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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Tabarca

Navigation

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Oggi, all'alba del giorno 8 luglio 2015, lasciamo il porto di Alicante per una nuova avventura… Già! Dirigiamo per un isolotto che promette di riservarci un’accoglienza “fascinosa”: Tabarca. Molta parte, per quanto riguarda l'attrattiva esercitata su di noi, è dovuta alle aspettative create dal via vai dei battelli che dal lungomare di Alicante portano frotte di visitatori sull'isola. Per dieci giorni, ogni volta che uscivamo dal marina, sulla passeggiata trovavamo, sempre pronte, le barche turistiche in partenza.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                          (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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Rotta del Juy da Alicante a Santa Pola... Passando per l'isola di Tabarca.

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Basta navigare per una decina di miglia e si mette piede in un fazzoletto di terra che per secoli (probabilmente per millenni) è stato un lembo di terra isolato abitato da povera gente. Infatti, nei tempi antichi, essere su un isola significava essere alla mercé di chiunque venisse dal mare.

Arrivavano all'improvviso con l'intento di depredare poche persone indifese. La conseguenza di ciò è che nelle piccole isole potevano vivere solo poveri pescatori che, non possedendo nulla, non suscitavano le bramosie di nessuno.

Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                          (immagine satellitare 2)

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L'avvicinamento all'isola di Tabarca pone molti problemi. Esiste una rotta d'accesso al porto.

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Persino i religiosi che cercavano una via di espiazione lontana dal mondo, come monaci e frati, non erano al sicuro dai pirati. Girando per il mediterraneo abbiamo raccolto molte testimonianze in proposito e Tabarca non faceva eccezione. Infatti esiste sull’isola una piccola chiesa-monastero che, oltre ad ospitare “poveri” frati, è stata costruita in modo assai robusto così da resistere agli assalti dall'esterno.

Per potermi avvicinare e per poter tentare di sbarcare sull'isola, oltre ad aver studiato i documenti ufficiali di bordo e le carte, ho anche raccolto tutte le informazioni possibili parlando al club con gente che la conosce. La immagine satellitare 2 mostra la parte ovest dell'isola, quella che comprende le uniche due zone di sbarco: quella a nord (il porto) e quella a sud (la spiaggia). Sappiamo che le autorità hanno proibito l'ancoraggio davanti alla spiaggia (anche se sembra che alcune barche di locali sfidino sistematicamente il divieto). Mentre per quanto riguarda l'avvicinamento al porto, a patto di rimanere all'interno della zona navigabile evidenziata, non ci sono problemi fino ad un pescaggio di 3m (il July pesca 2 metri). Certo... Visto che non ci sono riferimenti a mare (boe di percorso), in fase di accosto occorre essere ben sicuri della propria posizione: parecchi scogli sommersi sono molto pericolosi soprattutto sul lato ovest. Ma io non rischio nulla: intendo fare rotta per 180° puntando dritto sulla punta del molo per poi entrare largando quanto basta e vedere se troviamo qualche metro di banchina libero per attraccare. Userò contemporaneamente sia la navigazione elettronica con punto nave GPS sia quella strumentale con bussola da rilevamento e carta nautica. Inoltre, intendo piazzare una vedetta a prora (...mia moglie) per aumentare ulteriormente il livello di prudenza.

Non passa quindi molto tempo ed il July è in fase di accosto. Dieci miglia sono proprio poche e verso le nove del mattino stiamo puntando l'entrata con rotta sud in perfetto allineamento.

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Il July in rotta di accosto all'isola di Tabarca (foto scattata dalla prora dell'imbarcazione).

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Scattiamo la foto sopra quando siamo ancora in “acque facili” con circa nove metri di fondo. Dopodiché, saremo così concentrati da evitare qualsiasi distrazione… Anche quella di un report fotografico.

