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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Tenerife
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Alle 9:20 atterriamo puntuali a Tenerife Norte. Come al solito, un'auto, già prenotata da tempo, ci attende qui all'aeroporto. Tutto liscio: a Fuerteventura, da dove siamo partiti alle 8:30, non abbiamo dovuto fare molta strada dall'hotel per prendere l'aereo.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
Foto dai nostri itinerari
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Cartina delle isole Canarie con, evidenziato, il percorso aereo che ci porta a Tenerife.
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Ormai siamo sull'ultima delle quattro isole dell'arcipelago che visiteremo in questo viaggio e qui abbiamo deciso di fare qualche cosa di diverso: abbiamo programmato una sosta più lunga e due diversi alberghi dove pernottare. Abbiamo preso questa decisione un po' perché vogliamo abbassare il ritmo delle nostre tipiche giornate da turisti terraioli ed un po' perché su quest'isola, più che su altre, il Nord ed il Sud sono così diversi da meritare due soste separate.
Così, pochi minuti dopo l'atterraggio, appena ci danno l'auto, prendiamo subito la strada che porta a Sud. Ma il percorso è voluto: faremo la strada che porta alle montagne ed andremo a visitare il più grande vulcano di tutto l'arcipelago... Il Teide.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 2)
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Percorso dall'aeroporto a Playa Las Americas (dove abbiamo il primo l'hotel) a Tenerife.
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Osservando la foto sopra (immagine satellitare 2), si vede il percorso che ci accingiamo a fare. Si comincia a salire con pendenze contenute, praticamente sin da quando lasciamo l'aeroporto e dirigiamo verso l'interno dell'isola. Passiamo in mezzo a piccoli paesi abitati che sorgono intorno alla strada... Poi, il percorso si fa in salita, scompaiono le case e noi siamo sorpresi di trovarci nel bel mezzo di un paesaggio alpino. Questa strada ci porterà subito sotto la bocca eruttiva principale, dove parte una funivia che arriva direttamente sul cratere: il posto si chiama Cañadas del Teide... E il Teide è questo immenso vulcano che si alza dalle acque dell'oceano Atlantico fino a raggiungere l'altezza di 3.718 metri sul livello del mare. Per altezza e volume è il terzo vulcano più grande del mondo... Ho letto che i navigatori di un tempo, nella rotta atlantica che porta a Sud, lo utilizzavano come punto di riferimento. Non è difficile immaginare perché... Con la sua altezza e con la sua imponenza si può avvistare da grande distanza.
Un video preso sulla strada che sale al Teide.
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È difficile descrivere quello che vediamo. Una volta superati i 2.000 metri, le piante ad alto fusto non crescono più (succede la stessa cosa da noi sulle Alpi). Mancando gli alberi però, qui il paesaggio diventa prettamente vulcanico. Esistono delle fenditure nel terreno dove si vedono chiaramente i differenti strati, ovviamente di materiale diverso, che sono stati depositati come sedimenti caduti dall'alto a seguito di eruzioni che sono durate anni. Una delle tante cose che questo viaggio sarà in grado di lasciarmi, è una diversa e migliore comprensione dei fenomeni che stanno alla base “della nascita o del rinnovamento” della crosta terrestre fino ad arrivare ai panorami che vediamo oggi.
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Album fotografico - click - "El Teide - Tenerife" - istruzioni -
Siamo arrivati fin quassù guidando lentamente e fermandoci spesso in ogni punto della strada che potesse concedere una vista panoramica apprezzabile: non abbiamo fretta. Anche qui, alla stazione della teleferica, nel tratto più alto di questa strada, ci fermiamo ad osservare, curiosare e passeggiare in questo scenario così particolare. Vogliamo, il più possibile, imprimere nella memoria quel che vediamo perché siamo consapevoli di assistere ad uno “spettacolo della natura” piuttosto raro e da conservare quale bene prezioso nello “scrigno” delle nostre esperienze.
