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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Cordoba

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Lasciamo Granada verso le otto del mattino; né troppo presto, né troppo tardi. L'intenzione è di arrivare alla prossima tappa di Cordoba in tempo per sfruttare buona parte della giornata. Abbiamo controllato gli orari dei posti che vogliamo visitare... Non chiudono tutti nello stesso momento. Occorre fare attenzione e lasciare per ultimi i siti che chiudono più tardi. Comunque il viaggio si annuncia confortevole: le strade, qui in Spagna, sono piuttosto buone e la distanza non è molta (circa 160Km).

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                          (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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Mappa del percorso di circa 160 Km da Granada a Cordoba.

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Siamo ben riposati: l'albergo è stato accogliente e la permanenza piacevole. Viaggiamo con pochi bagagli: una piccola valigia su ruote a testa. Anche raggiungere la macchina parcheggiata in un vicolo a tre-quattro isolati dall'hotel è non è un problema.

Ci fermiamo anche a fare il pieno: da Torrevieja a Granada abbiamo consumato mezzo serbatoio... È meglio essere prudenti. I distributori ci sono, ma non tanti quanto ne abbiamo in Italia.

Giunti a Cordoba, cerchiamo dove parcheggiare l'auto. Ci piacerebbe trovare un posto dove la sosta sia consentita liberamente... Ma non è semplice. In centro hanno fatto terra bruciata ovunque: si vede che hanno bisogno di soldi.

Per fortuna sono stato previdente: prima di partire, con Google Maps, sono andato a cercare dove mettere l'auto. Ho utilizzato la funzione "street view" per cercarmi un posto simulando di girare per i quartieri. Facciamo comunque un giro di perlustrazione verso il centro... Tanto per non dover dire che "non ci abbiamo provato", poi dirigo direttamente verso un vialone dove il parcheggio lungo la strada è libero. Troviamo subito un posto e parcheggiamo. Poi ci incamminiamo a piedi verso l'albergo ( - click - ) che non è lontanissimo... Ma neanche vicino (una quindicina di minuti). Mentre camminiamo guardiamo dappertutto per vedere se avremmo potuto trovare parcheggio più in centro, ma ci accorgiamo che abbiamo sistemato l'auto nell'unico "buco" disponibile... Non ce ne sono altri (...che fortuna!).

Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                          (immagine satellitare 2)

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Mappa del centro di Cordoba dove abbiamo preso l'albergo.

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Il nostro hotel non potrebbe essere più centrale: siamo di fronte alla Mezquita, oggi Cattedrale di Cordoba. Certamente il “luogo” rappresentativo per eccellenza di questa città. Presentiamo qui sopra una foto satellitare della zona dove ci troviamo e dove si trovano anche la maggior parte dei luoghi da visitare. I punti di nostro interesse più significativi sono evidenziati con un “pallino” rosso. Al centro della foto, poco a sinistra, si vede la cattedrale. Subito sopra, è segnata la posizione del nostro albergo. In basso a sinistra, un pallino rosso "isolato" mostra l'Alkázar de los Reyes Cristianos. Proprio questo palazzo-fortezza sarà la nostra prima visita. Sappiamo che chiude ben prima della Mezquita che, peraltro, percorriamo per due lati appena usciti per strada: è enorme... Da fuori sembra una grande moschea... E, appena entrati, lo sembra anche dentro... Ma al suo interno, al centro, è stata costruita la cattedrale.

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L'Alkázar de los Reyes Cristianos a Cordoba: le mura esterne.

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Camminiamo molto in fretta... Non abbiamo tempo da perdere. Eppure, anche se concentrati per non sbagliare strada, non possiamo resistere al fascino di Cordoba. Mille cose ci attirano e ci incuriosiscono. Sarebbe quasi automatico distrarsi... Ma avremo tempo per tutto. Adesso dobbiamo puntare all'ingresso dell'Alkàzar che raggiungiamo comunque senza problemi (foto sopra).

