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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Ikaria 2018

Navigation

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Il 5 giugno 2018, all'alba, muoviamo da Marathocampos in direzione Ikaria. La rotta non è diretta perché dovremo scapolare prima Punta San Domenico, un promontorio che si allunga verso Sud nell'estremità Ovest di Samos e poi la punta più a Nord dell'isola di Fourni che si protende oltre la congiungente "Akra Agios Domenikos – Ikaria Marina Nuovo".

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                          (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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La rotta del July da Marathocampos ad Agios Kìrykos, nell'isola di Ikaria.

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La giornata è semplicemente splendida. Vedere da queste parti un mare piatto ed una brezzolina così “garbata” ci fa un certo effetto. Si avrebbe voglia di fermarci a Fourni... Magari bighellonando un po' prima di arrivare... Perdendosi per qualche ora tra cale e calette che abbondano in un'isola così frastagliata.

Fourni ci appare bellissima e la sfiliamo ad un centinaio di metri o poco più. Ma un occhio attento vede come dietro tanta bellezza ci sia un terreno arido, roccioso, durissimo, con addosso tutti i segni delle tempeste invernali che per milioni di anni hanno plasmato le sue coste.

Andremo diretti ad Ikaria come previsto. Sappiamo bene che questa calma durerà al massimo fino a sera... Anzi... Potrebbe cominciare a soffiare già nel pomeriggio.

Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

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Il July, da Marathocampos in rotta per Agios Kìrykos, nell'isola di Ikaria, scapola Fourni.

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Avanziamo in silenzio. Vogliamo goderci questa calma senza rompere l'incantesimo... E ci riempiamo gli occhi dei colori del cielo e del mare quasi macchiati ad arte dai colori dell'isola che abbiamo di fronte.

Passata Fourni, nulla più ci separa dalla nostra meta se non alcune miglia di mare amico... Almeno per oggi. Il Marina Nuovo, nel quale siamo diretti, non compare sulle carte di bordo: è troppo recente. Ma sappiamo dove cercarne l'entrata e presto cominciamo a scrutare la costa per mettere a fuoco i vari riferimenti.

Dopo poco, in tarda mattinata, accostiamo infine per imboccare correttamente l'ingresso del porto. Occorre fare una certa manovra... Lo hanno costruito con il molo di sovrafflutto che fa una curva per meglio proteggere l'interno dalla risacca (vedi foto sotto). Troviamo un posto ormeggiati di fianco in banchina subito a destra... Ci piace... Pochi minuti ed il July è ormeggiato...   Siamo ad Ikaria.

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Il July, proveniente da Marathocampos, ormeggia al marina di Agios Kìrykos, nell'isola di Ikaria.

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Non siamo certo stanchi per questo viaggetto da poco effettuato nel massimo “comfort” di una giornata di calma... Ma ci piace chiudere la barca ed andare a “festeggiare” l'arrivo in piazzetta.

Mentre ci godiamo l'atmosfera intorno a noi, cerchiamo di organizzarci: dovremo decidere se prendere in affitto un auto od una moto... Vogliamo girare l'isola per bene. È tanto tempo che pensiamo di venire a visitare Ikaria e non avremo alcuna fretta.

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Appena sbarcati ad Agios Kìrykos, nell'isola di Ikaria, ci prendiamo una sosta per organizzarci.

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Nel pomeriggio, com'è normale in questa stagione, fa già caldo. In tutta la Grecia le attività si fermano quasi del tutto per riprendere dopo le cinque e mezza / sei. Per organizzarci possiamo fare ben poco fino a quell'ora. Nel nuovo marina l'acqua è straordinariamente limpida. Nelle poche barche che ci circondano, non vediamo gente vivere a bordo. Così ci comportiamo come se fossimo alla fonda in una baietta... Facciamo il bagno direttamente dalla nostra scaletta di poppa.

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Nel pomeriggio fa caldo e l'acqua limpida ci spinge a fare il bagno direttamente dalla barca.

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Nel corso della nostra permanenza sulle isole delle Sporadi Orientali, una cosa che ai nostri occhi appare un po' strana è la mancanza di punti di riferimento commerciali molto evidenti dove prendere moto o macchine in affitto. 

