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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Mahòn

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Mahòn è una cittadina che occupa la riva sud nella zona interna dell'omonimo fiordo che si apre al mare sulla punta est dell'isola di Minorca. Come si può ben immaginare, si tratta di un insediamento molto antico. Questo fiordo, lungo circa 3,2 miglia nautiche, è infatti un ridosso naturale eccellente così vasto da poter contenere agevolmente un'intera flotta navale di una qualsiasi potenza dell'antichità. Non si fa fatica quindi ad immaginare che, queste caratteristiche, unitamente alla posizione strategica che intercetta le rotte commerciali nel bel mezzo dell'ampio tratto di mare che separa Italia (Roma), Africa (Cartagine) e Spagna, abbiano fatto gola a molti paesi vogliosi di affermare, di volta in volta, il loro predominio sugli altri.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                          (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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Il fiordo di Mahòn: lungo circa 3,2MN, si chiude in fondo, col Marina De Mahòn.

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Entriamo a Mahòn per il canale principale; in effetti l'unico praticabile e segnalato da boe rosse e verdi. Esiste un secondo canale, ma porta dietro all'isola dell'antico Lazzaretto dove è possibile dar fondo in uno specchio di mare protetto da ogni tempo, ma lontano dal centro abitato. Noi invece facciamo rotta per raggiungere proprio il paese. Margherita vuole scendere a festeggiare subito il nostro arrivo. Dopo aver cercato di contattare l'autorità marittima per avere indicazioni sui possibili ormeggi, ci rendiamo conto che costoro, forse solo al momento contingente, non parlano inglese. Così decidiamo di approfittare di un ragionamento che si sta facendo strada da un po' nella nostra testa. Questo incredibile via vai di barche di ogni dimensione, crea un fastidioso moto ondoso all'interno del porto praticamente ovunque. In questo caso, esperienza insegna che esistono solo due soluzioni possibili: la prima consiste nell'affondare tutte le imbarcazioni a motore che si muovono fino ad esaurire le scorte, la seconda, meno radicale, nel cercare un posto barca proprio in fondo al fiordo dove, per motivi ovvi, non ti passa davanti nessuno. Optiamo per questa seconda scelta: “non facciamoci riconoscere subito”. Così, ci portiamo a ridosso degli ultimi pontili e proviamo di nuovo con la radio: “nessun risultato”. Allora proviamo coi gesti: quando qualcuno si mostra in movimento sui pontili, gli facciamo cenno. Dopo una decina di minuti (a quest'ora, da queste parti, si fa la siesta...), vediamo arrivare uno dei “marineros” in bicicletta che ci fa cenno di accostare. Pochi minuti ed il July è in assetto da porto (con tanto di televisione collegata e funzionante).

Bienvenidos, estamos en España.

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Album fotografico   - click -   "Mahòn"     - istruzioni -

Così, in pochi minuti, ci ritroviamo di nuovo a Mahòn (ci siamo stati in barca nel 1992 venendo da Genova). Percorriamo il marciapiede che costeggia il bordo del mare verso il paese. Ci ricordiamo che, ad un certo punto, ci sono le scalinate che portano in alto. Come in tutti gli insediamenti umani costruiti per diversi secoli vicino al mare, anche qui il centro abitato è distante e sopraelevato rispetto al porto. Troppo spesso bande di pirati sbarcavano per saccheggiare tutto quello che potevano. In questi casi, oltre al furto di tutto ciò che avesse valore (vettovagliamento e scorte comprese), si verificavano stupri, omicidi ed ogni sorta di brutalità. Le popolazioni cercavano di difendersi con mura adeguate e ponendosi ad una certa distanza dalle zone di sbarco. Quando possibile, ponevano le mura al di sopra di queste in modo da costituire minaccia per gli attaccanti. Mahòn infatti è fatta proprio così: le mura sovrastano la zona centrale del porto.

Anche se, dopo la traversata, sgranchirci le gambe è una cosa che facciamo molto volentieri, non stiamo semplicemente passeggiando... Anzi, abbiamo una meta ben precisa: vogliamo risolvere immediatamente il problema delle "comunicazioni" (SIM spagnole per i nostri smartphone).

Così, dopo aver risolto il problema, ci inerpichiamo per le scale su verso il paese. Decidiamo di salire direttamente verso il convento (ha delle mura imponenti che sembrano quelle di un castello). Una volta raggiunto il suo ingresso, il resto del centro abitato si raggiunge ovunque senza troppa fatica (i dislivelli rimangono contenuti). Qui, sostiamo un momento per guardare il fiordo dall'alto (foto sotto).

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Alla sinistra della ciminiera, c'è il Marina De Mahòn dove il July si sta godendo il meritato riposo.

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Guardando la foto sopra, quando siamo arrivati a Mahòn con la nostra barca dell'epoca (un Caipirinha), le banchine galleggianti che vediamo qui in primo piano non c'erano. Anche le barche erano poche rispetto ad oggi e noi avevamo ormeggiato (gratis) fianco in banchina lungo il molo qui sotto. Allora, ci siamo fermati due o tre giorni e ricordo che ci aveva impressionato il fatto che sia di giorno che di sera le strade erano deserte. Questa volta invece le persone le troviamo tutte in giro, piuttosto allegramente devo dire, soprattutto nelle stradine alte e centrali dello shopping.

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Il "Mercato del Pescado" con localini simpatici che vendono tapas.