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L'Alkázar de los Reyes Cristianos a Cordoba: l'ingresso.

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L'Alkázar de los Reyes Cristianos è una fortezza che fungeva anche da Palazzo Reale. La sua costruzione fu decretata da Alfonso XI nel 1328 e fu costruito sui resti di un precedente palazzo arabo. Da qui sappiamo che i re cattolici hanno gestito la campagna militare per la conquista di Granada. È qui che Cristoforo Colombo incontrò il re e la regina per chiedere i fondi per la sua spedizione. Finita la guerra, durante il regno di Ferdinando ed Isabella, questo palazzo fu ceduto alla chiesa che lo fece funzionare come sede dell'inquisizione. Nell'ottocento divenne persino un carcere e poi passò ai militari. Infine oggi è stato restaurato e viene gestito come un museo. 

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L'Alkázar de los Reyes Cristianos a Cordoba: i giardini.

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Effettivamente, ci si rende conto subito che, in questa fortezza-palazzo, la componente residenziale prevale sulla componente militare. Non siamo in presenza di massicce fortificazioni con tanto di torri e bastioni, anzi, al contrario, ci troviamo in un palazzo articolato con patii e cortili vagamente arabeggianti dove quel che maggiormente colpisce il visitatore sono gli splendidi giardini degni di una reggia (foto sopra).

Qui di seguito, un piccolo album delle foto che ci ricordano la visita all'Alkázar. Siamo saliti sulla torre per prendere alcune immagini che dessero un'idea di come si sviluppa il complesso. Grandi cortili sui quali si affacciano le varie stanze della residenza reale e, ovunque, molta acqua e molte piante.

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Album fotografico   - click -   "Alkázar a Cordoba"     - istruzioni -

Abbandonati gli spalti, dirigiamo verso le sale interne, una volta appartamenti reali, oggi occupate dal museo. Vi si espongono soprattutto dei mosaici di origine romana. Inoltre, quest'area, è ancora utilizzata per attività dell'Ayuntamiento (municipio). Qui sotto alcune foto mostrano antichi mosaici portati qui per proteggerli e metterli al riparo dalle intemperie.

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Album fotografico   - click -   "Museo dell'Alkázar a Cordoba"     - istruzioni -

Va detto che esiste un motivo ben preciso se ci siamo “fiondati”, appena arrivati, qui all'Alkázar: sappiamo dalle previsioni che domani pioverà. Dovrebbe essere l'unico giorno perturbato di tutto questo viaggio... Ma capita proprio qui a Cordoba dove ci sono i giardini del palazzo che stiamo visitando che sono tra le cose più belle da vedere. Allora abbiamo pensato di fare di tutto per arrivare in tempo oggi e poterli vedere con una bella giornata. Domani visiteremo il resto.

Ed è proprio cosi che facciamo: finito di visitare le sale del museo, dirigiamo verso il piano terra per accedere ai giardini reali.

Una bella fontana e tanta ombra all'ingresso dei giardini dell'Alkázar.

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L'accesso ai giardini avviene da un cortile attraversando una porta protetta da una spessa inferriata. Un'area quasi quadrata  (video sopra), con una fontana al centro, con molti alberi, consente di godere del fresco anche nelle giornate più torride. Certo, a noi viene spontanea una considerazione: non dobbiamo limitarci a guardare questi posti per quel che sono oggi, piuttosto dobbiamo immaginare come dovessero apparire all'epoca in cui la famiglia reale risiedeva qui all'Alkàzar... Dovevano essere impeccabili. Più avanti, un enorme specchio d'acqua, con un passaggio nel mezzo e con tanto di pesci di ragguardevoli dimensioni, contribuisce a creare l'atmosfera e, al contempo, fornisce acqua per l'irrigazione delle piante (foto sotto).

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L'Alkázar de los Reyes Cristianos a Cordoba: vasche per irrigare i giardini.