Infine, riprendiamo l'auto per procedere nel nostro viaggio verso Sud. Raggiungeremo una località chiamata “Las Americas”, molto turistica, dove abbiamo prenotato il nostro albergo per due notti in modo da concederci tutto il tempo necessario per conoscere questa parte dell'isola. Effettivamente sarà un passaggio tra due scenari opposti: da una parte la natura selvaggia che mostra il volto del nostro pianeta quale doveva essere, per la maggior parte, alcuni milioni di anni or sono... Dall'altra una località “iper-turistica” moderna tanto da avere un nome che ricorda proprio l'America.
Quando arriviamo a Las Americas è già pomeriggio e ci concediamo una sosta in riva al mare.
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Infatti, quando, a pomeriggio inoltrato, arriviamo a Las Americas, troviamo proprio l'ambiente che ci aspettavamo di vedere: grandi palazzi, grandi alberghi, un lungomare “tappezzato” di locali dall'aspetto “americaneggiante” che fanno a gara nella ricerca di un “look” dove tutto è permesso se si pensa che possa richiamare il turista. Che distanza dalla nostra mentalità italiana. Da noi, una località che abbia vocazioni turistiche va alla ricerca della propria identità... Direi quasi, della propria anima... Andando alla riscoperta ed alla valorizzazione di tradizioni antiche. Qui è diverso... Decisamente un approccio diverso.
Ma, fare il turista significa conoscere il mondo per quello che è... Faremo “filosofia” un'altra volta. Per adesso ci fermiamo in un locale sul lungomare per prenderci un “toast” ed una “caña” (birretta)... Vogliamo restare leggeri per poter gustare appieno una bella cenetta questa sera.
Inoltre, vogliamo anche chiedere informazioni per arrivare al nostro hotel. Sappiamo che ha un ingresso proprio sul lungomare, ma vogliamo raggiungerlo alle spalle con l'auto per parcheggiare e portare i bagagli. L'indirizzo ufficiale non ci aiuta... E mette fuori gioco il navigatore satellitare.
La vista dalla nostra camera mostra uno "scorcio"del litorale visto dall'alto.
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La foto sopra mostra quel che vediamo dalla nostra stanza d'albergo. I palazzi non si vedono, rimangono fuori vista. La struttura è piacevole e risulta ben organizzata... Così, decidiamo di prendere il meglio di quel che abbiamo a portata di mano. Ci facciamo una bella passeggiata rilassante uscendo dal cancelletto che si apre proprio sul lungomare. Qui le auto non sono ammesse... Anzi, rimangono totalmente fuori vista alle spalle dei locali che ininterrottamente seguono la linea di costa. Un filare doppio di palme che ondeggiano al vento incessante dell'oceano contribuisce a creare un'atmosfera esotica. Inoltre, la nostra passeggiata ha anche uno scopo pratico: siamo alla ricerca di un ristorantino di cui conosciamo il nome ma non la posizione esatta.
Al nostro rientro in albergo, ci fermiamo a prendere un aperitivo a bordo piscina. Ci incuriosisce osservare gli altri per vedere come passano le loro vacanze “stanziali”. Un gruppo di quattordicenni, che fanno “comunella”, sono presi da chissà quali attività importantissime perché se ne stanno tra loro a confabulare per poi scoppiare a ridere tutti insieme... Altri, più piccoli, si divertono ad entrare ed uscire dall'acqua facendo in continuazione tuffi di ogni tipo. Gli adulti, per lo più, chiacchierano seduti sulle sdraio. Al bar si vede un via vai ininterrotto per prendere "qualcosa da bere". Nel complesso comunque la gente ci appare serena e rilassata e questa atmosfera da il suo contributo per farci sentire bene e a nostro agio. Per cena andiamo a mangiare fuori... Quel famoso ristorantino poi, lo abbiamo trovato.
Che bella giornata! Tutto è stato vissuto così intensamente che abbiamo la sensazione di essere a Tenerife ormai da chissà quanto tempo... Ma sappiamo che è solo la nostra prima giornata sull'isola quella che ci accingiamo a chiudere con una bella passeggiata a fianco dell'oceano che, tra l'altro, al momento è calmo... Quasi placido. Domani partiremo verso Ovest: abbiamo in programma di andare a visitare, come prima tappa, Icod De Los Vinos ( vedi sotto immagine satellitare 3).