Anche il numero di giri del motore è stato ridotto al minimo: avanziamo appena. Margherita, senza attendere l'ordine del comandante, si è già portata a prua dove, dall'apposito sedile, mi fa dei gran discorsi che non posso sentire. In questa zona l'acqua ha un'ottima trasparenza: il profondimetro dice che abbiamo nove metri sotto di noi e già si vedono le chiazze di sabbia, le alghe e le rocce che, a macchia di leopardo, costellano il fondale. Sono molto tranquillo: stiamo solo andando a vedere. Se troveremo posto, proveremo ad attraccare per qualche ora, in caso contrario, usciremo dal porto "ripassando sui nostri passi" ed andremo, un po' in anticipo, al marina di Santa Pola dove in ogni caso ci aspettano.

Quando siamo più vicini a riva, abbiamo ancora circa quattro metri d'acqua sotto la chiglia, Margherita si fa decisamente più agitata. Mi segnala scogli dappertutto. La chiarezza dell'acqua li fa apparire vicinissimi e pericolosi, ma siamo in perfetto allineamento e i sensi ingannano. Ad un certo punto, mi sento costretto a dare ragione alla moglie: il rischio non vale la candela. Riusciamo a vedere che comunque è quasi impossibile potersi sistemare in porto e la manovra non piace al mio equipaggio: dietrofront... Si prosegue per Santa Pola.

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Il July ormeggiato al Marina di Santa Pola.

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Arriviamo dentro il porticciolo di Santa Pola senza aver potuto contattare il marina... Per qualche motivo sconosciuto non rispondono alla radio. Fortunatamente noi sappiamo quali sono i pontili verso i quali dirigere e decidiamo di usare una vecchia tecnica che funziona sempre: ci affianchiamo senza permesso dove non si potrebbe. In mezzo minuto arriva qualcuno a cacciarci via... Almeno, questa sarebbe la sua intenzione. Ma una volta che ci raggiunge, ci presentiamo e veniamo sistemati con tutte le scuse e "gli onori" che ci spettano (per avere avuto pazienza...).

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Album fotografico   - click -   "Marina di Santa Pola"     - istruzioni -

Dopo aver fatto una ricognizione tutt'intorno al Marina di Santa Pola, abbiamo concluso che lo scalo può essere interessante soprattutto per un fatto “logistico”: da qui partono continuamente i battelli per l'isola di Tabarca... Si va e si torna in ogni momento ed il prezzo è la metà di quello praticato ad Alicante. Prendiamo quindi tutte le informazioni necessarie e domani mattina alle 08h:30' partiremo su di un “catamarano” veloce. Dopo aver visto personalmente qual'è la situazione nel porticciolo di Tabarca, l'impossibilità o quasi di ormeggiare (se anche si trovasse posto, si finirebbe col diventare bersaglio dei battellieri che vanno e vengono e non tollerano intrusi a complicare la loro giornata), abbiamo capito che la scelta migliore è quella di lasciare il July tranquillo ed andare coi mezzi. Così, dopo aver deciso che resteremo due giorni in porto, abbiamo pagato direttamente in anticipo per l'intero periodo di sosta per poi dedicarci, con tutto il nostro impegno, solo al relax.

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La mattina dopo, come programmato, ci imbarchiamo sul primo mezzo in partenza per l'isola. Dato che il tragitto è breve ed il mezzo è veloce, non ci abbiamo impiegato molto tempo a sbarcare: più o meno una ventina di minuti. Tabarca è decisamente affascinante e siamo contenti di aver preso la decisione di arrivare per primi, quando non ci sono ancora turisti. Siamo sicuri che fra qualche ora sarà diverso... Tutto sembrerà diverso. È un'esperienza che abbiamo già avuto occasione di fare altre volte: l'atmosfera che percepiamo tutt'intorno a noi condiziona enormemente i nostri sensi... E questa atmosfera non ci sarebbe se fossimo circondati dalla folla. Appena scesi, faccio in sequenza una serie di foto di quel che vedo... Qui sotto, il risultato di una "giuntatura casalinga" ci da un'idea del colpo d'occhio generale fin oltre la chiesa... In fondo a destra.

