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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Kastellorizo

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Dopo la lunga sosta a Pandeli, dove siamo ritornati da Patmos, ci siamo fermati a Kalimnos, a Kardamena e Simi. Tutti posti che ormai conosciamo bene dall'autunno dell'anno scorso. Abbiamo fatto un programma di attesa del momento giusto per fare il visto di ingresso in Turchia. Infatti sapevamo che, una volta "fatta l'entrata", la barca vi si può fermare per un anno ma le persone, dopo soli tre mesi, devono uscire dai confini. Visto che il nostro programma prevede di partire dalla Turchia per rientrare in Italia nella seconda metà di novembre, i conti ci dicevano che, per non avere problemi, non avremmo potuto “fare l'ingresso” prima del 20 di agosto.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                              (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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Rotta del July dall'isola di Simi a Kastellorizo... Con sosta a Rodi.

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Così, al momento giusto, abbiamo deciso di partire per visitare Kastellorizo... L'isola greca "sperduta" nel bel mezzo della costa sud della Turchia. L'idea è stata quella di partire da Simi, fare tappa a Rodi per la notte e riprendere il viaggio per Kastellorizo con rotta diretta evitando di fare scalo in Turchia (con relativi possibili problemi burocratici).

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Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

Vista di Kastellorizo. Si vede, evidenziata, la posizione del July.

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L'isola è così famosa per essere quella sulla quale è stato ambientato il film di Salvatores che ha vinto l'oscar nel 1991. Non ha senso, in questa sede, dilungarsi ulteriormente a riguardo. A questo proposito, per chi avesse curiosità su questo argomento, una rapida ricerca su internet può dare risultati soddisfacenti.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                              (immagine satellitare 2)

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Immagine satellitare della rada di Kastellorizo che costituisce l'unico vero scalo dell'isola.

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Ci sarebbero molte cose da dire sulla nostra sosta in questa perla del Mediterraneo. Ci siamo fermati abbastanza tempo per apprezzarne a pieno le caratteristiche. Naturalmente ogni giudizio è molto condizionato a seconda che si parli dal punto di vista del turista o dal punto di vista del residente. Abbiamo contato circa trecento case. Sappiamo che oltre sessanta sono di proprietà di italiani. Abbiamo incontrato e scambiato due parole con un signore che, a posteriori, abbiamo scoperto essere Fiorucci (quello dei salumi italiani nel mondo). Abbiamo visitato i luoghi del film “premio Oscar” Mediterraneo, abbiamo parlato con la figlia di "Chico", titolare di una taverna che ha ricevuto questo nome dalla troupe ai tempi in cui stavano girando il film. “Chico” per la troupe è stato un "Jolly tuttofare" pratico del posto (preziosissimo collegamento con la realtà locale). Abbiamo visitato il museo "etnografico" (chiamiamolo così) e quello storico all'interno della vecchia moschea. Siamo saliti al monastero (400 gradini sotto il sole) dove abbiamo scoperto l'esistenza di un passaggio segreto che consentiva di sfuggire ai pirati entrando fisicamente in un mobile-inginocchiatoio per sparire in una cripta sottostante. Abbiamo visitato il vecchio castello che ha dato il nome all'isola. Abbiamo raccolto le testimonianze ufficiali e quelle di alcuni sopravvissuti che si ricordano ancora quando questo era suolo italiano. Naturalmente non concordano: nel museo si parla di un periodo di oppressione mal vissuto dagli isolani. I vecchi quì raccontano con orgoglio che quando c'erano gli italiani l'isola era rispettata dai turchi: oggi si sentono lontani ed abbandonati da Atene. Un anziano ci ha raccontato di una volta, quando un pescatore locale è stato sequestrato dai turchi con la scusa dello sconfinamento. Allora una nave militare italiana che stanziava in porto è entrata in acque turche e con un megafono ha preteso la liberazione immediata ed incondizionata dell'"ostaggio". Pescatore e barca vennero prontamente rilasciati e la sera ci fu festa al villaggio... Italiani ed isolani per una volta uniti. Ma come si fa a mettere insieme tante cose?... Ci vorrebbe ben altro spazio e ben altro impegno. Mi accontenterò allora di presentare qualche foto ricordo per noi e per i nostri amici.

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