Cerco di spiegarmi meglio. Se sommiamo le Cicladi ed il Dodecanneso, abbiamo la sensazione di comprendere in questa selezione quasi tutte le isole dell'Egeo. Non è proprio così... Tuttavia, sicuramente parliamo della porzione di terre emerse più rilevante. Ebbene, quasi ovunque in questi due arcipelaghi, appena sbarcati, troviamo in bella vista centinaia di moto e decine di automobili che vengono poste in affitto a prezzi concorrenziali. Questo fenomeno non esiste né a Lesbos né a Chios... Ma non ci era mai capitato, come ad Ikaria, di non riuscire a trovare nessuno che ci affittasse un mezzo qualsiasi.

Troviamo diversi cartelli con scritte del tipo “Rent a Car”, ma sono insegne poste su agenzie turistiche tuttofare che prenotano alberghi, gite sui barconi, biglietti di ogni tipo, etc. Noi vogliamo arrivare alla fonte: vogliamo trattare con chi ha fisicamente auto e moto proprie.

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Riusciamo a trovare, con qualche difficoltà, dove affittare una moto...

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Facciamo domande a qualche passante... Ma nessuno sembra sapere o capire quel che vogliamo. Alcuni ci rispondono che non sanno, altri ci indicano delle agenzie. Arriveremo a sera prima di scoprire che in piazzetta, al primo piano di una palazzina, c'è un ufficio staccato di un'attività con auto e moto proprie.

Ma le difficoltà non sono finite. Saliamo al piano e troviamo l'ufficio aperto. Le finestre e la porta sono spalancate e sulla scrivania, in mezzo al caos degli oggetti d'ufficio, vi sono in bella vista persino due biglietti da dieci euro. Proviamo a chiamare a voce alta... Non c'è nessuno. Andiamo più volte su e giu per quelle scale cercando qualcuno... Chiediamo persino ai negozi vicini... Passerà una mezzora prima che una persona anziana (invecchiata più per la vita che ha fatto che per l'età) finalmente ci venga incontro. Saliamo quindi per l'ultima volta in ufficio e concordiamo di prendere inizialmente una moto. Rimaniamo sbalorditi: ci da le chiavi e per prendere i nostri dati, per il contratto e per pagare... Faremo tutto al ritorno.

 

 

 

THERMA

 

Così, ritiriamo la moto (foto sopra) subito... Avremmo voluto prenotarla per l'indomani mattina... Ma non ci sembra prudente.

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Album fotografico   - click -   "Therma (Ikaria)"     - istruzioni -

La prima meta, l'indomani mattina, è il paesino sul mare di Therma (2,5 Km di distanza da Agios Kirykos sulla strada verso Est). Il nome la dice lunga. Ikaria, come molte isole dell'Egeo, è un'isola vulcanica e, qua e là, emergono spontaneamente dal terreno acque termali. Qui, addirittura, esiste uno stabilimento situato proprio di fronte alla spiaggia. Al momento è chiuso causa lavori di ristrutturazione. Sebbene sia tutto esternamente dipinto a nuovo, l'edificio appare “rustico” come quelli di un tempo. Qualche taverna a bordo mare porta i propri tavolini a ridosso della spiaggia. Qualcuno fa già il bagno: la stagione è cominciata.

Prenderemo più volte in affitto la moto o l'auto e, in questa web-page, non seguirò l'ordine reale delle località mano a mano che le visitiamo. Ikaria è un'isola piuttosto grande e traversata da alte ed impervie montagne: andare in moto da una parte all'altra è una cosa piuttosto impegnativa. Per questa ragione, preferiremo spesso prendere l'auto.