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Appena scesi a Tabarca, questo è quel che vediamo.

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Spendiamo due parole per sintetizzare quello che siamo riusciti a sapere su quest'isola. Sebbene i resti più antichi trovati a Tabarca risalgano al III secolo dopo Cristo e siano del "periodo di fine impero romano", dobbiamo però dire che questi non fanno pensare a veri insediamenti stabili; in realtà possiamo parlare solo di tracce del passaggio di esseri umani.

Dobbiamo arrivare al XIV secolo per trovare documenti che parlano della proposta di costruire delle fortificazioni al fine di evitare che pirati di origini diverse, che regolarmente facevano base sull'isola, infestassero quella zona di mare con le loro “scorribande”.

Nel XVII secolo, Filippo III fece progettare delle fortificazioni militari... Che però non vennero mai realizzate a causa delle spese di manutenzione che queste avrebbero comportato.

Solo nel 1770 possiamo parlare della realizzazione di un vero insediamento. Essendo governatore locale all'epoca il Conte de Aranda, Carlo III concesse, in cambio di una somma di denaro, ad un gruppo di fuggiaschi genovesi (sessantanove famiglie) di potersi insediare stabilmente sull'isola. Fuggivano dall'isola di Tabarca, di fronte alle coste tunisine, a causa di una persecuzione ad opera delle autorità locali che ne decretava la messa in schiavitù. Costoro chiamarono l'isola Nuova Tabarca e cominciarono a costruire le prime case. L'attenzione richiamata dall'evento, ebbe anche, come conseguenza, la permanenza di un piccolo presidio militare e furono costruite, oltre alla chiesa ed alle case, anche delle mura (ancora oggi ben visibili a contorno dell'abitato).

All'inizio del XIX secolo, a causa di una nuova situazione politica, della perdita di interesse militare dal punto di vista strategico, di un terreno non adatto all'agricoltura ed altre intuibili motivazioni, si registrò un abbandono dell'isola da parte dei suoi abitanti e, durante il periodo invernale, la popolazione si era ridotta a non più di una sessantina di persone.

Oggi, il turismo e la vicinanza della terraferma con i moderni mezzi di trasporto hanno fatto di quest'isola un piccolo paradiso per le vacanze. Tuttavia, le case e le persone che vi abitano mantengono una semplicità di vita ed una “autenticità” sorprendente... Non possiamo che augurarci che tutto duri il più a lungo possibile.

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Album fotografico   - click -   "Tabarca"     - istruzioni -

Facciamo in tempo a goderci l'isola di Tabarca prima che la massa di turisti che la invadono di giorno durante la bella stagione riesca ad arrivare. Infatti, anche dando un'occhiata all'album fotografico qui sopra, si vede bene che ci sembra di essere i soli abitanti. Verso le undici del mattino però i segni della quotidiana invasione cominciano a diventare evidenti. Siamo arrivati con l'idea di fare esattamente quello che abbiamo fatto per poi fermarci e goderci un aperitivo all'ombra in qualche locale con vista mare che ci ispiri e poi, all'ora di pranzo, individuare un localino affascinante dove fermarci... Ma, durante la passeggiata alla scoperta degli angoli nascosti di questa perla del mediterraneo, non ci siamo sentiti “ispirati” abbastanza per restare. I turisti continuano a sbarcare sull'isola e noi, finché siamo in tempo, preferiamo rientrare portando con noi tutta la magia che questa visita ci ha voluto regalare. Per oggi siamo soddisfatti così... Domani faremo vela per la prossima tappa: Torrevieja, dove abbiamo prenotato per sostare almeno un mese... Tutta un'altra storia... Tutta un'altra avventura.

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