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Come sempre accade in questi casi, nessuna fotografia riesce a rendere come la vista in presenza. Tuttavia, come sempre, riporto alcune foto che potete vedere qui sotto. Sono foto mostrate in sequenza, la prima mostra l'ingresso dal cancello di ferro già citato e poi via via si passa oltre.

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Album fotografico   - click -   "Giardini dell'Alkazar a Cordoba"     - istruzioni -

Bene! Questa visita è ormai finita... O quasi. Sebbene fossero alte le aspettative, l'Alkázar è riuscito persino a sorprenderci. Inoltre dobbiamo proprio ammettere che i giardini sono stupendi e vanno visti col sole (...e noi abbiamo fatto in tempo). Qualche nuvola in cielo si comincia a vedere... Ma ormai non ci interessa. Domani pioverà, ma non oggi. Adesso ci incamminiamo senza fretta verso l'uscita... Andremo a vedere un altro capolavoro: la Mezquida.

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Le possenti mura col minareto della Mezquida

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Anche se ci muoviamo con calma, raggiungiamo la Mezquita in pochi minuti (foto sopra). Questa incredibile opera dell'uomo è stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Già da fuori, le sue grandi mura antiche impressionano per le dimensioni. Per quanto ci aspettassimo di vedere una moschea imponente, confesso che comunque ne siamo colpiti. Che comodità avere l'albergo a pochi metri da qui... Ci prendiamo infatti il tempo che serve per salire in camera, andare in bagno e prendere un caffé. Poi, tornati in strada, attraversiamo la porta di ingresso, proprio davanti a noi (foto sotto) e ci troviamo in un enorme cortile con una grande fontana al centro. Ci portiamo verso il vertice opposto di quest'area rettangolare dove si vede della gente all'ingresso della moschea vera e propria.

(Elaborazione di una foto presa da Street View al fine di mostrare la porta di ingresso da noi utilizzata).

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L'ingresso, davanti al nostro hotel, alla Metzquita di Cordoba.

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L'ingresso è di quelli “mozzafiato”... Si rimane senza parole davanti ad una selva di colonne che si perdono a vista d'occhio senza vederne la fine. Queste sono “raccordate” da due archi sovrapposti, di cui quello in basso ha solo un fine estetico, dove i conci (le pietre sagomate che li compongono) sono dipinti, uno si ed uno no, di rosso porpora (foto sotto).

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Appena entrati nella moschea, restiamo a bocca aperta davanti ad una foresta di colonne.

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Qui nella Metzquita assistiamo ad un fenomeno che forse è unico al mondo. Dopo aver cacciato gli arabi, i cristiani hanno ripreso il pieno controllo di questi territori; lo hanno fatto, tra l'altro, in un periodo che non esito a definire di “fervore religioso”. Così, come ci si apetta, hanno sùbito deciso di tramutare la moschea in chiesa. Anzi, data la posizione e l'importanza che la moschea precedentemente aveva, l'hanno trasformata nella Cattedrale di Cordoba. Fino a questo punto, direi... Tutto normale. La stranezza è che le dimensioni, nel senso dell'occupazione del suolo, non sono compatibili con una cattedrale, per quanto grande la si voglia fare. Allora, la soluzione che hanno trovato è stata quella di costruire una cattedrale all'interno della moschea (occupandone solo l'area necessaria nel bel mezzo della costruzione originaria).

Così, percorriamo tutta la distanza che ci separa dall'ingresso alla chiesa camminando in "una foresta di colonne" e, appena girato un angolo, restiamo attoniti. Se l'architetto voleva stupirci, c'è riuscito. Una vera cattedrale cristiana in piena regola si apre ai nostri occhi...

Tra una foresta di colonne, nel bel mezzo dell'enorme moschea, ecco la cattedrale.

