- indietro -
La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Delos
Navigation
- indietro -
È raro che qualcuno che si rechi a Mikonos non colga l'occasione, data la vicinanza, per visitare anche le rovine di Delos. La distanza da percorrere è di sole cinque miglia ed imbarcazioni turistiche fanno servizio tre volte al giorno durante tutta la stagione estiva che qui va da maggio a ottobre inclusi. Inoltre, le autorità greche hanno proibito la navigazione, l'ancoraggio e lo sbarco di mezzi privati sull'isola sacra. Così, solo mezzi pubblici, dotati di apposita licenza, sono autorizzati a sbarcare sull'isola.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
Foto dai nostri itinerari
- click -
A destra l'isola di Delos dove si trovano i resti del santuario.
- indietro -
Dei nostri amici, splendidi avventurosi “oltranzisti” francesi, hanno deciso di andare comunque a visitare le rovine con la propria barca e ci hanno raccontato la loro storia: hanno dato ancora in una baia nell'isola di fronte (Rineia). Si tratta in realtà di una “coppia di baie gemelle”, ovvero un promontorio che fuoriesce dall'isola verso Est e che ha una conformazione a “T”. Ci si ancora nella baia, tra le due, che è protetta dal mare al momento dell'arrivo; poi, se il vento gira, si va ad ancorare nell'altra.
Loro conoscono bene i pensieri di un marinaio e mi hanno detto a ragione: "Che problema c'è?... Puoi dare ancora in sicurezza e passare la notte lì senza sentirti esposto".
Già, ma noi non siamo francesi, non amiamo soffrire inutilmente. L'isola di Rineia, quella dove hanno dato fondo, è praticamente disabitata. Noi la sera, a Mikonos, non ce ne stiamo a "ballare" sulla barca: scendiamo a spassarcela. E poi, col vento teso, andare in giro col gommone non è il massimo. Senza parlare di quel che potrebbe succedere se il vento aumentasse all'improvviso (evento non raro) al momento di rientrare in barca.
Così, decidiamo di lasciare il July perfettamente ormeggiato, con il suo tendalino per il sole e le due biciclette pronte all'uso (legate con la catena al palo) e prendiamo due biglietti per una comoda traversata di venti minuti. Quando avremo finito, in altri venti minuti saremo di nuovo a casa.
Contact
ilviaggiodeljulymail@gmail.com
- indietro -
Appena entrati tra le rovine dell'antica Delos.
La mitologia greca vuole che nell'isola di Delos si rifugiasse Latona per partorire, lontano dalle ire di Era (Giunone per i romani), i figli Artemide (Diana per i romani) ed Apollo.
Nei tempi più remoti, l'isola si chiamava Ortigia e si narra che fosse galleggiante ed invisibile. Poi, quando nacque Apollo l'isola fu ammantata di luce divenendo, da quel momento, visibile e fu chiamata Delo dal verbo greco "deloo" che significa "mostrare".
La sua storia è estremamente complicata e non ha senso indagare oltre misura. Direi però che alcune informazioni molto sintetiche ci aiutano a comprendere quale realtà storica si nasconda dietro i ruderi che stiamo visitando.
Esistono tracce archeologiche che dimostrano che l'isola, nella sua parte più alta, fosse abitata già nel 3.000 A.C. Poi, circa nel 1.000 A.C. Delos divenne dominio dei micenei che vi portarono il culto di Apollo, dio del sole, e di Artemide, dea della caccia. Ma ben presto il culto di Apollo prevalse e, già in tempi omerici, l'isola veniva considerata sacra e sede del santuario dedicato al dio, vivendo quindi un primo periodo di splendore già in epoca arcaica nei secoli VIII e VII A.C. Fu però sotto il dominio di Atene, dal VI al IV secolo A.C. che Delos assunse la massima importanza come centro di culto. A questo proposito, Wikipedia scrive: "Nell'inverno del 426/5 a.C. gli Ateniesi decisero la "purificazione" di Delo, a scopi religiosi. Aprirono tutte le tombe dell' isola e trasportarono i resti trovati alla vicina isola di Renea, ove li seppellirono in una fossa comune. Si decise che nessuno sarebbe più potuto nascere o morire nell'isola sacra, per cui le donne partorienti e gli ammalati gravi avrebbero dovuto trasferirsi a Renea. Da quel momento gli abitanti di Delo rimasero senza patria. Nel 422 a.C. gli Ateniesi portarono a termine la "purificazione", esiliando tutta la popolazione locale. Subito dopo, malgrado il fatto che fossero ancora in guerra, gli Ateniesi cominciarono per ingraziarsi gli dei, la costruzione di un nuovo grandioso Tempio di Apollo, di marmo bianco pentelico e istituirono le Feste Delie in onore di Apollo, da celebrare ogni cinque anni".
L'isola decadde dopo la distruzione e l'eccidio di tutti i suoi abitanti ad opera di Mitridate VI, re del Ponto (86 a.C.), ma ebbe ancora un periodo di prosperità in epoca romana. In quel periodo divenne sede di scambi commerciali fino a diventare "porto franco" e sede di enormi magazzini.
È evidente che dei trascorsi così complicati implichino che nei secoli vi siano stati continui cambiamenti con relative distruzioni e ricostruzioni. Tutto questo traspare dalle rovine portate alla luce dagli scavi, che continuano tuttora, e che evidenziano soprattutto una grande confusione. Infatti, è propio questa sensazione che prevale nel visitatore.
Una cosa che ci colpisce è la ricostruzione grafica del tempio di Apollo nel momento del suo massimo splendore: la statua del dio era così grande che il busto fuoriusciva abbondantemente dal colonnato ed era visibile anche dal mare a notevole distanza.
Delos ha tre aree che possiamo distinguere: le rovine dei templi con l'antica agorà, il museo e i resti dell'antico centro abitato. Noi, nella visita, seguiamo proprio quest'ordine.
- indietro -
Album fotografico - click - "Delos Isola delle Cicladi" - istruzioni -
La visita è molto impegnativa sia per la grande estensione degli scavi sia per il caldo che già alle dieci del mattino si fa sentire. Tuttavia, non sentiamo la stanchezza fino a quando non riprendiamo il battello per rientrare a Mikonos. Nei pochi minuti di attesa a bordo, prima della partenza, osservo il mare intorno a noi... Forse il Meltemi è già arrivato. Secondo le statistiche, dovrebbe cominciare a soffiare verso la metà di giugno e durare fino ai primi di ottobre. Forse sono in corso solo le prove... Ma, oltre il molo di protezione, vedo il mare “bollire”. Sono contento di essere venuto col battello.