000levkas-othonoi2010800x600
005iljulyamonastir
0095taverna
0075bibliotecadiadriano2
002unionjack59x38

- indietro -

La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

001italianflag59x38

Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

header1200x184

Fine

gabbianoinvolo
julyhome5

Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Kasos

itinerari di

prima estate

fine estate

- istruzioni -

Navigation

- indietro -

Claudio e Giannina sono ripartiti per l'Italia. Due cari amici che abbiamo rivisto con gioia e con i quali abbiamo passato le ultime due settimane: sono venuti a trovarci qui a Creta (click). Certo, quando partono degli amici un pò di nostalgia è inevitabile. Ma per fortuna abbiamo un piano per reagire a questa situazione: "la crociera di fine estate". Giusto il tempo di preparare la barca... E salpiamo.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                 (immagine satellitare 1)

001 dodecaneso 2011 800x600.jpeg

Foto dai nostri itinerari

fotocamera3

click -

Vai a consultare il meteo

bussola

Foto satellitare con la rotta della crociera di fine estate 2011 nel DODECANESO.

- indietro -

Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

Siamo rimasti fermi al marina per due mesi e mezzo. Abbiamo visto e parlato con tanti equipaggi di passaggio. Abbiamo anche visto molte barche provenienti da Kasos e Karpatos arrivare danneggiate per fare le necessarie riparazioni. Con gli equipaggi di due di queste abbiamo fatto amicizia. Uno è John, un inglese che ha poi preso qui il suo posto barca anche per il prossimo inverno: ha entrambe le vele rotte ed incastrate. Deve farle tirare giù da specialisti e comprarle nuove. L'altro è Paolo. Ex pilota dell'Alitalia che è arrivato dopo una notte di burrasca che lo ha costretto a rifugiarsi nel primo porto sicuro verso il quale “il vento ed il mare” gli consentivano di far rotta.

002 poseidone 200x260

E' utile, a questo punto, che io spenda due parole per spiegare a chi legge perché questa crociera di fine estate, dal punto di vista della sicurezza della navigazione, deve essere affrontata con una certa dose di prudenza supplementare. Riferiamoci alla "cartina" illustrata sotto (immagine satellitare 2). Esiste un tratto di mare, nell'Egeo, che è ben noto ai marinai per la sua pessima fama: un passaggio tra le isole dove mare e vento si insinuano moltiplicando la propria forza. Osserviamo le Cicladi: sono isole sparse da Ovest ad Est nella fascia centrale di questo mare. Venendo dalla costa continentale a Nord e scendendo verso sud, abbiamo un considerevole specchio d'acqua prima di incontrarle. Nella prima fila, quasi uno sbarramento, le prime sono "posizionate" in una linea ideale formata da Andros, Tinos, Mikonos, Ikaria e Samos. Tutte queste isole sono delle vere montagne che sgorgano dalle acque creando uno sbarramento imponente al vento dominante: il Meltemi. Le prime tre, tra quelle appena citate, sono quasi attaccate tra loro. Tra Mikonos e Ikaria, invece, esiste un bel tratto di mare di una cinquantina di miglia (quasi cento chilometri). In questo passaggio il vento rinforza ed il mare diventa subito molto aggressivo. Questo fenomeno si "autoalimenta", in qualche modo, continuando la sua folle corsa tra le isole di Astipalaia e Kos ed andando a sbattere nel braccio di mare tra Creta e Rodi. Qui, due isole, Kasos e Karpatos, ostacolano gli elementi che finiscono con cercare

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                           (immagine satellitare 2)

003 meltemi a kasos 600x650.jpeg

Carta dell'Egeo che evidenzia il tratto di mare nel quale si presenta questo fenomeno.

- indietro -

Durante il nostro lungo soggiorno qui a Creta ho avuto modo di osservare attentamente quel che accade in questi mari quando il Meltemi si arrabbia. Ho prestato molta attenzione alla meteorologia. Anche se abbiamo deciso di affrontare direttamente proprio la rotta che tutti sconsigliano, partiamo preparati. Il giorno 16 di settembre del 2011, dopo esserci attardati negli ultimi preparativi, partiamo per una piccola tappa: ci portiamo a Sitìa, il porticciolo più ad Est dell'isola. Il mare è tutto arruffato e sembra voler mettere subito in chiaro chi è che comanda. Ma sappiamo bene che quel che incontriamo è normale: nel pomeriggio rinforza sempre nel golfo di Mirabello. Così arriviamo a Sitìa dopo un viaggio senza storia: poche miglia utili per controllare che il July sia realmente in assetto di navigazione.