 

 

 

AGIOS KIRYKOS E IKARIA


Spendiamo due parole su Ikaria ed Agios Kirykos che ne è il capoluogo. Diciamo subito che l'isola oggi non appartiene al circuito turistico più frequentato e questo ne fa una meta un po' fuori dall'ordinario. Chi viene in quest'isola cerca qualcosa che intende scoprire da solo... Non è questa una meta tipica per viaggi confezionati. Naturalmente, qualche “tour operator”, già da alcuni anni, ha inserito nella propria offerta dei “pacchetti Ikaria”, ma il numero di turisti rimane comunque molto contenuto. Questo fenomeno però non ha nulla a che fare con le bellezze che l'isola riserva al visitatore: alcune spiagge soprattutto ed anche molte località sono luoghi decisamente pieni di fascino. Probabilmente bisogna rifarsi alla storia recente dell'isola per capire.

Una delle leggende che riguardano l'origine del suo nome, vuole che questo derivi da Ikaro, figlio del famoso inventore Dedalo. Si narra che la moglie di Minosse, re di Creta, si accoppiò con un toro e ne nacque un figlio deforme dal corpo di un uomo e la testa di un bovino. Minosse, affinché nessuno potesse vedere, decise di rinchiuderlo in un posto sicuro e, per questo, chiese a Dedalo di costruire un labirinto dal quale non si potesse scappare. Dedalo, insieme a suo figlio, fece un ottimo lavoro ed il re, per evitare che i segreti della costruzione potessero trapelare all'esterno, fece imprigionare entrambi. A questo punto, Dedalo decise di far evadere almeno il figlio: costruì delle ali fatte con piume di uccello tenute insieme dalla cera e le fece indossare a Ikaro perché prendesse il volo. Le ali funzionavano così bene che Ikaro poté salire tanto in alto nel cielo da avvicinarsi al sole che sciolse la cera. A questo punto la caduta fu inevitabile ed il ragazzo precipito su quest'isola che da allora venne chiamata Ikaria. Vedi la foto sotto, presa sulle rocce alle spalle del Marina, il cui soggetto celebra proprio questa leggenda.

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Su una delle pareti di roccia che circondano il porto, un mosaico ricorda la leggenda di Ikaro.

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Ikaria è un'isola selvaggia immersa in un mare duro, difficile e pericoloso. Sin dall'antichità solo pochi si avventuravano volentieri da queste parti. Inoltre, la sua natura montagnosa la rende da sempre una “preda ostica”. I suoi abitanti, in tanti secoli di vita pericolosa per qualsiasi isolano in qualsiasi mare (si pensi alle invasioni a sorpresa, ai pirati, etc.), hanno saputo difendersi con rara determinazione. Si sono ritirati a vivere nell'interno ed hanno evitato di costruire agglomerati urbani (le case venivano distanziate le une dalle altre e venivano costruite con muri alti e senza finestre) e tutti i beni venivano accuratamente nascosti. Una volta, sono arrivati addirittura ad autodistruggere tutti gli scali per evitare di facilitare una possibile invasione. Hanno circondato l'isola di torri d'avvistamento ed hanno approntato un sistema di difesa ovunque la costa si presti allo sbarco. Persino gli Ottomani hanno “fatto pochi danni”. Una volta conquistato il potere, hanno lasciato una guarnigione con un governatore che è stato rapidamente linciato dalla popolazione. Dopo questo episodio, gli invasori hanno preferito accordarsi con i locali per un modesto tributo annuale in cambio di una sostanziale libertà. Il fatto è che chiunque, prima di lasciarsi andare ad azioni di conquista, valuta il rapporto costi/benefici. Qui l'operazione si presentava difficile, lunga e rischiosa e da “predare” c'era ben poco.

Più recentemente, questo carattere indipendente, soprattutto durante la dittatura dei colonnelli, ha portato gli isolani ad abbracciare gli ideali di lotta per il comunismo. Qui sono stati confinati diversi avversari politici del regime. Pertanto, una volta finito il periodo storico descritto, è naturale che la conseguente apertura all'esterno avvenga gradatamente.

Ciò detto, voglio però testimoniare con chiarezza che l'accoglienza nei confronti del visitatore è di prim'ordine. Abbiamo solo incontrato persone gentili e disponibili. Inoltre, non c'è traccia di contaminazione con la bramosia tipica delle aree turistiche nostrane che portano gli operatori ad avere interesse esclusivamente al guadagno. Qui si tende a stabilire un rapporto con le persone ed i prezzi riflettono questa sostanziale correttezza.