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Certo, il video qui sopra è stato girato con uno smartphone e la qualità non è quella che vorremmo per questo sito, tuttavia dà un'idea di insieme che le foto non riescono a dare. La cosa stupefacente è che, girando per una moschea, improvvisamente, si gira intorno ad una colonna e ci si trova in una cattedrale gotica. Tutti sappiamo che l'architettura gotica punta a stupire per le incredibili altezze e per le linee che danno l'impressione che la volta sia ancora più alta di quanto già è nella realtà. Occorre immaginare quindi il visitatore che viene da un ambiente “arabeggiante”, con spazi laterali enormi e soffitti relativamente bassi.

Si capisce quanto questo contrasto aumenti considerevolmente quello stupore al quale abbiamo accennato.

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Album fotografico   - click -   "La Metzquita"     - istruzioni -

Proviamo a presentare questo fatto per mezzo di sequenze fotografiche. Nell'album qui sopra le foto sono presentate rispettando la loro originale sequenza temporale. Si vede come percorriamo un lato della Metzquita, passando davanti alla torre (il minareto) ed entrando dalla porta laterale vicinissima al nostro albergo. Vediamo le foto relative al cortile che attraversiamo in diagonale per raggiungere l'ingresso. Poi, sorprendentemente, dopo l'accesso alla moschea, troviamo che in ogni angolo sono state costruite cappelle cristiane... Ve ne sono un gran numero.

Visitiamo anche la "sacrestia", la mostra del tesoro della cattedrale e persino alcune "tombe di famiglia" realizzate a mo' di cappella dove l'altare è formato da un sarcofago. Si vedono bene i segni di una gestione degli spazi non sempre lucida ed omogenea: ovviamente le varie famiglie più o meno potenti, nei secoli, sono riuscite ad ottenere il permesso di occupare uno spazio "idoneo" per poter costruire la propria nicchia.

Poi, come abbiamo detto, girando intorno ad una colonna, entriamo nella cattedrale cristiana realizzata in stile gotico andaluso (o gotico spagnolo...) ed ulteriormente arricchita nel tempo fino a raggiungere lo sfarzo visibile ai giorni nostri.

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Album fotografico   - click -   "La cattedrale di Cordoba"     - istruzioni -

Che dire... Dopo aver visitato la Metzquita, sia la parte araba che quella cristiana, dirigiamo senza fretta verso l'uscita. Continuiamo a discutere tra noi commentando quello che abbiamo visto. Non è una discussione che si possa banalizzare e chiudere in poco tempo. Sono troppi gli elementi da considerare e, in fondo, proprio questo caratterizza l'unicità di questo complesso. Decidiamo quindi di tentare una sintesi: ci troviamo d'accordo nel dire che, comunque si voglia considerare e commentare questo o quel dettaglio, la Metzquita rappresenta in pieno l'anima di Cordoba... Una sintesi caotica ed affascinate di culture diverse.

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Album fotografico   - click -   "A passeggio per Cordoba"     - istruzioni -

È ancora giorno... Facciamo due passi in giro per le vie della città vecchia (dovremmo dire "antica") e diamo un'occhiata veloce al "ponte romano": andremo a visitarlo domani con la salita alla torre messa a guardia del "passaggio" diversi secoli or sono. Poi, ce ne andiamo in albergo per "rinfrescarci" e prepararci per la cena. Questa appena trascorsa è stata decisamente una giornata piena... Due passi ancora... Giusto per digerire ed andiamo a nanna. Passiamo ancora una volta sotto le mura della Metzquita (per forza... L'hotel è di fronte!) e non resistiamo alla voglia di cercare di catturare l'insieme delle belle sensazioni che il luogo ci ispira. In realtà, riusciamo a fare ben poco: solo un video del minareto illuminato nella notte.

Visto che non possiamo fare di più, vorrà dire che andrà bene anche questo.

La Metzquita di notte, sapientemente illuminata per creare un'atmosfera molto suggestiva.