Appena entrati, alla nostra destra si presenta il lungo molo che protegge il porto. Vi troviamo una sola barca ormeggiata di fianco. Abbiamo tutto lo spazio per noi. Puntiamo quindi un po' più internamente dove saremo più protetti. Manovra perfetta: il July si affianca alla banchina fermandosi di fianco a pochi centimetri dalla gettata. Appena sceso, ancora con le cime in mano in fase di ormeggio, una potente moto sbuca dalla radice del molo e punta diritto verso di noi. Con una manovra che la dice lunga sulla consumata perizia del pilota, un solerte poliziotto frena sollevando una nuvola di polvere che si abbatte sul July per effetto del vento: "vi aspetto immediatamente in capitaneria per il controllo documenti"... E se ne va rombando, così com'è venuto, in un lampo... Con Margherita ci guardiamo sconcertati. Le notizie che abbiamo raccolto parlano di Sitìa come di una sosta tranquilla. Ci hanno detto addirittura che la capitaneria non c'è... Ed in effetti, siamo nel bel mezzo del porto e non la vediamo. Siamo abituati a riconoscerla: una grande bandiera della Grecia, una posizione dalla quale si vede bene ogni angolo del porto, la scritta in evidenza "Λιμενικο Σωμα" (Guardia Costiera)... Bah!... Quel tizio è arrivato ed è sparito prima che potessimo parlare: lo troveremo. Il comandante sul July decide che la sicurezza della barca ha la precedenza assoluta. Ci prendiamo tutto il tempo che ci serve per ormeggiare correttamente e per "rassettare" la barca. Quando saremo pronti scenderemo a terra... Il "tizio" può aspettare.

Il fatto però, non rimane senza conseguenze. Margherita vive "l'intrusione del motociclista" come una grave ingiustizia. Non è una questione di soldi... E' che tutte le persone che abbiamo interrogato in proposito, hanno detto di non aver pagato la sosta nel porto di Sitìa... Nessuno ha mai visto la capitaneria... Perché mai costui appare, del tutto inaspettato, proprio adesso che siamo arrivati noi e "ci punta" in questo modo?... Non è giusto! Ad ogni buon conto, scendiamo a terra e ci mettiamo alla ricerca degli uffici fantasma ai quali presentarci con tutta la documentazione della barca. In effetti, li troviamo subito; ma non sono all'interno del porto. Si trovano fuori del molo di sovrafflutto, al quale abbiamo ormeggiato, nello specchio d'acqua prospiciente un tratto banchinato destinato all'attracco dei traghetti e delle navi di linea.

Appena entrati, ci accorgiamo che nel grande ufficio, dotato di una decina di scrivanie, c'è un unico agente: quello che ci ha convocati. Adesso però, senza la moto e senza il casco, ci appare del tutto diverso. Non ha più l'aria minacciosa di prima. Anzi ci accoglie con un gran sorriso e i modi gentili di chi ha a che fare con degli ospiti. Ma mi accorgo subito che questo fatto non intenerisce minimamente Margherita che mantiene inalterata in viso la sua espressione da "battaglia" (il suo cognome da sposata). Il poliziotto vede in un attimo che i documenti sono in regola e con cortesia ci indica due sedie sulle quali ci invita ad accomodarci: "Faremo in un momento". - Dice - "Solo il tempo di fare i conti e potrete andare". La legge in Grecia prevede che una barca paghi ovunque la sosta in porto. I prezzi sono contenuti: otto/nove euro al giorno per una barca come il July. Le capitanerie, incaricate di "bollettare ed introitare" il versamento, non gradiscono questo incarico "degradante". Inoltre, la visione burocratica del legislatore ha creato una procedura complessa che prevede la compilazione di alcuni registri ed il calcolo da fare espressamente per iscritto per ciascuna barca (anche un solo centimetro fa la differenza). La stessa legge attribuisce al comandante l'onere e la responsabilità di recarsi in Capitaneria non appena sbarcato. In pratica però, la maggior parte se ne guarda bene dal farlo ed i porti vengono usati gratuitamente un po' da tutti. Ogni tanto, casualmente, qualche agente si fa vedere. In quel caso si paga... Ma la cifra è modesta. Questo è proprio il nostro caso oggi. Tutti quelli che conosciamo, a Sitìa non hanno pagato e noi pagheremo per tutti. Le carte che l'agente maneggia sono molte. Ogni tanto prende un nuovo "librone" e ricomincia a scrivere. Alla fine, visibilmente "stufo", ci guarda e ci dice: "Sono nove euro e venticinque centesimi"... Mentre ci consegna un pacco di fogli copia dei vari registri e del conteggio.

