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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Cadice

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Tutto secondo le nostre abitudini: appena svegli ci mettiamo in moto... Colazione e via a ritirare l'auto ferma al coperto in un garage non distante dall'albergo. Si va a Cadice, cittadina famosa per essere stata il porto di partenza della seconda spedizione di Colombo che, nel primo viaggio, aveva scoperto L'America.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                    (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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Percorso stradale da Siviglia a Cadice, sulle coste dell'Atlantico.

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La storia di Cadice è antichissima. Si parla del più antico insediamento europeo che abbia mantenuto continuità nei secoli. Si sa che Cadice fu fondata dai fenici nel 1100 A.C. Tuttavia, nulla vieta che esistessero degli abitanti anche ben prima dell'arrivo dei fenici. Infatti, se diamo un'occhiata dall'alto (foto satellitare 2) ci accorgiamo subito che questa cittadina sorge su di un'isola naturale collegata alla terraferma da una strada artificiale costruita su sedimenti e bassifondi. Quest'isola si erge a protezione di una laguna che pertanto rimane zona protetta dal mare. Una zona dove le attività marinare possono prosperare a ridosso di acque pericolose ma molto pescose: quelle dell'Atlantico.

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ilviaggiodeljulymail@gmail.com

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                (immagine satellitare 2)

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Vista satellitare di Cadice con il nostro percorso all'arrivo.

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Chi, come noi, ha passato molto tempo in tanti porticcioli un po' dappertutto, conosce bene un fatto diffuso ovunque: tutti i porti sono pieni di “barchini” spesso ammassati in ogni angolo possibile e tollerati, quando non addirittura gestiti, dalle autorità. Questo avviene perché molte persone amano uscire dal porto e rimanere nei pressi per pescare. È un'attività antica come il mondo. Questi barchini sono di tutti i tipi... C'è posto per tutti!... Ce ne sono di improponibili. Ma tutti hanno in comune il fatto che non sono imbarcazioni con le quali sia possibile affrontare il mare. Se ne stanno nei pressi del porto e, appena il tempo diventa minaccioso, corrono a rifugiarsi prima che le condizioni diventino pericolose. Facevano esattamente così, sin dalla preistoria, quelle popolazioni che avevano posto i loro insediamenti intorno ad “acque protette”. Naturalmente non erano in grado di costruire dei porti. Semplicemente si erano trovati un "posto" intorno ad un ridosso naturale che ne facesse brillantemente le veci. Cadice è appunto uno di questi... E se ne accorsero i Fenici quando arrivarono.

In sintesi possiamo dire che, dopo un periodo di probabili presenze umane di cui nulla sappiamo, i Fenici per primi occuparono stabilmente questo luogo creando un vero e proprio insediamento urbano: una città. Poi, l'inglobamento della penisola Iberica nell'impero romano non cambiò molto nella vita dei residenti che, già abituati ed attrezzati per il commercio marittimo con i fenici, non fecero che intensificare le loro attività sotto i romani. La Spagna, sotto l'impero, era una provincia importante che forniva a Roma molti generi di primaria necessità quali il grano, l'olio o il garum tanto apprezzato. I traffici si svolgevano soprattutto in direzione di Roma. La rotta per Cadice passava per le attuali Bocche di Bonifacio; poi le navi si allontanavano in direzione dello stretto di Gibilterra per poi virare e risalire la costa fino a Cadice. A differenza di come spesso si tende a credere oggi, le navi di allora venivano ritenute perfettamente all'altezza per questo tipo di navigazione ed il via vai era costante. Inoltre, i venti dominanti in questa rotta erano mediamente favorevoli, il viaggio comunque, anche quando risultava veloce, non durava mai meno di sei giorni.

Quando arrivarono gli arabi, i grandi traffici della Roma imperiale erano ormai solo un ricordo. Tuttavia, un porto è un porto ed il tran tran rimase lo stesso. Naturalmente erano diverse le rotte ed anche le merci. Cadice divenne lo scalo più importante dell'Andalusia ed oltre ai prodotti della terra, da qui partivano anche quelli creati dall'artigianato. Infine, l'era cristiana che ne seguì vide Cadice in prima fila tra gli scali per il Nuovo Mondo. Il Mediterraneo, fino ad allora centro di tutti i commerci, cedette il posto all'Atlantico che, in pochi decenni, divenne la via per il transito di incredibili ricchezze.