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Le previsioni meteo ormai, ai giorni nostri, sono diventate piuttosto affidabili: non sbagliano facilmente. Le abbiamo appena guardate a cena sullo smartphone: domani pioverà... È proprio sicuro. Comunque siamo attrezzati. Abbiamo portato gli ombrelli ed inoltre abbiamo deciso che la mattina, quando si dovrebbe concentrare tutta la pioggia, andremo a visitare la sinagoga ed il “museo del toro”... Staremo al coperto. Poi si vedrà.

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stemma della città di Cordoba

A Cordoba resteremo due giorni: vogliamo “assaporarla” con calma. Il giorno dopo, appena svegli in hotel, ci sentiamo felici d'aver fatto la scelta giusta: fuori piove come previsto e noi abbiamo la soddisfazione d'aver visitato l'Alkázar con i suoi giardini, la Metzquita e gran parte della città antica in una bella giornata di sole. La cosa è stata programmata. Siamo partiti presto da Granada per essere qui tra le undici e mezzogiorno in modo da poter fare quello che abbiamo fatto. Adesso, come prima visita, abbiamo in programma d'andare a vedere l'antica sinagoga. È situata in uno stretto vicolo, nel bel mezzo del borgo medievale... Sarebbe un problema scovarla nella pioggia con il metodo classico della cartina. Ma, sin dall'inizio del viaggio, usiamo sistematicamente Google Maps sullo smartphone, sia in versione percorrenza "con auto", sia in versione “pedone”. Funziona benissimo. Una volta definito ed attivato il percorso, metto il telefono in tasca e mi lascio guidare solo dalla “voce”: non si bagna, ho le mani libere e non sbaglia un colpo.

La vecchia Sinagoga di Cordoba, si trova nel bel mezzo del borgo antico, in uno stretto vicolo.

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Per fortuna non piove tanto forte e gli ombrellini da borsa che abbiamo portato risultano sufficienti per non bagnarsi. Raggiunta la sinagoga con una certa facilità, entriamo senza indugio al suo interno. La visita è gratuita. Il sito non è esteso... Anzi, è piuttosto piccolo e raccolto. Il filmato sopra dà un idea di quel che c'è da vedere. Stupisce il fatto che l'architettura sia manifestamente di tipo arabo. Le pareti infatti sono letteralmente ricoperte di arabeschi (bassorilievi di figure geometriche a sbalzo ripetute senza soluzione di continuità a formare una superficie “cesellata” che sembra un ricamo). Al suo interno, per trasformare l'ambiente in sinagoga, hanno semplicemente sostituito la fascia bassa, che corre tutt'intorno, con un bassorilievo dello stesso tipo di quello applicato nelle rimanenti pareti, ma formato da simboli inseriti nella “stella di Davide”. Inoltre, in alcune porzioni di questa fascia, hanno inciso dei versi della Torah rinchiusi in un rettangolo bordato. Il tutto mantenendo lo stesso stile così che l'occhio, se non si pone particolare attenzione, vede un ambiente omogeneo e non modificato.

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Album fotografico   - click -   "La sinagoga di Cordoba"     - istruzioni -