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Album fotografico   - click -   "Agios Kirykos (Ikaria)"     - istruzioni -

Agios Kirykos è un paesino molto carino che non presenta attrazioni particolari: è bello in sé. Abbarbicato sui ripidi pendii alle spalle della costa, non offre altro che la piazzetta prospiciente il porto. Se ci si inoltra all'interno, non esiste un sistema di strade; è tutto un sali-scendi di viottoli che collegano le varie case. Fa eccezione una corta viuzza, alle spalle della prima linea di abitazioni, con qualche negozietto carino.

Con lo scopo di incrementare il turismo, hanno appena istituito un collegamento più frequente con il Pireo... Siamo addirittura stati testimoni dell'arrivo della prima nave su questa nuova rotta.

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La prima nave della nuova rotta dal Pireo istituita quest'anno.

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Come abbiamo visto, l'isola è praticamente la sommità di un massiccio montuoso che si eleva dal fondo del mare e del quale ne emerge la cima. Ciò vuol dire che le coste sono scoscese e ovunque le strade sono tortuose, strette e difficili da realizzare.

Con la moto, ci portiamo alle spalle di Agios Kirykos. Ci sono solo stradine che si perdono nel nulla e costruite senza un piano regolatore. Sembrano fatte solo per congiungere le varie case sparse lì intorno. In compenso, il panorama è particolarmente suggestivo (foto sotto).

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L'isola che si vede in fondo è Fourni... Che ci piacerebbe poter visitare.

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EVDILOS (Εύδηλος)

 

Sulla costa Nord, dall'altra parte dell'isola, esiste un altro porto che per noi ha lo svantaggio di essere esposto ai venti dominanti: parliamo del paesino di Evdilos (Εύδηλος). Commettiamo l'errore di sottovalutare quanto possano essere disagevoli le strade ad Ikaria e ci avventuriamo in moto fino a raggiungerlo. Tra buche da evitare, salite, discese, curve e "controcurve" la velocità media risulta molto bassa: sembra di non arrivare mai. Ad ogni modo, vedere spuntare dall'alto la costa andando in moto è un'esperienza bellissima ed almeno ci ripaga per lo sforzo.

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Album fotografico   - click -   "Evdilos (Ikaria)"     - istruzioni -

Come al solito, non manchiamo di fare una bella passeggiata lungo le banchine per memorizzare informazioni sui fondali e sui pericoli del porto nel caso in futuro ci trovassimo a passare di qui. Devo dire che, salvo per una motivazione particolare al momento non immaginabile, non mi piacerebbe attraccare qui. Si ha un certo ridosso ormeggiando sul molo di sovrafflutto. Ma questo si divide in una parte con fondali bassi e pieni di rocce sparse ed un'altra costruita apposta per le grandi navi (non adatta a piccole imbarcazioni). In alternativa si può attraccare ai moli interni, ma in caso di onda la sosta si farebbe disagevole (se non addirittura pericolosa in alcuni punti).

Ciò non toglie che il paesino è molto carino e l'acqua, persino in porto, è ovunque pulita e trasparente.

 

 


FAROS (Φαροσ)

Nella parte Est dell'isola, vicino all'aereoporto, c'è il paesino di Faros (Φαροσ). In realtà, la vicinanza con lo scalo aereo non si indovina stando sul posto: niente rumori perché di aerei ne arrivano pochissimi e nessuna possibilità di vedere la pista a causa della conformazione del terreno.  Parlare però di un vero paesino ci sembra un po' troppo...

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Album fotografico   - click -   "Faros a Ikaria (Φαροσ)"     - istruzioni -

Infatti si tratta di un certo numero di “villette” (tutte o quasi seconde case) sparpagliate lungo la costa, una bella spiaggia e qualche taverna. Forse a causa della stagione (il grosso dei turisti arriverà a Luglio e Agosto), gli "ospiti" che vi troviamo sono quasi tutti isolani. Il posto è decisamente gettonato dai locali.