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Vista di Cadice (elaborazione di una foto disponibile sul web a scopo illustrativo).

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Arrivati a Cadice senza problemi, ci accorgiamo che oggi la ricerca di un parcheggio sarà un serio problema. È sabato e la gente non si muove... O almeno così sembra. Ci sono automobili dappertutto e facciamo diversi passaggi su e giù per le stesse vie. Alla fine, piuttosto scoraggiati, ci ficchiamo in un vicolo che porta verso la città vecchia... È senso unico e più ci addentriamo e più ci avviciniamo all'albergo, ma più diventa improbabile trovare da parcheggiare. Quando ormai stiamo pensando come fare per tornare indietro, un auto davanti a noi fa cenno ad andarsene... Attende educatamente che io passi prima di lasciare il suo posto. Un cenno e capisce al volo: lui esce io entro. Fatto! Siamo a due passi dall'hotel.

Così, fatto il check-in e fissata la camera che ci daranno nel pomeriggio, lasciamo i bagagli e partiamo alla scoperta della città. Prima tappa: il Museo di Cadice.

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L'ingresso del Museo Archeologico di Cadice.

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Il museo non è affatto distante. Due isolati e spuntiamo a Plaza De San Antonio (la prima foto dell'album qui sotto) ed altri due isolati e siamo già a Plaza De Mina, la nostra prima tappa (foto sopra).

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Album fotografico   - click -   "Museo di Cadice"     - istruzioni -

Non siamo in uno dei grandi musei d'Europa. Tuttavia siamo in presenza di alcuni reperti rari e di alcune opere d'arte di tutto rispetto. Per quanto riguarda i primi, basta citare una coppia di sarcofagi fenici in ottimo stato di conservazione. I reperti della civiltà fenicia in giro sono piuttosto scarsi e rimaniamo molto colpiti nel vedere sia il sarcofago della moglie che quello del marito di questa coppia di più di duemila e cinquecento anni fa. Per quanto riguarda le opere d'arte, uno per tutti, citiamo un dipinto di Rubens.

Finiamo la visita comunque prima del previsto e ci troviamo di nuovo all'aperto in una bellissima giornata di sole: dirigiamo adesso verso la cattedrale. Raggiunto il monastero di San Francisco, imbocchiamo l'omonima via e spuntiamo in una grande piazza chiamata Plaza de San Juan De Dios. Qui, in fondo, fa bella mostra di se il palazzo che oggi ospita la sede della pubblica amministrazione della città: l'Ayuntamiento (equivalente al nostro municipio). Da qui, solo un centinaio di metri ci separano dalla piazza dove la cattedrale di Cadice troneggia.

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Album fotografico   - click -   "Verso la cattedrale"     - istruzioni -

Dirigiamo dritti verso l'ingresso: pensiamo di salire anche sul campanile. Però, inaspettatamente, troviamo fila: una fila considerevole per salire sul campanile e poi, un'altra fila, separata, per visitare la chiesa. Ci siamo guardati in faccia ed abbiamo capito subito di avere la stessa idea in mente. Per quanto riguarda chiese e campanili in stile andaluso... Non possiamo certo dire di non aver visto abbastanza. Godremo meglio del nostro tempo andandocene in giro piuttosto che "intrupparci" qui: e così facciamo. Dirigiamo invece verso la vecchia cattedrale: “più antica, più autentica e, speriamo, senza file di turisti all'ingresso”.

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Album fotografico   - click -   "La vecchia cattedrale"     - istruzioni -

Arriviamo davanti alla vecchia cattedrale uscendo da un vicoletto e girando a destra verso il mare. Qui si apre una piazzetta ed una breve strada in salita, posta di lato, che porta al sagrato. Siamo piacevolmente sorpresi dall'incredibile semplicità della costruzione. Ovviamente, prima delle immense ricchezze che giunsero dalle Americhe dopo la sua scoperta, Cadice viveva nella sua autenticità originale tipica di quei tempi... E proprio questo aspetto ci affascina.