Nel borgo antico di Cordoba, si trova un quartiere chiamato “il Barrio” o Juderia: è ciò che rimane ai giorni nostri di quello che fu il quartiere ebraico. È un luogo turistico, sponsorizzato da tutte le guide in ragione delle caratteristiche architettoniche complessive che si rifanno all'epoca medievale in cui qui fiorivano i commerci prima della cacciata degli ebrei. Infatti, dopo la conquista araba del 711 d.C., in tutta questa zona, l'economia ebbe un ulteriore impulso ed il fulcro di queste attività era proprio il quartiere giudaico. Come sempre, il benessere portò con sé anche una crescita culturale e il tutto fece di Cordoba un crocevia di importanza mondiale (ci riferiamo al mondo dell'epoca... Naturalmente). Tuttavia, qui, nel 1148, gli ebrei subirono una prima grande persecuzione proprio da parte degli arabi. In questa occasione andò distrutta anche la grande sinagoga di quei tempi. Varie vicissitudini seguirono e si deve attendere fino alla conquista da parte di Re Ferdinando III per avere un periodo di una qualche stabilità. Agli inizi del XIV secolo, infine, fu autorizzata la costruzione della sinagoga attualmente esistente. Dopo l'espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492, l'edificio ha subito alcune trasformazioni che erano funzionali ad usi diversi ai quali, di volta in volta, veniva destinato. Nei testi che circolano in proposito, si trovano cenni che testimoniano, ad esempio, l'uso di queste mura come scuola materna, cappella dei calzolai e persino ospedale dedicato ai malati di idrofobia. Comunque, nel 1885 la struttura venne dichiarata ufficialmente Monumento Nazionale e da allora, alcuni importanti restauri, la portarono alle condizioni attuali. È interessante considerare anche che in tutta la Spagna rimangono pochissime sinagoghe del periodo anteriore all'espulsione. Queste sono situate a Híjar, Toledo, e Tomar.

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Usciamo dalla sinagoga e ci accorgiamo con piacere che ormai piove debolmente. Siamo convinti che a fine mattinata dovrebbe smettere del tutto... Certo, il tempo rimarrà nuvoloso; ma senza pioggia per noi sarà comunque un'altra cosa. Ci inoltriamo nei vicoli del “Barrio” camminando “a naso” in direzione della Metzquita. Ci piace fare una strada diversa per dare un'occhiata, qua e là, alle case che hanno quest'ingresso caratteristico che lascia vedere un patio al suo interno. Una di queste, più grande delle altre, invita il turista ad entrare. Si accede ad un ampio cortile dove si affacciano diverse “botteghe artigianali” dal “look” molto accattivante.

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Album fotografico   - click -   "El Barrio"     - istruzioni -

Ma non finisce qui... Ci siamo un po' persi tra questi vicoli rimasti uguali per secoli. La pioggia, quella vera, ormai è praticamente cessata. Siamo in quella condizione in cui l'ombrello aperto è più un fastidio che una protezione. Camminiamo cercando di mantenere la giusta direzione, ma non è facile. Il Barrio si snoda per stradine irregolari e spesso curve che mettono a dura prova il nostro senso d'orientamento. Abbiamo sempre il GPS, ma rimane spento: ci divertiamo a curiosare così.

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Che fortuna! Girando senza volerlo, ci imbattiamo nel “Museo Taurino di Cordoba”. Da solo, ne ho già visitato uno equivalente; mentre Daisy se ne stava al Real Club Nautico de Alicante, in barca a prendere il sole, io con la bicicletta ho fatto un giro per la città fino a raggiungere la “Plaza de Toros” con area museale annessa. Siamo entrambi contrari alla tauromachia. È un fatto culturale. Tuttavia ci interessa dal punto di vista storico. Infatti, crediamo che, per estrapolazione, sia possibile intuire almeno qualcosa di queste pratiche antiche che affondano le loro radici in un passato lontano.

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Album fotografico   - click -   "Museo Taurino di Cordoba"     - istruzioni -

Così, non ci lasciamo sfuggire l'occasione per riequilibrare la “bilancia delle esperienze”. Propongo subito di entrare a visitare questa “esposizione permanente” voluta e pagata dagli appassionati del posto e dalle associazioni interessate alla promozione di queste attività. Nel cortile d'ingresso, una scultura di un bel toro a grandezza naturale non lascia dubbi circa il soggetto della mostra. Delle tante cose che vediamo, la maggior parte consiste in “ricordi” di toreri famosi che furono beniamini del pubblico e che hanno fatto la storia della “tauromachia”. Noi, che siamo degli estranei, rimaniamo indifferenti ai ricordi di personalità che non ci appartengono. Quindi facciamo un giro veloce senza soffermarci troppo su quel che vediamo. Stiamo per uscire, quando un custode ci invita ad entrare nella sala di proiezione per completare la visita. Il video è in lingua spagnola, ma si capisce benissimo e si rivela il “pezzo forte” del museo. Purtroppo non siamo in grado di riproporlo... Ma ci fa capire davvero tante cose.