E' il momento che Margherita attende da un po'. La si vedeva "prepararsi" a dire quel che pensa mentre il poliziotto compilava le "scartoffie". "Nove euro e venticinque centesimi?... Ma è un furto! Ricontrolli i conteggi. C'è sicuramente un errore. Non è possibile!" (Rifare i conteggi?...Il poliziotto impallidisce visibilmente.) - Un fiume di parole investe il "tutore dell'ordine" cogliendolo del tutto impreparato. Con mia grande sorpresa, l'uomo mostra di capire l'italiano. Infatti, approfittando delle pause di Margherita per prendere fiato tra un'argomentazione e l'altra, si mette a parlare con me in inglese e mi da delle risposte coerenti con quel che sente in italiano. Così, per qualche minuto, tra italiani e greci, abbiamo mostrato coi fatti una certa cultura comune che sta alla base di entrambe le civiltà: Margherita parla a lui, lui parla a me ed io cerco di interloquire con Margherita. L'essenza della democrazia: "tutti partecipano e nessuno si sente escluso".

Ad un certo punto, così com'era cominciata, la baruffa finisce. Rimane il silenzio...Uno strano silenzio, mentre ciascuno ha ancora nelle orecchie le voci degli altri che si sovrappongono alla propria. Margherita prende il borsellino (quello mignon che usa per gli spicci) e tira fuori un biglietto da cinque euro tutto accartocciato che svolge e stende con le mani sulla scrivania. Poi, mentre tutti gli occhi sono puntati su di lei, comincia a versarci sopra gli spicci... Tutti partecipiamo al conteggio. Ci sono monete di tutte le taglie in quel borsellino. Siamo concentrati: non dobbiamo sbagliare. "Otto euro e novanta... Otto euro e novantacinque... Otto euro e novantotto... Basta! Non c'è n'è più."

A questo punto la discussione si fa accesa... Ma solo tra me e Margherita. "Ma scusa... Non hai portato i soldi?" - Le dico incredulo. - "Certo che li ho portati. Non li vedi?... Ma chi poteva mai pensare che non bastassero?... Per questo schifo di posto poi!..." - Io non ci posso credere. Non riesco a reagire velocemente come la situazione richiederebbe. Il primo a "riaversi" è il poliziotto "Non si preoccupi." - Mi dice -  "Basta così. Mancano ventotto centesimi. Quelli li metto io volentieri." - E ci restituisce i documenti, il pacco delle ricevute e ci tende la mano. Poi aggiunge: "Benvenuti a Sitìa. Gli italiani sono sempre i benvenuti. Sapete come diciamo noi: greci e italiani... Una razza, una faccia" - E ci accompagna all'uscita.

Per correttezza di cronaca però dobbiamo dire che la questione di principio, anche se inutile, è giustificata dal fatto che veniamo a sapere che la barca arrivata prima di noi non ha pagato e ben due barche, arrivate dopo, non verranno neanche contattate.

004 stemma 130x144

La mattina dopo, all'alba, il July salpa per il primo “salto”: destinazione Kasos. Fino ad ieri sera, la situazione meteorologica presentava una certa variabilità. Non sappiamo se troveremo bel tempo. Ad ogni buon conto, il meteo da queste parti cambia in modo repentino e non abbiamo nessuna voglia di starcene a Sitìa in attesa di previsioni assolutamente sicure (potremmo dover attendere a lungo). “Chi va per mare, di questi pesci piglia”... Dice un proverbio. E noi incrociando le dita puntiamo dritti per Capo Sidero (ultimo lembo di terra ad Est di Creta). Passiamo ben a largo dal capo... Ma non troppo. Ci sono scogli da scapolare in più punti e dobbiamo fare attenzione. Alcuni sono nei pressi della costa, altri un po' più a largo. Noi ci passiamo in mezzo. Poi, il vento rinforza e July prende il suo passo migliore. Maciniamo miglia in scioltezza e scrutiamo il mare continuamente: non ci faremo sorprendere da un colpo di vento in grado di fare danni. Quando arriviamo a ridosso di Kasos, capiamo che la fase più critica è davanti a noi. Ci dobbiamo "cacciare" tra isole e bassifondi. Se il vento rinforzasse mentre siamo proprio qua in mezzo ci troveremmo a dover lottare (vedi sotto la rotta del July).