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 3)
La strada che porta da Las Americas, dove abbiamo l'albergo, a La Masca a Tenerife.
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Come da programma, la mattina dopo prendiamo l'auto e ci rimettiamo in moto. Percorriamo inizialmente una bella strada ampia e moderna fino a Santiago del Teide; poi la carreggiata si fa più stretta, ma senza problemi, fino alla nostra destinazione.
Icod De Los Vinos è una località turisticamente nota per via del Parque del Drago... Ora, detto così, la nostra immaginazione ci porta facilmente ad immaginare una storia fantastica dove una qualche antica leggenda ci parla di un drago cattivo a protezione di immensi tesori... Niente di più depistante... Il drago è, più semplicemente, una rara pianta millenaria che possiamo vedere da queste parti in un parco botanico molto famoso proprio per questo motivo.
La pianta chiamata Drago, endemica di queste isole, che attira tanti visitatori.
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La foto sopra mostra uno di questi alberi che si dice abbia più di mille anni. Come si può vedere è una pianta dall'aspetto unico... Mai visto prima. Nei pressi, troviamo un cartello metallico inchiodato su un tronco che, sommariamente, ci dice quanto segue.
"La pianta del Drago è un esempio di specie endemica della Macaronia (nome con cui si indica il complesso di isole ed arcipelaghi comprendenti Capo Verde, Canarie, Madeira e Azzorre), l'unica nel suo genere, per età e dimensioni (più di 20m di altezza e 10m di perimetro alla base del tronco).
Il suo nome fa riferimento al suo aspetto di drago: in grado di cambiare le sue radici ad uncino (in basso) in una folta barba (in alto), la sua linfa in sangue rosso ed i suoi rami intrecciati in una moltitudine di braccia di un essere immaginario.
La controversia sulla sua età (tra i 1.000 ed i 2.000 anni), la grande fama acquisita ormai da lungo tempo, la sua linfa che, a contatto con l'aria, cambia il suo colore in rosso sangue (con fama di pozione curativa e cosmetica) in aggiunta al suo aspetto "sorprendente" che ne fanno oggetto di leggende e simbolismi... Tutto ciò fa di questo luogo una meta degna di una visita mirabile e piena di fascino.". (Qui sotto la foto del cartello sopra liberamente tradotto).
Targa in metallo inchiodata ad un albero che spiega qualcosa sul Drago, naturalmente in inglese.
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La pianta del Drago, per quel che abbiamo detto, è sicuramente la maggiore attrazione in questo posto. Non dimentichiamo tuttavia che il nome, “Icod De Los Vinos“, sicuramente lascia intendere che siamo in un luogo famoso anche per altre ragioni: il vino.
Infatti, sin dalla prima metà del cinquecento (XVI secolo) la Malvasia di Tenerife era diventato un vino molto usato a corte e dalla nobiltà di tutta Europa facendo di quest'isola ( e di tutte le Canarie in genere...) un luogo di produzione e di benessere. Esistono anche testimonianze scritte di pirati che attaccavano le navi (quando non i porti direttamente) al fine di impadronirsi di questo vino prezioso. Anche noi, nel nostro piccolo, decidiamo di fare una spedizione adeguata a soddisfare le nostre mire in tal senso. Margherita, adocchiato un locale che la ispira, conduce l'assedio... Poi, dopo aver attaccato tutte le vetrine, una ad una, decide di penetrare la fortezza dalla porta principale. Quando usciamo, anche noi abbiamo i nostri pacchettini da portare fino alla macchina.
L'interno di uno dei tanti "luoghi di culto" dei vini locali tra i quali eccelle sicuramente la Malvasia.
