, noi non abbiamo questa tentazione.
Quando, alla fine, decidiamo di rientrare non ci rimane molto tempo prima che venga il buio. Così, con il consenso di tutti, mi impegno a sfruttare al massimo la "potenza del motore" per riuscire a "passare" le montagne ed arrivare a Xania. Il ritorno non avviene per la stessa strada, ne facciamo una più interna e più diretta. Non è una strada che possiamo definire propriamente bella, ma assomiglia molto ad alcune strade di montagna che abbiamo sulle Alpi alle quali sono abituato sin da giovane. Devo dire che mi trovo subito a mio agio. Prendo immediatamente il giusto ritmo. Non andiamo veloci come si potrebbe... Ma teniamo una gran bella andatura. Il segreto sta nell'evitare di "scaricare" al suolo tutti i cavalli di cui dispongo troppo violentemente. E poi, ho persone a bordo e non devo esagerare. Riesco probabilmente a raggiungere un eccellente compromesso. Più volte penso che da un momento all'altro la Giannina mi chiederà di fermare l'auto per scendere... Ma non accade: "brava Giannina!" Così, quando fa buio, noi siamo già in pianura; la catena montuosa è alle spalle e, tra poco, entriamo a Xania. Il nostro obiettivo è di andare a mangiare pesce in un certo ristorantino sul porto...
Ieri sera abbiamo passato una serata speciale. Xania ha un fascino tutto suo. Il ristorantino che abbiamo scelto, proprio sul porto, ci ha riservato un bel tavolo in prima fila. Anche se abbiamo mangiato “tutto pesce”, il prezzo è stato molto ragionevole. Tra di noi… Siamo tutti italiani. Mi chiedo spesso perché in Italia per mangiare in riva al mare bisogna spendere una fortuna. Qui in Grecia, si paga quel che si mangia. Abbiamo mangiato in ristoranti sul porto, affacciati direttamente su una bella spiaggia, persino in tavoli posti sulla sabbia a due passi dall’acqua. I prezzi non cambiano. Certo, questi locali sono premiati perché attirano un maggior numero di clienti, ma i listini non vengono gonfiati. Comunque, una volta che abbiamo finito di cenare, ci siamo concessi una bella passeggiata... Non troppo lunga però. Siamo andati a letto ad un orario ragionevole per essere pronti e freschi questa mattina.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 4)
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Gramvousa e Balos... La famosa laguna vista dal satellite.
La immagine satellitare 4, qui sopra, mostra la famosa laguna compresa fra Balos e Gramvousa. In questa foto il nord si trova sulla destra. Per capire meglio la conformazione generale della costa, è meglio fare riferimento alla immagine satellitare 2.
Questo posto, che è molto famoso per il turismo, è anche altrettanto noto tra il "popolo delle barche". Ormai abbiamo ben capito quanto i mari intorno a Creta siano infidi e pericolosi. Questa laguna, insieme alla laguna dietro Spinalonga nel Golfo di Mirabello, costituisce un eccellente riparo sicuro con ogni tempo. Se si viene sorpresi da una burrasca durante la rotta di avvicinamento a Creta con provenienza dal Peloponneso, la cosa migliore è quella di venire ad ancorare qui dentro. A seconda della direzione del vento, i posti migliori sono davanti alla spiaggia di Balos (per le burrasche da sud) e davanti a Gramvousa a sud-est della fortezza (per maltempo dal primo e dal quarto quadrante). Per chi ha "occhi attenti", guardando la immagine satellitare 4, si vedono degli scogli che prolungano Gramvousa con un bassofondo verso sud, subito sotto la fortezza. Qui le onde frangono e perdono consistenza lasciando al sicuro le barche alla fonda. Lo stesso fenomeno, in caso di maltempo da sud, lo possiamo ritrovare sul prolungamento a mare del promontorio che protegge la spiaggia di Balos.
Oggi noi siamo qui da "terraioli" e tutto quel che conta è "roba da turisti". Il battello, che prendiamo senza problemi a porto Kasteli, salpa in orario e comincia a macinare miglia seguendo la costa fino al capo (Punta Vouxia). La giornata è bella ed il vento si alzerà come al solito, ma non ce ne preoccupiamo. Comandante ed equipaggio sono degli esperti, battono questa zona ogni giorno da anni e sono preparati per qualsiasi evenienza.
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Un battello come il nostro (elaborazione a scopo illustrativo da una foto reperita sul web).
Nella foto sopra, un battello identico al nostro passa davanti a punta Vouxa dietro la quale si vede l'isola di Gramvousa. Viaggiamo su uno scafo di grandi dimensioni, in acciaio e dotato di motori molto potenti. Insieme alla competenza dell'intero equipaggio ed alla perfetta conoscenza dei luoghi, il tutto compone un “cocktail” di successo garantito.
L'altoparlante del sistema di diffusione audio di bordo ci fornisce molte informazioni durante il nostro viaggio. Una cosa in particolare ci colpisce, tutta la penisola che culmina con punta Vouxa si è sollevata nel secolo XIX° di ben 13 m a causa di un fenomeno di bradisismo. Anche guardando la foto sopra, proprio su punta Vouxa, si vede benissimo la vecchia linea di costa. Nelle foto che seguono, che si riferiscono all'intera giornata, una in particolare mette in evidenza questo fenomeno.