Infatti, si è verificato un fatto curioso: siamo venuti una prima volta in moto ed abbiamo dato un'occhiata convinti, alla fine, di avere visto Faros. Alcuni giorni dopo però, un francese che vive qui, col quale avevamo nel frattempo fatto amicizia, ce ne ha parlato così bene che ci siamo ritornati per essere sicuri di avere visto "il posto giusto". Ci ha detto che a lui piace sistemarsi nel porticciolo e passare piacevolmente qualche giorno. Poi abbiamo capito che tutto è relativo. Quello che lui chiama "porticciolo" è semplicemente uno sbarcatoio che si protende dalla spiaggia verso il largo.

La seconda volta in visita a Faros, abbiamo deciso di spingerci a vedere anche l'aeroporto di Ikaria. Questo, in effetti, è posizionato sulla "fascia" Est dell'isola ed arriva fino alla costa Nord. A fianco, sfruttando parzialmente la gettata costruita anche sul mare per allungare la pista almeno un po', è stato ricavato un porticciolo pescatori (vedi sotto).

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                      (immagine satellitare 2)

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Nella "cartina" qui sopra, vediamo sia Faros che l'aeroporto (estremità dell'isola verso Est).

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Visitiamo l'aeroporto solo per soddisfare la nostra curiosità. Sappiamo bene che si tratta di uno “scalo” ridotto ai “minimi termini”. Ma ci interessa sia perché un giorno potremmo approfittare per ritornarci in aereo (non si sa mai), sia perché, più facilmente, potremmo attendere in barca qualcuno che ci raggiunga in “volo”.

Alla sua vista, la cosa che ci sorprende di più è la "mole" della "gettata" di rocce e terra creata artificialmente allungandosi verso il mare al fine di creare una pista d'atterraggio in un'isola così interamente montuosa da non presentare spazio sufficiente il alcun luogo (la foto sotto da un'idea di quel che voglio dire).

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La foto mostra l'enorme gettata che si protende verso il mare ed il porticciolo pescatori a sinistra.

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Come ben possiamo immaginare, il traffico è molto scarso. Se non nel picco della stagione turistica, gli aerei che giungono fino a qui sono pochissimi (se non succede addirittura non chiudano la pista). Tuttavia, quando siamo arrivati, abbiamo visto atterrare un aereo che ha sbarcato della gente che ha trovato ad accoglierla un piccolo comitato con tanto di banda musicale. Abbiamo filmato il decollo di quest'aereo dopo soli pochi minuti dal suo atterraggio. Chi ha orecchie buone sentirà, in sottofondo nel filmato, qualche nota della musica d'accoglienza.

Video del decollo di un aereo dall'aeroporto di Ikaria.

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Si tratta proprio di un video piuttosto corto, ma sufficiente per mostrare un paio di cose interessanti: la prima è che un aereo ad elica impiega solo pochi secondi per decollare, la seconda è che la pista risulta piuttosto lunga (il decollo nel filmato ne utilizza meno di metà della lunghezza massima a disposizione)... Niente panico insomma... Non è come la pista di Leros che sembra il ponte di una portaerei.

 

 

 

CHIESA PROFETA ELIA

Εκκλησία Προφήτη Ηλία


In un bel pomeriggio, abbiamo preso la moto e siamo andati a visitare la chiesetta dedicata al “Profeta Elia” (Εκκλησία Προφήτη Ηλία) che tante volte avevamo visto stagliarsi nel cielo da una strada che si arrampica sulla montagna alle spalle di Agios Kirykos.

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Album fotografico   - click -   "Chiesa Profeta Elia (Ikaria)"     - istruzioni -

La foto sopra mostra l'immagine della chiesetta vista dall'alto come appena accennato. Arrivati ad uno spiazzo, alle spalle di una chiesa più grande ai piedi del picco sul quale sorge la nostra “Εκκλησία Προφήτη Ηλία”, decido di affrontare in moto la ripida salita che porta di sopra... Evidentemente, il percorso non è stato concepito per le moto: si inerpica “vertiginosamente” ed è così stretto che sarebbe impossibile girarsi per tornare indietro (pendenza a parte). Ma la fortuna ci assiste e, ad un certo punto, si apre una piccola piazzuola dove parcheggio per evitare di “forzare” la fortuna... E faccio bene: dopo poco cominciano le scale.