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Ripartiamo finalmente, con tutto il nostro carico, e ritorniamo sui nostri passi... Almeno fino a Santiago del Teide da dove, imboccando una stretta strada di montagna, dirigiamo verso El Mirador de la Masca. A questo punto, il paesaggio che ci circonda cambia rapidamente e ci troviamo improvvisamente immersi in profonde gole verdeggianti tra dirupi verticali e picchi appuntiti in uno scenario primordiale. La strada che stiamo percorrendo sembra essere l'unica opera dell'uomo in vista... Per quanto si provi a guardare lontano. Un cielo nuvoloso copre le cime che ci sovrastano e l'insieme assume, almeno all'apparenza, persino toni minacciosi. Poi, finalmente, uno sparuto gruppo di piccole case su un cucuzzolo compare in basso davanti a noi...
La Masca, a Tenerife, è una località sperduta tra vallate impervie di una natura primordiale.
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Siamo ormai abituati agli scenari delle isole Canarie: avevamo in programma di visitare le quattro più grandi e questa, Tenerife, è ormai la quarta che vediamo. Tuttavia, una natura come quella che ci appare in questo momento non si trova su nessuna delle altre tre. Le alture ci circondano da ogni parte; sono picchi non molto alti ma formati dall'incrocio di pareti molto scoscese che appaiono di roccia scura e spoglie, senza vegetazione. Le gole e gli avvallamenti sono di conseguenza spaccature profonde ed a differenza delle alture sono evidentemente protette dal vento; questo fatto consente alla vegetazione di crescere rigogliosa sul fondo, in una zona protetta e perennemente umida. L'area che abbiamo di fronte è così selvaggia che non ci sono insediamenti umani: sembra d'essere a migliaia di chilometri dalla civiltà... È una piccola parte dell'isola fatta così... Se non conoscessimo quel che abbiamo appena lasciato alle nostre spalle... Da non crederci. Il piccolo paesino che vediamo nel filmato (quattro case) esiste perché c'è turismo. Una chiesetta sperduta una volta era tutto... Adesso vi si trovano un paio di negozi ed un ristorante dove ci fermiamo a mangiare qualcosa in vista di uno scenario affascinante e così insolito.
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Album fotografico - click - "La Masca Tenerife" - istruzioni -
Ci concediamo ancora solo due passi dopo mangiato... Ma proprio due... E dopo riprendiamo l'auto per andare a visitare un porticciolo non troppo distante da qui: Los Gigantes. Si tratta di uno scalo di cui abbiamo sentito parlare soprattutto per il fatto che ci si trova a ridosso di suggestive scogliere a picco sul mare.
La foto sotto (che abbiamo visto in internet e che è alla base delle nostre aspettative...) mostra le scogliere proprio a ridosso del “Puerto Deportivo Los Gigantes"... Dopo aver visto questa foto, non credo rimangano dubbi sul perché di questo nome. Un suggerimento per i più distratti: guardando bene in basso a sinistra sul mare, si vede un'imbarcazione cabinata a motore dirigersi verso il porto (che è alle spalle di chi scatta la foto)... Bene, questa precisazione consente di farsi un'idea della immensità di queste rocce che cadono quasi verticalmente sull'oceano.
(Elaborazione da un'immagine disponibile su web)
Immagine delle scogliere davanti al "Puerto Deportivo Los Gigantes".
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Il porticciolo è relativamente piccolo e piuttosto grazioso. Chi lo ha costruito non si è certo abbandonato a sfrenate fantasie: una pianta sostanzialmente squadrata con l'ingresso su di un lato e pontili galleggianti all'interno. Questi ultimi sono tenuti in posizione da lunghi pali, abbondantemente conficcati sul fondo, che entrano in grossi anelli solidali col pontile. Questo metodo è il migliore per tutti i marina che sono soggetti a forti escursioni di marea. Infatti, le barche qui ormeggiate, con tutto l'insieme, salgono e scendono liberamente con le maree.