Inizialmente ci vengono proposte le immagini dell'allevamento dei tori da corrida. Non ci avevamo pensato, ma il lavoro dietro a questa antica rappresentazione ritualizzata della lotta dell'uomo contro la natura selvaggia è impressionante. I tori vengono concepiti incrociando razze di allevamenti selezionati; ma non basta. Dopo pochi mesi di vita, durante i quali i vitelli vengono tenuti sotto osservazione, avviene una prima selezione prendendo solo quelli che hanno mostrato un carattere dominante ed aggressivo. Poi, mano a mano che crescono, vengono addestrati al combattimento. L'addestramento avviene a più livelli ed ognuno di questi “step” rappresenta un nuovo momento di selezione. Poi si accenna alla storia della corrida; si dice che il gioco era già presente in era romana e che il suo significato si perde nella notte dei tempi. In particolare, si accenna alla civiltà Minoica, il vero inizio della storia occidentale, dove la tauromachia era già praticata come testimonia un dipinto ritrovato nell'antico palazzo di Minosse.

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I giochi con il toro nell'antica Knosso in un dipinto murale nel palazzo di Minosse a Creta.

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In effetti, noi siamo stati a Creta nel 2011/2012 ed abbiamo visto il dipinto di cui parlano (foto sopra). Ci siamo interessati di quest'argomento ma senza collegarlo alla corrida. Nella civiltà minoica i giochi con i tori avevano valenza rituale (persino religiosa...) ed avevano una grande importanza. Basti pensare alla leggenda del Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro, nato dall'accoppiamento di Parsifae con l'animale, una ninfa figlia di Elios e di Perseide e moglie del re Minosse... Insomma, sembra proprio che il toro, con valenza sacra, fosse al centro della cultura di quel popolo. Infine, il film documentario accennava a tutto il lavoro, non meno gravoso ed importante, che viene fatto sui cavalli che devono entrare nell'arena e tenere testa al toro infuriato ogni volta che i "picadores" entrano in pista.

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Usciti di nuovo in strada, tra i vicoli, dirigiamo adesso, con maggiore decisione, al ponte romano. L'idea è quella di andare a visitare la Torre Calahorra. Veramente le nostre informazioni dicono che dentro ci sia ben poco da vedere. Sembra che abbiano realizzato un piccolo museo con materiale raccogliticcio tanto per attirare i turisti. Ma noi vogliamo vedere il panorama da lassù e ci andremo lo stesso. In poco tempo siamo in vista del ponte. Il cielo si mantiene nuvoloso ma la pioggia è cessata del tutto. È una fortuna per noi che dobbiamo percorrere un bel tratto allo scoperto.

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Album fotografico   - click -   "La torre"     - istruzioni -

Dalla cima della torre si ha una splendida vista sul Guadalquivir che ci separa dalla Metzquita con la sua cattedrale e dall'Alkázar poco distante alla nostra sinistra.
Finita la visita alla torre, riattraversiamo il ponte romano per andare a visitare la famosa piazza del Potro dove speriamo di poter mangiare in un ristorante caratteristico... Anzi, un'antica posada:"la "Posada del potro", così chiamata, come la stessa piazzetta nella quale è situata, a causa del "potro" (puledro) rampante scolpito nella fontana del XVI secolo situata proprio nel bel mezzo". Nel corso dei secoli tra il 1500 ed il 1700, questa piazza era un crocevia di traffici illeciti, frequentata da ogni sorta di briganti, truffatori e avventurieri. Nei pressi della locanda, che sembra risalga al 1400, soggiornò lo stesso Cervantez che qui subì truffe e rapine e che ne fece teatro delle avventure dei suoi personaggi Don Chisciotte e Sancho Panza.