 

Come al solito, un "click" nella didascalia della foto sopra dà accesso all'album fotografico.

 

 

PORTICCIOLO TURISTICO DI GIALISKARI E CHIESETTA DELL'ASCENSIONE


Come si sa, la costa che guarda a Nord, in ogni isola dell'Egeo, è esposta al vento dominante che, in estate, diventa Meltemi. Purtroppo i cambiamenti climatici sembra che abbiano introdotto una variazione che ha tendenza a stabilizzarsi: il Meltemi, da un paio d'anni, non si presenta all'appuntamento. Tuttavia, i venti locali che lo sostituiscono, mantengono la direzione prevalente che rimane da Nord.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                      (immagine satellitare 3)

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Costa Nord di Ikaria: il paesino di Armenistis ed il porticciolo turistico di Gialiskari.

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Andiamo a visitare, su questa costa esposta, il paesino di Αρμενιστής (Armenistis). Poco prima di raggiungerlo, venendo da Evdilos e procedendo sulla strada costiera verso Ovest, ci fermiamo a guardare il porticciolo turistico di Gialiskari con la sua caratteristica chiesetta Εκκλησία Ανάληψη (Chiesa dell'Ascensione).

Il porticciolo è stato costruito sfruttando una serie di scogli e rocce che hanno una conformazione che si presta allo scopo. Il risultato è un angolino assolutamente delizioso che da il massimo di sé al tramonto quando si può cenare in una taverna in riva al mare guardando il sole mentre cala sull'orizzonte fino a irradiare il cielo per qualche prezioso istante quando scompare.

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Album fotografico   - click -   "Gialiskari (Ikaria)"     - istruzioni -

Come al solito, nella didascalia della foto sopra abbiamo la possibilità di accedere all'album fotografico con un click. Oltre alla chiesetta dell'Ascensione, vi troverete anche le foto di Gialiskari.

A prima vista il porto sembra "infrequentabile" per le barche a vela a causa del pescaggio. Ma, con maggiore attenzione, riusciamo a scorgere "uno dei nostri" ormeggiato in fondo vicino alla chiesa. È una sorpresa. Le acque chiare fanno sembrare i fondali a pochi decimetri dalla superficie e una miriade di scogli semisommersi (e non) fanno "drizzare i capelli in testa". In realtà invece veniamo a sapere che c'è fondo a sufficienza e non ci sono problemi: basta fare una certa rotta per accedervi in sicurezza (... E largarsi molto dalla banchina di sovrafflutto dalla parte del fanale d'entrata). Il fatto è però che la costa è esposta ai venti dominanti che spesso sollevano un mare pericoloso col quale è decisamente sconsigliato avvicinarsi.

Dopo il promontorio che vede il porticciolo proprio nella sua estremità, la strada costeggia una bella spiaggia che finisce, o quasi, con le poche case del paese di Gialiskari. Qui ci fermiamo a goderci il panorama e scattare qualche foto. L'acqua è limpida come dappertutto intorno all'isola ed un colore verde smeraldo caratterizza questo tratto di mare. Dopo una passeggiata lungo le banchine, ci fermiamo in un bar all'ombra proprio sul mare: ci vogliamo concedere il tempo che serve per "riempirci gli occhi" prima di prendere la strada del ritorno.

 

 


SEYSHELLES BEACH


Una bella e strana “avventura” è la gita alla famosa spiaggia “Seyshelles Beach”. Quei pochi “dépliant” turistici sulle cose da visitare nell'isola ne parlano come di una delle più belle spiagge dell'Egeo... Insomma, una cosa da non perdere assolutamente. Cerchiamo quindi informazioni su come raggiungere il luogo. Le informazioni che raccogliamo sono sempre piuttosto vaghe. Sembra però che occorra prendere la strada per Manganitis, una località con un porticciolo pescatori verso Ovest lungo la litoranea a Sud dell'isola.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                      (immagine satellitare 4)

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Sud di Ikaria: la spiaggia chiamata "Seyshelles Beach" ed il percorso per raggiungerla da terra.