In realtà, ci rendiamo conto lentamente che siamo relativamente poco attratti dalle visite "ai luoghi turistici etichettati"; ci lasciamo andare più volentieri a passeggiare senza pensieri e vivere questa città per quel che é: una splendida località piena di storia in un posto incredibile situato alle porte dell'oceano Atlantico... E visto come tale soprattutto da chi proviene dal Mediterraneo.

Il fenomeno ce lo spieghiamo così: abbiamo passato circa una settimana "full immersion" nelle antiche città di Granada, Cordoba e Siviglia. Cadice non può rivaleggiare con nessuna di queste che sono, ciascuna, un concentrato incredibile di monumenti, di opere d'arte e di attrazioni storiche di ogni tipo. È logico che opere, diciamo, secondarie perdono di interesse ai nostri occhi. Invece, il luogo, l'oceano, la storia unica e singolare di Cadice... Quel che vediamo e quel che immaginiamo esercitano una grande attrazione che ci porta a vivere la città nei suoi vicoli, nei suoi quartieri...

Fino a portarci al grande mercato al coperto dove abbiamo deciso che andremo a pranzare.

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Album fotografico   - click -   "Verso il mercato"     - istruzioni -

Arriviamo al mercato dopo aver fatto un bel giro che ci ha portato, tra l'altro, a vedere l'anfiteatro romano, la torre Tavira, L'Hospital de Mujeres ed una miriade di piazze, piazzette, vicoli e vicoletti pieni di vita. Non spendo parole sull'anfiteatro, ormai solo un rudere sepolto tra le case, o sull' Hospital de Mujeres (oggi, sabato, è chiuso) e la torre Tavira sulla quale abbiamo deciso di non salire.

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Interni del mercato a Cadice: i banchi del pesce.

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Per prima cosa dirigiamo verso i banchi del pesce posti al coperto internamente a questa costruzione che ospita il mercato. Costruito nel 1837 in stile neoclassico, è il più antico della Spagna; presenta una fila di colonne ai lati del corpo centrale, all'interno del quale abbiamo trovato i banchi del pesce. Tutt'intorno, uno spazio aperto delimitato da un colonnato esterno che ne segna i confini. Qui, sotto le colonne, una fila di botteghe che vendono di tutto e, fra loro, un buon numero di punti di ristoro molto folcloristici che vanno dai venditori di tapas alle friggitorie di pesce, etc.

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Album fotografico   - click -   "Mercato a Cadice"     - istruzioni -

Appena dopopranzo, usciamo dal mercato molto soddisfatti: abbiamo mangiato benissimo ed in un posticino delizioso. La soddisfazione è doppia perché, quando ci siamo messi alla ricerca di dove mangiare, abbiamo fatto un giro panoramico per “nasare” dove ci sarebbe piaciuto sederci... Purtroppo ci siamo resi conto subito che posti a sedere non se ne trovavano (e code in piedi in attesa ovunque). Con un mix di consumata abilità e tanta fortuna, siamo riusciti a trovarci un posticino con posti a sedere in un vero tavolino, all'ombra e dove preparano le migliori “tortillas de camarones” di tutto il mercato. Adesso faremo due passi... Così... Per digerire. Ma porteremo dentro a lungo la nostra soddisfazione.

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Album fotografico   - click -   "Verso "la caleta""     - istruzioni -

Dirigiamo verso l'unica spiaggia di Cadice: “la caleta” (foto sotto). Secondo fonti incerte ma insistenti, in questo posto sbarcarono i fenici. Infatti, quando arriviamo ci rendiamo conto che siamo di fronte ad una spiaggia che degrada dolcemente verso il mare e che rimane piuttosto protetta da bassifondi che si prolungano verso il largo sia a destra che a sinistra così da creare una sorta di canale che dal mare porta alla spiaggia. Conoscendo le navi usate all'epoca e le abitudini “marinare” dei fenici, è molto credibile che abbiano deciso di tirare in secca qui le loro imbarcazioni per fare tappa in questo posto.

"la caleta" come ci appare oggi: in questa spiaggia, si dice, sbarcarono i fenici.

