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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Methoni

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Diciamo subito che Methoni non è una “tappa” come le altre. Siamo rimasti circa dodici giorni a Pylos per attendere una finestra di tempo “maneggevole” in modo da poter puntare a Creta senza rischi eccessivi. Abbiamo di fronte una delle aree del Mediterraneo che più richiedono attenzione per i navigatori che viaggiano su piccole barche come la nostra. Certo, per le grandi navi è diverso, ma per noi, molti dei pericoli che affliggevano la navigazione a vela dei tempi antichi continuano ad essere reali. Diamo un'occhiata alla carta ( foto satellitare 1 qui sotto), Methoni, subito sotto Pylos, è il primo dei tre grandi capi del Mediterraneo che si protendono dal Peloponneso con tre lunghe "dita" formate da alti promontori rocciosi in grado di deviare i forti venti da Ovest e, se possibile, di accelerarne il flusso per far ribollire il mare tutt'intorno.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                 (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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Da Monastir (Tunisia) ad Ayos Nikolaos (Creta), la rotta dal 6 maggio al 20 giugno 2011.

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Da diversi giorni guardiamo il meteo nell’attesa delle previsioni favorevoli per noi. Finalmente sono previsti tre o quattro giorni di vento moderato. Partiamo da Pylos con una burrasca in calo da Nord-Ovest. Si balla parecchio, ma quando, alla fine, scapoliamo il promontorio che si protende a Sud dell’abitato di Methoni, il mare si calma e raggiungiamo la parte protetta della rada. Diamo fondo a poca distanza dalla spiaggia. Dal July vediamo bene le mura della fortezza che si stagliano contro il sole del tardo pomeriggio: siamo partiti tardi. La burrasca è in calo e domani sarà bello. Partenza all’alba. Dobbiamo raggiungere la penisola del Mali… Capo Matapan per la precisione, poi scapolarlo per rifugiarci a Porto Kaio subito a Nord sulla costa Est della penisola.

Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                 (immagine satellitare 2)

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L'ingresso del July, proveniente da Pylos, nella rada di Methoni fino al punto d'ancoraggio.

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Methoni, da un punto di vista strategico, è stato nei secoli considerato a ragione un caposaldo estremamente importante. Fino alla scoperta delle Americhe, per noi occidentali, il Mar Mediterraneo rappresentava un ostacolo, un confine naturale, ma anche una via di comunicazione verso le esotiche terre del levante. Il possesso di questa posizione, che già da un punto di vista geografico era considerata a quell'epoca la porta dell’oriente, da un punto di vista militare era di importanza fondamentale per chi volesse estendere la propria egemonia verso l'Egeo.

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Il castello e la rada di Methoni dove il July ha buttato l'ancora in attesa di salpare il giorno dopo.

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La sua storia, evidentemente, si fonde con la storia del Peloponneso e della stessa Grecia almeno fino al periodo veneziano. Infatti, già nel 1225 i veneziani tentarono di occupare le precedenti fortificazioni. Riuscirono a sconfiggere temporaneamente i bizantini e rasero al suolo praticamente qualsiasi costruzione. Ma avverse fortune militari, li costrinsero subito dopo ad abbandonare Methoni per molti anni ancora. Poi, nel 1204, ripeterono l'impresa con maggiore successo. Si impadronirono del promontorio (...e non solo), lo fortificarono e ne rimasero i padroni per circa trecento anni (1500). Durante questo periodo, all'interno delle mura della fortezza, vi era una fiorente cittadina brulicante di attività. Militari, mercanti ed anche pellegrini diretti in Terra Santa facevano sosta qui per vettovagliamenti, protezione e persino manutenzione delle navi. Poi, nel 1500, i turchi occuparono la zona, scacciarono i veneziani e massacrarono la popolazione per poi ripopolare il luogo con migliaia di sudditi del sultano. Infine, almeno per quel che riguarda la fortezza, l'avvento delle armi da fuoco diede il via a parecchi rimaneggiamenti ed oggi quel che rimane è un "mix" di stili ed opere difficilmente leggibile. All'interno delle mura rimane ormai molto poco... Una chiesa, una colonna e poco altro. Tuttavia l'imponenza e l'integrità della cinta muraria, unitamente alla torre esterna alle mura, rimangono una delle testimonianze più valide dell'architettura militare di quei tempi.

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Foto dell'ingresso della fortezza visto dagli spalti della torre.

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Qui a Methoni siamo ancorati in rada in attesa di salpare all’alba per la penisola del Mali. Abbiamo percorso le poche miglia che ci separano da Pylos al solo scopo di avvicinarci alla prossima destinazione. Da queste parti, nelle giornate di bel tempo, un forte vento si alza già a fine mattinata e dura, rinforzando, sino a sera. Vogliamo arrivare a scapolare capo Matapan prima che si metta a soffiare troppo forte. La visita a terra, compreso un bel tour della fortezza, l'abbiamo fatta quando eravamo ormeggiati comodamente a Pylos. In occasione di quella visita abbiamo scattato le foto sotto.

album fotografico   - click -     "Methoni 3/6/2011"     - istruzioni -

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