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                      (immagine satellitare 3)

005 kasos 800x400.jpeg

Kasos e dintorni. Si noti lo stretto passaggio tra Kasos e Karpatos che faremo alla ripartenza.

- indietro -

Questo vago senso di ansia per un possibile colpo di vento non è dovuto solo alla cattiva fama di questo “angolo di mondo” così temuto dai marinai. Sin da quando abbiamo lasciato Sitìa il mare intorno a noi non ha smesso di lanciare segnali poco rassicuranti. Intendiamoci: ormai siamo quasi arrivati e finora tutto è andato bene... Navigazione assolutamente tranquilla. Tuttavia, la superficie dell'acqua ha sempre mostrato un moto ondoso “nervoso”, con qualche onda qua e là che cresce all'improvviso in un guizzo oltre la media. Anche il cielo ci mostra i segni di un prossimo cambiamento (la foto seguente mostra Kasos, vista da ovest, al nostro arrivo).

006 arrivo a kasos 750x568.jpeg

Arrivo a Kasos. Tutto va bene, ma quelle nuvole in cielo non dicono nulla di buono.

- indietro -

Per raggiungere un luogo sicuro, l'unica è cercare di trovare un posticino in porto. Per arrivarci dobbiamo “ficcarci” in uno stretto passaggio tra l'isolotto di Armathia e la costa Nord di Kasos (vedi immagine satellitare 4 qui sotto). Questo isolotto è troppo piccolo per proteggerci dal mare. Anzi, in caso di cattivo tempo da Nord (il Meltemi), il mare mosso lo circonda immediatamente formando un moto ondoso incrociato pericoloso proprio nella zona tra le isole e fino alla gettata del molo.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                      (immagine satellitare 4)

007 armathia kasos 800x360.jpeg

Il passaggio tra Armathia e Kasos impone grande attenzione (bassifondi da ambo le parti).

- indietro -

Inoltre, entrambe le isole sono orlate da ampi bassifondi dove le onde scaricano frangendo tutta la loro aggressività. Bisogna fare una rotta ben precisa per entrare. Ci viene incontro la moderna tecnologia. Per tanti anni, gli skipper, dopo aver studiato attentamente la carta, per entrare in questo passaggio si sono affidati al loro senso della posizione. Oggi utilizziamo mappe elettroniche con un sistema GPS (Global Positioning System) che ci mostra istante per istante dove ci troviamo sulla carta nautica. Così, sperando che il tempo regga ancora per l'ultimo tratto, ci ficchiamo a tutta velocità nel passaggio. Da quando ci sentiamo ormai tra le isole a quando arriveremo in porto, la distanza non è molta. Meno di cinque miglia. Ma una barca ci mette quasi un'ora a fare questo percorso. Il tempo non passa mai e nuvole e mare si incupiscono mano a mano che ci addentriamo. Ma le minacce non hanno mai fatto male a nessuno ed Eolo ci ha ignorati fino all'arrivo. Adesso, entrando in porto, ci serve solo un posticino protetto con ogni tempo. Poi, penso, potremo stare qui anche un mese: col cavolo che mi muovo se non vedo previsioni di tempo bello e stabile.

008 il july a kasos 750x568.jpeg

Il July a Kasos ormeggiato di fianco in banchina in un bel posto ben protetto in ogni condizione.

- indietro -

Appena dietro alla gettata, mi accorgo che quel che vedo è diverso da quel che riportano le mie carte. Hanno fatto dei lavori. Meno male. Adesso nel porticciolo esistono alcuni posti veramente protetti. La banchina di cui parliamo però, in definitiva, è una sola. Una buona metà, verso terra, non ha fondali sufficienti per noi (abbiamo bisogno di almeno 2,5m). Così ci mettiamo quasi in punta, vicino ad una barca a motore di un locale. Si vede subito che non ci sono turisti al momento. Questo è un luogo sperduto che si anima solo ad agosto. Eppure i posti migliori sono già occupati da gente dell'isola. Appena finito di ormeggiare, arriva il proprietario della barca a motore e, anche se gentilmente, ci consiglia di andarcene da quel posto. Appartiene ad un suo amico che è fuori a pescare e che si altera facilmente quando ci trova qualche barca di “estranei”. Andiamo a piedi lungo il molo ad esaminare i fondali e decidiamo di non aver problemi ad ormeggiare più internamente dietro ad un peschereccio. In pochi minuti siamo sistemati. Dei tanti posti che ci sembravano liberi appena arrivati, ne abbiamo trovato praticabile solo uno: quello che abbiamo adesso. Meno male. In compenso, è più interno e veramente protetto: potremmo restare anche per tutta la stagione invernale.