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Facciamo un primo tentativo in moto. La strada però si fa presto tortuosa e con passaggi con una pendenza che rende il percorso su due ruote veramente rischioso. Se aggiungiamo poi il fatto che alcune delle tante buche sulla strada sono vere e proprie voragini, si capisce perché, al primo tentativo, decidiamo di desistere.

Ne facciamo allora un secondo: questa volta in auto. Su quattro ruote, anche se le difficoltà permangono, avanziamo potendo controllare il mezzo in ogni momento in sicurezza. Superato facilmente il punto raggiunto in moto, continuiamo ad avanzare lentamente e con circospezione in una strada che peggiora mano a mano che ci inoltriamo verso Ovest. Siamo sorpresi per quanto il percorso si faccia più lungo del previsto. Certo, dobbiamo tenere in conto che avanziamo lentamente... Tuttavia, ci sembra lungo ugualmente.

In giro "non c'è un'anima". Ci chiediamo più volte se siamo sul percorso giusto. Sembra impossibile che per raggiungere un posto così famoso si debba percorrere una strada tanto accidentata. Quel che voglio dire è che conosciamo gli standard minimi delle strade, anche sterrate, che di tanto in tanto ci è capitato di percorrere nei nostri viaggi... Ma qui ci troviamo "fuori dal mondo". Strettoie, buche e pendenze sono assolutamente fuori da ogni standard. Un "guidatore medio" si troverebbe ad affrontare delle difficoltà eccessive sentendosi esposto a rischi inaccettabili. Spesso i passaggi sono tali da non ammettere ripensamenti: una volta imboccata la via, guai a fermarsi a metà.

Continuiamo così nell'incertezza di essere fuori strada. Nessuno a cui chiedere e la strada che non accenna a migliorare. Ad un certo punto, avanti a noi si apre una galleria impressionante. È stretta a tal punto che se si incontra un'auto che procede in senso opposto, bisogna fermarsi per passare a stento. Inoltre è completamente buia e le rocce al contorno fuoriescono con evidenti spuntoni che sotto i fari si fanno ancor più minacciosi. Non ci lasciamo impressionare: da ragazzo percorrevo spesso la galleria (ex percorso ferroviario a binario singolo) che da Sestri Levante porta a Moneglia... E questa me la ricorda molto. Alla fine, ne veniamo fuori e riprendiamo il percorso all'aperto. Siamo sorpresi quando vediamo un'auto procedere in senso opposto. La fermiamo. Sono dei locali. Vengono da Manganitis (ormai poco distante da noi). Parlano solo greco... Ma ci facciamo capire. Chiediamo di Seyshelles Beach e ci fanno segno di "girare" l'auto e seguirli. Fortuna vuole che dopo due o trecento metri si fermano, scendono dall'auto e ci indicano il percorso. Bisogna scendere a piedi per un sentiero che si allunga verso il mare partendo da una curva subito ad Ovest della "famosa" galleria. Uno spiazzo, che a noi pareva una cava di pietre, serve come parcheggio. Una scritta sbiadita sull'asfalto, ortogonale al senso di marcia (particolare che ci era sfuggito completamente qualche minuto prima in occasione del nostro passaggio) riporta il nome SEYSHELLES BEACH.

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Il sentiero che porta alla spiaggia scende in una gola che si restringe mano a mano che si avanza.

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Parcheggiata l'auto sotto il sole (siamo ai primi di giugno ma sembra quasi piena estate), ci incamminiamo per il sentiero che scende fino al mare. Le foto dell'album ( -click- nella didascalia della foto sotto) ci mostrano quel che vediamo...

Inizialmente, il tracciato è chiaro ed evidente. Poco dopo il capanno di pastori, invece, si fa stretto e tortuoso dividendosi in "rivoli" che si perdono tra gli arbusti. Detto così, sembra una cosa irrilevante. Invece, alcuni passaggi si buttano verso zone impervie mentre altri le evitano... Si procede secondo l'istinto... Ma capita anche di dover tornare indietro sui propri passi di alcuni metri.