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Album fotografico - click - "Los Gigantes Tenerife" - istruzioni -
Ma le sorprese non finiscono qui... Quando ci portiamo sul lato a mare, passeggiando sul molo di sovrafflutto, ci accorgiamo con stupore che qualcuno ha appeso sull'enorme massicciata delle gigantografie che mostrano foto eccezionali sia in qualità (sono perfette...) che in quantità (sono enormi...). Ci soffermiamo a guardarle e ne fotografiamo alcune. Sono foto rare: colgono momenti simpatici e particolari di animali che popolano l'oceano oppure... sono solo “gustosamente” curiose.
Ci soffermiamo a lungo sui moli di questo porto. Il tempo ci vola via in un attimo: non riusciamo a non pensare come sarebbe se fossimo qui in barca... In ogni porticciolo che incontriamo in questo viaggio, ci diamo da fare per raccogliere tutte le notizie possibili: “c'è risacca? - I servizi a terra? - ...E le docce? - Come ci si trova per la spesa? - ...Ed i prezzi?”
Insomma, è inevitabile. Ci interessiamo di tutto.
Così, quando decidiamo che è tempo di rientrare in albergo a Las Americas è già un po' tardi sui nostri piani... Ma è stata una bella giornata... Proprio bella e piena di un fascino esotico che porteremo sempre nel cuore quando penseremo alle Canarie.
...Ma, procediamo seguendo quel che succede. Una serata serena con tanto di spettacolo (abbiamo visto il tramonto sull'oceano dalla spiaggia) ed una notte tranquilla ci consentono di affrontare il giorno successivo in piena forma. Lasciamo l'albergo e prendiamo l'auto per visitare la costa Est. Il piano è quello di portarci, a fine giornata, nella capitale dell'isola: Santa Cruz de Tenerife.
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Album fotografico - click - "Los Cristianos" - istruzioni -
Il viaggio di oggi ci porterà quindi dalla zona Sud alla zona Nord dell'isola. Siamo partiti da Las Americas ed arriveremo, alla fine, proprio nella capitale di Tenerife. Non intendiamo fermarci ovunque... Non avrebbe senso. Approfitteremo invece del fatto che una bella strada veloce (potremmo paragonarla ad una superstrada a doppia corsia delle nostre) segue diritta tutta la costa fino a destinazione per dare un'occhiata al paesaggio ed avere alla fine un buon “colpo d'occhio” sul panorama generale. Decidiamo comunque, come prima tappa, di fermarci a Los Cristianos (vedi il video sopra): si tratta di una tappa a soli tre chilometri dalla partenza, ma sappiamo che molti italiani in pensione si sono stabiliti proprio in questa località formando una comunità coesa e conosciuta... Vogliamo dare un'occhiata.
In effetti, dopo aver dato una buona occhiata in giro, anche noi abbiamo pensato che un mesetto qui potremmo anche farlo... Magari a gennaio. Un po' di dolce far niente: qualche passeggiata in riva al mare, ristorantini di pesce ovunque, prezzi moderati, aria buona... Mah!... Chissà?... Comunque, per adesso, risaliamo in auto e riprendiamo il viaggio in direzione di un altro porticciolo: La Galletas a soli 12Km di distanza (subito dopo il faro di Punta de Rasca che segna il lembo di terra più a Sud nell'isola di Tenerife).
All'interno del porticciolo de "La Galletas a Tenerife.
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Non c'è molto da dire sulla nostra sosta a La Galletas. Venendo qui, sapevamo già di arrivare in un porto di pescatori nell'estremo Sud dell'isola che non regge il paragone, dal punto di vista turistico, con le due località più famose ad una decina di chilometri di distanza: Las Americas e Los Cristianos. Ma abbiamo voluto vedere con i nostri occhi il porto ed avere un'idea di quanto facile potesse essere procurarsi del pesce fresco a buon mercato. Quello che abbiamo scoperto, in effetti, ai nostri occhi risulta comunque interessante. Lo specchio d'acqua protetta è abbastanza ampio e le barche da pesca si distribuiscono sia lungo i moli che al centro del porto su due corpi morti: uno a prua ed uno a poppa. Vediamo quattro barche a vela, sicuramente di giramondo squattrinati, che si sono affiancate proprio nel mezzo, lontane dalle banchine (per scendere usano il gommone) a formare una piccola comunità di “peones” del mare... Sicuramente si arrangiano mettendo insieme le ancore di tutti e non pagano nulla. È quel che rimane di un'idea utopica e romantica “anni sessanta” che oggi ormai non trova più posto da nessuna parte. Per quanto riguarda invece la possibilità di pesce fresco, scopriamo che ci sono dei banconi, gestiti dalle mogli dei pescatori, che al mattino vendono , a prezzi molto buoni, il pescato del giorno.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 4)
Itinerario dello spostamento tra Las Americas e Santa Cruz de Tenerife.
