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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
La nostra seconda barca
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- Descrizione di Bolina - (Esiste una descrizione della barca pubblicata sulla rivista "BOLINA")
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Agosto 1989 - Appena giunti in rada, davanti al campeggio l'Isuledda, nel golfo di Arzachena, ho messo a mare il tender e sono andato alla ricerca subaquea di un qualsiasi appiglio fisso sul fondo che si potesse agguantare. A quell'epoca si teneva sempre in barca uno spezzone di catena da passare intorno ad uno scoglio. Fortuna volle che trovai un vero corpo morto inutilizzato. Fatta la linea di ormeggio, posizionate le boette per il recupero della stessa, arrivò mio cugino Alberto che mi fece questa foto.
Quell'anno, dopo la lunga sosta nella baia dell'Isuledda, andammo in giro a vela sfruttando il vento sempre presente da quelle parti. Ci rimangono le foto di una veleggiata dalla Maddalena a Bonifacio...
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Agosto 1992 – Quando siamo arrivati alle isole Baleari, a Minorca per la precisione, siamo entrati nel fiordo di "Ciutadela" con la speranza di trovare un ormeggio in modo da poter rimanere in sicurezza alcuni giorni in quel porticciolo naturale dal fascino antico. Effettivamente poi, siamo riusciti a sistemarci nella banchina entrando a sinistra. Nel primo pomeriggio però, ci hanno detto che avremmo dovuto andar via: tutti i posti riservati al transito erano occupati (avevamo ormeggiato in un posto occupato) e dovevamo spostarci prima di sera. Eravamo insieme ad una barca francese, con la quale mel frattempo avevamo fatto amicizia... Una barca dal nome spagnolo: Carolita (che i francesi naturalmente pronunciano Carolità).
Insieme abbiamo allora deciso di andare a passare la notte in rada. Purtroppo, il mattino seguente ci siamo accorti che mentre dormivamo quelcuno aveva fatto sparire il nostro gommone col suo motore... Un vero disastro proprio all'inizio della crociera.
Sapevamo che era annunciata burrasca da Nord-Ovest forza otto... E sarebbe durata alcuni giorni. Abbiamo deciso allora di andare a passare il periodo di maltempo in una rada non troppo lontana ed abbastanza "protetta con ogni tempo": Cala Morell.
Qui, ho lavorato per mezza giornata per appennellare due ancore che potessero tenere in sicurezza. Questo mi ha permesso di avvicinare la barca a terra, tra gli scogli di prua, in modo da poter sbarcare (foto sotto).
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Il Tremar a Cala Morell, dopo il furto del tender, a soli cinquanta centimetri dalle rocce.
Nota:
Questa barca ci ha dato molte soddisfazioni per diversi motivi:
1- venivamo da una barca piuttosto piccola e questa è stata la nostra prima vera barca d'altura. Ciò significa avere una vera “toilette”, una vera cucina, un motore entrobordo, etc.
2-il Caipirinha è anche una vera barca con la quale affrontare venti forti e mare mosso. Sebbene il nostro Supermistral fosse una barca molto “marina” ed eccezionalmente dotata (per le sue dimensioni) anche in condizioni dure, il comportamento del Caipirinha si è rivelato subito molto diverso sotto ogni punto di vista (click).
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