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Avremmo dovuto saperlo: la traversata, l'aria di mare, il rilassamento finale, la passeggiata... Insomma, ci viene fame. Margherita ha letto da qualche parte che intorno al mercato del pesce è possibile trovare dei localini niente male, soprattutto per le “tapas”. Così, quando ce lo troviamo di fronte (vedi foto sopra), non resistiamo.

Che dire. Pensa e ripensa, non sappiamo proprio capacitarci del fatto che eravamo sicuri che a Mahòn ci fosse poca gente. Comunque, questa volta "ci diamo dentro"... Ci daremo da fare anche per quel che non abbiamo fatto nel "92.

Album fotografico   - click -   "Mahòn 2015"     - istruzioni -

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Dopo aver passato alcuni giorni a Mahòn, cominciamo a discutere su come procedere per visitare al meglio le isole Baleari. Siamo ancora ai primi di giugno e dobbiamo sfruttare questo fatto senza far passare il tempo inutilmente. Da queste parti, luglio e agosto possono diventare mesi infernali. I prezzi si impennano, il posto barca si trova con difficoltà ed il turismo si fa sicuramente “meno rilassato”. Decidiamo di dirigere direttamente a Maiorca. Puntiamo a Porto Cristo: uno scalo con grandi pretese. Tutto nasce dal fatto che Margherita, durante l'inverno, navigando in internet se n'è innamorata.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                                     (immagine satellitare 2)

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Rotta percorsa dal July da Mahòn a Porto Cristo nell'isola di Maiorca.

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La decisione la prendiamo alle quattro del pomeriggio. Non ha senso pagare il marina solo per dormire in barca. A terra non ci rimane nulla di particolare in sospeso. Decidiamo di pagare e salpare per andare a dare ancora a ridosso dell'isola del Lazzaretto. Questo ancoraggio è vicinissimo all'ingresso del fiordo di Mahòn e domani mattina avremo meno miglia per uscire in mare aperto.

Abbiamo preso la decisione facendo "i conti senza l'oste". Sappiamo bene che molti marina, se si lascia il posto dopo le ore 13, pretendono il pagamento della notte a venire. Non abbiamo intenzione di sollevare discussioni. Se dovessero applicare questa regola, semplicemente resteremmo dove siamo. Ma ieri abbiamo visto una barca di francesi salpare alle quattro... Ed infatti, quando andiamo a pagare alla reception, non ci muovono alcuna osservazione. Per loro è tutto normale (le quattro del pomeriggio per loro è ancora ora di pranzo...).

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                                     (immagine satellitare 3)

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il July, da Mahòn, si porta nella baia "Del Lazareto", a ridosso dell'isola omonima.

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La punta a sud dell'isola del Lazareto (in italiano la parola ha la doppia “t”) si protende verso il mare con un bassofondo “inquietante” piuttosto esteso. Inoltre, quando si arriva sul posto, si ha l'impressione di vedere molto vicino anche il bassofondo che prolunga la punta sotto la fortezza (ben più impressionante per via di aguzze guglie parzialmente emerse) – vedi (immagine satellitare 3). L'intero "pacchetto" concorre a rendere il passaggio "eccitante". L'ingresso del fiordo di Mahòn si affronta imboccando un lungo canale segnalato da boe rosse e verdi. La conoscenza del fatto che ovunque intorno i fondali sono insidiosi, si somma così alla vista dei bassi fondali rocciosi già citati. Abbandonare, ad un certo punto, il canale navigabile, vedere a sinistra un estesa zona di rocce semi-affioranti e navigare dritto sugli scogli ben visibili a pelo d'acqua ai piedi del forte induce Margherita a perdere tutta la sua fiducia nel comandante. Con due balzi si porta a prora e si mette di vedetta: "Ma dove vai? Le vedi tutte le rocce proprio davanti a noi? Gira!... Non fare cavolate..."

Per fortuna questo "misunderstanding" dura poco. Dopo qualche interminabile minuto, il July torna ad una rotta decisamente più rassicurante. Io non riesco a spiegarmi con lei. Non riesce ad accettare alcun concetto che vada contro i suoi sensi: contro quello che ha visto coi suoi occhi. Invece proprio qui sta il trucco. La vera insidia nasce dal fatto che, in alcune circostanze, i sensi ci ingannano. Occorre studiare molto bene il da farsi e prendere dei riferimenti oggettivi (si chiama navigazione costiera). A questo punto, se tutto viene fatto come si deve, si procede ignorando completamente i sensi... Tuttavia, anche dopo molti anni di pratica, fa sempre un certo effetto.

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Album fotografico   - click -   "Baia del Lazareto"     - istruzioni -

L'album fotografico qui sopra mostra la pace e la bellezza che troviamo tutt'intorno a noi quando diamo fondo nella baia del Lazareto in questa serata magica che ci offre colori diversi mano a mano che la sera avanza ed arriva la notte. Non siamo soli. Altre barche hanno deciso di passare qui la notte. È uno dei pochissimi ancoraggi sicuri con ogni tempo che esistono nell'arcipelago. Qui ci sentiamo veramente tranquilli.

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La notte nella baia "Del Lazareto", a ridosso dell'isola omonima.

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L'indomani mattina, appena svegli, riprenderemo il mare facendo rotta per Porto Cristo. Sarà la prima volta che arriveremo nell'isola di Majorca con la barca... Si perché nel "92 non avevamo tempo per visitare tutte le isole... Venivamo da Genova ed avevamo il lavoro ad attenderci al rientro.

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