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La "Plaza del Potro" a Cordoba teatro delle avventure di Don Chisciotte e Sancho Panza

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Come si vede nella foto sopra, anche se ormai la pioggia è cessata del tutto, le strade sono ancora bagnate ed il cielo è coperto. Questo fatto incide molto sui colori e le suggestioni che ci offre il paesaggio intorno a noi. Percorriamo un bel tratto dell'argine del Guadalquivir: quel tratto che porta dal ponte romano all'antica “Plaza del Potro”. Non c'è gente in giro: effetti del tempo piovoso. Così ci lasciamo andare a fantasticare quando questi quartieri in riva al fiume erano zone malfamate oltre le periferie della città vera e propria.

Decidiamo di mangiare all'antica "posada". Mangeremo all'aperto con vista sulla piazza. Oggi esiste una tenda a protezione dei tavoli messi fuori; è sicuramente stata messa per proteggere gli avventori dal sole... Ma va bene anche per giornate come oggi. Ci immergiamo nello studio del menù: scegliere non è facile. Alla fine, tra tante voci poco comprensibili per noi, decidiamo di non rischiare: mangeremo "tortillas" con una serie di piattini d'accompagnamento che ci stuzzicano parecchio...

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Lo studio del menù con grande attenzione nella "Posada del Potro" di Cordoba.

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Ce la pigliamo comoda... Mangiamo con calma e dopopranzo facciamo due passi tranquilli. Ci incamminiamo in direzione del “Palacio Viana”. Abbiamo letto che, anche se dal punto di vista storico questa residenza ha scarsa importanza, quel che si vede rimane però una valida testimonianza di quel che furono gli usi e costumi della “bella società” di queste parti. La famiglia Viana ha comprato inizialmente quello che oggi viene definito il nucleo antico di questo palazzo. Successivamente, nel tempo, ogni volta che si è presentata l'occasione, sono state acquistate le proprietà limitrofe ingrandendo sempre di più la superficie occupata.

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Il fatto di procedere per gradi aggiungendo, di tanto in tanto, altri fabbricati al complesso iniziale, ha fortemente influenzato il risultato finale. Voglio dire che oggi, quel che vediamo, è una somma di ambienti diversi con stili differenti che rispecchiano i gusti delle varie epoche nelle quali è avvenuta la costruzione. Il palazzo è decisamente molto vasto e impieghiamo parecchio tempo per visitarlo. Non è il caso di dilungarsi in descrizioni, tuttavia la visita ne vale la pena. Lasciamo alle foto raccolte qui sotto il compito di illustrare, almeno in parte, quel che c'è da vedere.

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Album fotografico   - click -   "Palacio Viana"     - istruzioni -

Una volta usciti dal Palazzo Viana, sappiamo che le visite, quelle in programma per oggi, sono finite. Cordoba ci sembra ancora più bella di come viene descritta. Non ci sentiamo stanchi ed abbiamo ancora un paio d'ore di luce: sappiamo cosa fare. Ce ne andremo in giro a curiosare in direzione del tempio romano. Sappiamo già che c'è ben poco da vedere: alcune colonne rimaste in piedi e poco di più. Ma vengono fotografate e riportate sulle guide turistiche e... Visto che abbiamo tempo...

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Album fotografico   - click -   "Tempio romano"     - istruzioni -

Che dire... Cordoba si è rivelata bella... Bellissima. La verità è che in realtà quel che abbiamo trovato non è solo pura bellezza, è soprattutto fascino... Cordoba ha fascino!

Adesso andiamo in albergo a rinfrescarci per prepararci per la cena. Sappiamo già dove andare: durante i nostri giri abbiamo visto un posticino che ci ispira. Ormai, comunque, il pensiero va alla prossima tappa. Sfrutteremo la serata per rivedere i dettagli per la giornata di domani: Siviglia ci aspetta.

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