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Album fotografico   - click -   "Seyshelles Beach (Ikaria)"     - istruzioni -

Ma non avremmo dovuto brontolare ad alta voce... Infatti il sentiero ad un certo punto sparisce sulle rocce. Non c'è più nessuna traccia da nessuna parte. Si deve procedere nella discesa lungo il greto di un torrente asciutto. Capita spesso di fermarsi per non dover saltare da una roccia troppo alta su un terreno insidioso che potrebbe anche provocare danni alle nostre caviglie (...e non solo). In questi casi si cerca un passaggio tra gli arbusti per evitare il salto... Ma, con i sandali ai piedi, è decisamente disagevole (bisognerebbe venire con le scarpe adatte).

Comunque, alla fine, convinti di aver dato ampia prova di determinazione, arriviamo al mare. Spuntiamo su una grande roccia a "panettone" dalla quale riusciamo a vedere la costa a destra ed a sinistra. La spiaggia è lì. Si vede a pochi metri da noi... Ma è molto piccola. L'acqua è bella e la sabbia è bianca... Ma rimane molto piccola.

Dire che simo delusi sarebbe una bugia... Il posto è decisamente bello. Tuttavia, esserci arrivati alla fine di un percorso ad ostacoli e dopo aver letto su tutte le fonti di informazione in nostro possesso che questa è la spiaggia più bella di tutto l'Egeo... Beh... Sappiamo bene adesso che hanno esagerato.

Senza nulla togliere a questo posto meraviglioso, diciamo che forse risulta molto più affascinante quando, in piena stagione (non ora), vi si arriva con una barca per turisti che parte ogni giorno da Agios Kirykos. Dal mare, avvicinarsi in un posto così è un vero spettacolo. 

Dobbiamo ricordare che noi conosciamo molti posti in tutto l'Egeo. Non possiamo fare a meno di fare il confronto con altre spiagge come "Balos" oppure "La spiaggia delle palme o meglio Vai Beach - Παραλία Βάι" (entrambe a Creta). Per non parlare di spiagge vicine (anche se non formalmente nell'Egeo...) come Elaphonisos (isoletta a Sud del Peloponneso) o Elafonissi Beach (Παραλία Ελαφονήσι - sempre  a Creta area Sud-Ovest)... Insomma... Penso che potrei continuare con l'elenco. Sarebbe meglio definire SEYSHELLES BEACH una spiaggia molto bella al livello delle migliori della Grecia... E non avremmo nulla da obiettare. Ma soprattutto sarebbe meglio pubblicizzarla correttamente. Forse è un bene che sia ancora così difficile da raggiungere. Non voglio neanche immaginare questo posto se fosse affollato dal turismo di massa.

Ad ogni modo... Siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo e possiamo rientrare soddisfatti alla base. Prima però, allungheremo un pochino per vedere anche Manganitis col suo porticciolo (foto sotto).

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Arrivati a Manganitis la strada (per non più di duecento metri) migliora un pochino.

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Non è un paese, è solamente una località... Un piccolo insediamento con qualche casa. Pochi coloro che vi abitano anche durante l'inverno. Sembra proprio d'esser ai confini del mondo.

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La sosta ad Ikaria è una delle soste più belle di questa crociera. È un'isola selvaggia che avevamo il desiderio di conoscere a fondo da molto tempo. Dopo una lunga attesa nel tentativo di trovare una finestra di tempo buono per partire in sicurezza, ci siamo arresi all'evidenza ed abbiamo preso il mare con vento fino a 30 Nodi... (Però portante... Che spinge...).

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Partiti da Ikaria. All'inizio del viaggio l'isola ci protegge dal vento che spira forte da poppa.

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L'ultima immagine dell'isola che abbiamo negli occhi e che porteremo con noi per molto tempo è quella qui sopra... Mentre, appena partiti, voliamo a 7 Nodi in attesa di perdere la protezione dell'isola e di affrontare un mare più “spumeggiante”. Ma è un'immagine molto bella per noi che amiamo la natura anche quando mette l'uomo alla prova.

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