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album fotografico - click - "Gramvousa e Balos" - istruzioni -
Arriviamo a Gramvousa navigando su di un'acqua limpida così trasparente che, su basso fondale, quando sbarchiamo, sotto il battello si vede bene la sua ombra: sembra di vederlo sospeso nel vuoto. Abbiamo fatto un giro largo per evitare una nave affondata a pochi metri dalla spiaggia. Chiedo in giro, ma nessuno sa niente o non vuole dire niente su come sia "finita" li. Mi sono interrogato spesso per capire se ci sia "qualcosa di torbido" nel mio interesse per ogni relitto che vedo. So bene che molte volte non c'è niente di avventuroso negli ultimi momenti di queste navi finite in costa. Mi viene in mente quella volta che, dopo aver immaginato chissà cosa, abbiamo saputo che dei contrabbandieri avevano portato la loro nave in secca di proposito e con mare calmo solo per tentare la fuga a piedi. Il fatto è che chiunque vada per mare sa bene che non esiste nessun mezzo in grado di dare una "garanzia totale" di inaffondabilità. Quindi, di fronte alle tracce di una disgrazia, ci si chiede con enorme curiosità cosa mai sia potuto accadere.
Comunque, una volta sbarcati, lasciamo la vecchia nave al suo destino e confabuliamo tra noi: ci sarebbe da andare su a vedere la fortezza. Che si fa? Io e Margherita decidiamo all'istante per la "sgroppata". Claudio e Giannina discutono tra loro. Salomonicamente si decide che noi ci possiamo pure incamminare, loro si prendono il tempo per ponderare la cosa. L'isola è disabitata, ci siamo solo noi turisti... Ma siamo veramente tanti. Affrontiamo la salita come se fossimo inseguiti e dall'alto ci rendiamo conto della fila di "formiche" che corrono in entrambe le direzioni lungo il sentiero. Una volta arrivati, entriamo dentro le mura attraverso l'unica porta. La fortezza è stata costruita nel punto più alto dell'isola a ridosso di una parete che cade in mare a strapiombo. Le mura quindi non formano un anello chiuso, piuttosto, formano una linea che comincia e finisce su una parete verticale naturale. Sono conservate piuttosto bene, ma, a parte una chiesetta e poco più, non c'è altro da vedere. La cosa bella è il panorama. Quel che si vede da quassù merita la faticaccia inevitabile per salire. Nella via del ritorno, ormai sul sentiero in discesa, incrociamo Claudio e Giannina che salgono. Un rapido saluto e via. Non vogliamo fargli interrompere il ritmo. Comunque abbiamo notato che, una volta presa la decisione, salgono in silenzio... Meglio risparmiare il fiato.
All'ora stabilita, ci siamo trovati tutti a bordo del battello che è salpato alla volta di Balos. Parliamo di una navigazione di qualche minuto. Quel tanto che basta per ritrovarci tutti in spiaggia a fare il bagno nel lato opposto della laguna. Anche qui siamo in tanti. Di gente se ne vede parecchia... Ma la spiaggia è enorme e riesce bene a reggere l'assalto. Penso a quanto sono contento di non essere qui in barca. Le imbarcazioni turistiche vanno e vengono lasciando la loro scia (...e le onde) proprio in quelle aree dove una barca deve dare fondo. La baia è grande ma la zona per l'ancoraggio è piuttosto ristretta. Saremmo stati a ballare tutto il giorno ed avremmo avuto qualche remora ad abbandonare la barca alla fonda... Con tutto quel via vai...
Sappiamo già da alcuni giorni che al marina ci sarà una grande festa all'aperto organizzata dalla direzione. Il direttore in persona (che ha fatto l'università in Italia e parla la lingua perfettamente) ci ha invitato insieme ai nostri amici Claudio e Giannina. Si farà un bel barbecue all'aperto. Gli uomini prepareranno il fuoco e cuoceranno la carne. Tutti i dipendenti sono invitati insieme alle loro famiglie. Le lavoratrici e le mogli dei lavoratori sono invitate a cucinare qualcosa di “speciale” e portarlo alla festa. Il vino arriverà in damigiane ed il “raki” (grappa di Creta) in bottiglioni. Una volta l'anno noi ospiti del marina e chi ci lavora abbiamo l'occasione di fraternizzare facendo festa insieme.
Così, lasciamo l'albergo decisamente contenti (ci siamo trovati benissimo) e puntiamo a Ieraklion. Qui ci dividiamo. Io e Margherita ce ne andiamo a far provviste al mercato settimanale mentre Claudio e Giannina visitano le rovine di Knosso. Poi, dopo aver accompagnato gli amici a vedere il Museo Archeologico, ci rimettiamo in macchina per andare ad Ayos Nikolaos. La grande festa sarà domani.
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La festa annuale che il marina organizza per gli ospiti e per i dipendenti.
Nota: “La foto sopra è stata presa verso le otto di sera. Era ancora presto per mangiare. Qualcuno doveva ancora arrivare. La gente prendeva posto. Io sono stato fotografato con gli occhi chiusi ed il bicchiere in mano: i maligni dicono che sembro già alla fine della festa, quando buona parte del vino e del “raki” è sparita. La verità è che è colpa del fotografo.
Ad ogni buon conto la festa è stata bellissima. Che dire?... Potremmo dire che abbiamo mangiato molto bene, che abbiamo scoperto che quel che si mangia nei ristoranti in Grecia non è quello che i greci mangiano nelle loro case (sicuramente meglio e più vario), potremmo parlare della compagnia, citare il fatto che a mezza serata il direttore e sua moglie si sono seduti accanto a noi... Potremmo dire che le danze sono state tra le migliori che abbiamo visto da queste parti... Si potrebbe continuare ancora. Ma la cosa più bella è stata quella di festeggiare in questo modo "inusuale" la chiusura delle vacanze dei nostri amici Claudio e Giannina. Neanche a programmarlo... L'indomani mattina hanno preso il volo per Milano".
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Il video sopra è stato "girato" da Claudio. Anche se la qualità non è altissima rimane un ricordo bellissimo.