Giusto il tempo di mettere in ordine la barca dopo la navigazione e cominciamo a sentire caldo. In effetti, uscendo fuori in pozzetto, le nuvole si sono diradate ed è uscito un bel sole. Anche il vento sembra cessato quasi del tutto. Tutto quel cemento accanto a noi rende l'aria insopportabile. Da queste parti, se manca il vento d'estate (non succede mai), si soffoca. Per fortuna c'è acqua dappertutto. Andiamo a tuffarci nella spiaggetta dall'altra parte della banchina: la parte aperta verso il mare. Strana però questa cosa... Vento quasi zero nel secondo pomeriggio... Quando di solito aumenta. Ben rinfrescati dal bel bagno, prendiamo il computer ed andiamo in caccia di  una taverna dotata di Wi-Fi. Voglio vederci chiaro. Intendo studiare bene il meteo delle prossime 24 ore: non mi fido.

Ho analizzato la situazione a fondo. I vari siti che ho visto, sono tutti concordi nel prevedere una vera burrasca su tutto l'Egeo che colpirà più duramente proprio dove siamo noi: Kasos e Karpatos. Durerà parecchio. Comincerà a Nord, nella costa continentale, poi scenderà verso Sud per arrivare da noi domani pomeriggio. Dobbiamo prendere una decisione... Ma lo faremo con calma, senza stress. L'ormeggio del July è ottimo, quindi, nessun problema.

Album fotografico     - click -     "Kasos Island"              istruzioni

- indietro -

Il fatto è che, dopo aver visitato tutto il villaggio (unico centro abitato di quest'isola sperduta), ci siamo resi conto che qui siamo fuori stagione. Quasi tutto è chiuso. Per gli approvvigionamenti ci sono due negozietti in grado di garantire poco più della sola sopravvivenza. Provate a guardare le foto dell'album qui sopra e contare le persone catturate nelle fotografie. Restare bloccati qui è peggio che affrontare Nettuno incavolato. La decisione è presa: domani all'alba metterò fuori il naso e, se tutto sarà ancora calmo come da previsioni, si salpa. Faremo rotta diretta per Rodi. L'idea è quella di passare ad Est di Karpatos senza fermarci in modo da raggiungere il ridosso dell'isola di Rodi prima che il ballo cominci. Certo, è una scommessa. Tuttavia, se anche il cattivo tempo ci sorprendesse durante il viaggio, avremmo da lottare solo per alcune ore. Una volta a ridosso di Rodi rimarrebbe solo il vento, sempre meno mano a mano che si procede. Arriveremo a Rodi di notte. La cosa non mi entusiasma. Sono contrario ad arrivare di notte in un posto che non conosco. Ma tant'è... Non si può fare una frittata senza rompere le uova.

009 partenza da kasos 750x568.jpeg

- indietro -

Alla partenza da Kasos, speriamo che la burrasca sia ancora lontana. Abbiamo ospiti!

La mattina del 18 settembre 2011, un bel sole e calma di vento ci danno il buongiorno. La barca è in assetto di navigazione. Ci servono solo pochi minuti per salpare. Tutto lascia pensare che le previsioni siano rispettate. Ci sarà pure una burrasca in corso nell'area Nord dell'Egeo, ma per adesso qui tutto è calmo. Dobbiamo solo mettere il July alla frusta: massima velocità e rotta verso Rodi. E' una gara contro il tempo. Arriveremo noi a ridosso prima che arrivi la burrasca o succederà il contrario: entro sera lo sapremo. Appena usciti dal porto, ci accorgiamo di avere un clandestino a bordo: un uccellino si è piazzato sul gommone per godersi la traversata. Ci lascerà a pochi metri dalla costa di Karpatos e non pagherà il biglietto. Lo prendiamo per un buon auspicio.

Come creare un sito web con Flazio