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Sentiamo nettamente il fascino esercitato dall'oceano che si stende “infinito” davanti ai nostri occhi. Pensiamo a quanti uomini hanno guardato da qui l'orizzonte credendo di vedere i “limiti” del mondo... Ed anche alla frenesia che seguì la scoperta delle Americhe che fece di Cadice il porto più trafficato per i viaggi transatlantici. Facciamo due passi su questo litorale prima di andare a vedere i due castelli che fanno la guardia a questo scalo: uno a destra ed uno a sinistra. Poi dirigiamo per primo verso il "Castillo de Santa Catalina", quello alla nostra destra. Si tratta di una sorta di terrapieno fortificato con base a stella (cinque punte) e mura e spalti a picco sull'oceano. Da terra manca la possibilità di una vista sgombra da ostacoli che lasci vedere pienamente lo sviluppo di questa forma difensiva molto famosa nei secoli intorno al XV.

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Album fotografico   - click -   "Castillo de Santa Catalina"     - istruzioni -

Questa fortificazione fu costruita per ordine di Filippo II, dopo il saccheggio anglo-olandese del 1596, per proteggere la “Caleta de Santa Catalina”, all'epoca uno degli scali più esposti e privi di protezione di questa costa. Si tratta di un'opera puramente difensiva ed esclusivamente ad uso militare. Questo implica che quel che c'è da vedere, sono soprattutto le mura. All'interno ci sono alloggiamenti, depositi ed una chiesetta... Il tutto rammodernato ed utilizzato ai giorni nostri per attività pubbliche di vario genere.

Visitiamo tutto... Ogni angolo... Come d'abitudine. Poi, usciamo per andare dall'altra parte de "la caleta" in modo da vedere anche la fortificazione a guardia dell'ingresso Sud della rada: el "Castillo de San Sebastián".

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Album fotografico   - click -   "Verso il "Castillo de San Sebastian""     - istruzioni -

Il “Castillo de San Sebastián” è stato eretto contemporaneamente al “Castillo de Santa Catalina" allo scopo di poter difendere Cadice dagli attacchi via mare. Pertanto, anche in questo caso abbiamo a che fare con delle possenti mura a picco sull'acqua che delimitano un terrapieno sul quale esistono costruzioni a scopo militare. Anche qui, quel che c'è da vedere sono le mura. Anzi, l'interno qui è rimasto zona militare. Infatti, a parte dei locali posti nei pressi dell'ingresso, le uniche costruzioni notevoli sono un posto di guardia rivolto sull'oceano ed il faro d'ausilio alla navigazione (l'unico realizzato su struttura metallica in Spagna).

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Album fotografico   - click -   "Castillo de San Sebastian"     - istruzioni -

Il periodo di massimo “splendore” di queste mura, coincide col periodo di massimo splendore di Cadice. Già al tempo della scoperta delle Americhe, lo stesso Cristoforo Colombo partì da Cadice in due dei suoi quattro viaggi: il secondo ed il quarto. Ciò sta a testimoniare, se non l'importanza di Cadice all'epoca, sicuramente la posizione geografica di favore e la presenza delle strutture adatte all'approntamento delle navi. Siviglia però rimaneva la città di riferimento di tutti i traffici: basta pensare all'Archivio delle Indie che abbiamo da poco visitato in quella città. Tuttavia, Cadice continuò da allora ad espandere incessantemente il suo ruolo fino a quando, nel 1627, venne proclamata per legge la “regola del tercio” che stabiliva che un terzo di tutti i traffici da e per le Americhe dovesse transitare dal porto di Cadice. Per i decenni successivi, la grande rivalità fra Cadice e Siviglia generò momenti di alterne fortune fino a quando, nel 1679, Cadice ricevette in via definitiva la concessione del “Real Privilegio”, secondo la regola del terzo, che gli era stato temporaneamente ritirato in precedenza.

Possiamo dire, in sintesi, che a partire dal 1680 Cadice era ormai il punto focale dei traffici atlantici, con buona pace di Siviglia che, di fatto, mantenne, da quel momento in poi, più che altro un ruolo amministrativo.

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"Castillo de San Sebastián". 

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Con il “Castillo de San Sebastián” si conclude, sostanzialmente, la nostra visita alla città di Cadice. La foto sopra, l'ultima di questa web-page, ci lascia l'immagine di potenza e benessere dei tempi d'oro. Adesso ce ne andremo in albergo a rinfrescarci prima di uscire per cena. Domani ci aspettano Jerez de la Frontera e Ronda... Ma per adesso siamo in totale relax.

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