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Soffermiamoci un attimo sul percorso di oggi... La “mappa” qui sopra indica il tracciato che ci porta dalla parte Sud dell'isola, precisamente da Las Americas, fino al Nord a Santa Cruz de Tenerife. Le soste in programma sono, in ordine, Los Cristianos, La Galletas, Granadilla, Puerto de Candelaria e Santa Cruz (dove abbiamo prenotato l'hotel).
Quindi, adesso lasceremo La Galletas e ci inoltreremo in salita verso il Teide per giungere a Granadilla che si trova a circa 650m sul livello del mare. Ci andiamo soprattutto per avere un'idea di come potesse essere la vita su quest'isola fino ad alcune decine di anni or sono. Mi spiego meglio... Fino a poco tempo fa (1930/1940), Granadilla era relativamente isolata. Non esistevano strade che non fossero quelle percorribili a piedi o a dorso di mulo. Ad esempio, si sa che a causa di questa difficoltà d'accesso, durante i primi periodi della conquista spagnola (inizi del 1500), qui si rifugiarono i Guanches (indigeni delle Canarie) che non intendevano assoggettarsi all'invasore. In seguito gli spagnoli presero possesso dell'isola in ogni sua parte e qualche chiesa e persino un monastero furono costruiti in questo luogo. Come spesso accadeva a quei tempi, anche questi edifici subirono la devastazione di terribili incendi e furono successivamente ricostruiti.
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Album fotografico - click - "Granadilla" - istruzioni -
Granadilla non possiede nulla di eccezionale in grado di colpire il turista... È piuttosto un paese di mezza montagna che consente ancora di vedere qualcosa di autentico e poco “ritoccato ad arte" col solo fine di attirare l'attenzione. Ma abbiamo scoperto che da qui partono diversi sentieri che un tempo erano le mulattiere che collegavano il centro abitato col resto dell'isola. Alcuni di questi sentieri portano sul Teide e dicono che sono affascinanti da visitare soprattutto di notte perché lo scarso inquinamento luminoso della zona, soprattutto nella parte alta, consente di vedere un numero incredibile di stelle e persino la Via Lattea. La cosa non ci sorprende. Infatti, esiste un osservatorio importante su questo vulcano. Anzi, uno tra i più importanti al mondo. Sappiamo che i luoghi migliori del mondo dai quali fare osservazioni solari sono solo tre: nelle isole Canarie, in Cile e nelle isole Hawai.
Ripresa l'automobile, ci portiamo sulla strada veloce che porta alla capitale dell'isola. Per buona parte viaggeremo non lontani dal mare e questo ci consentirà di avere un “colpo d'occhio” generale sull'isola... Almeno nel tratto che stiamo percorrendo.
Ad un certo punto, quando mancano una ventina di chilometri a Santa Cruz de Tenerife, decidiamo di fermarci: percorrendo questa “specie” di autostrada, passiamo vicino ad un paese di case bianche in riva al mare... Si tratta di Candelaria... Sappiamo che c'è un porticciolo e vogliamo vederlo.
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Album fotografico - click - "Candelaria" - istruzioni -
Ci rimettiamo in auto... Ormai manca poco a Santa Cruz de Tenerife e non nascondiamo la nostra curiosità di vedere e visitare la città più importante di quest'isola. Ci siamo informati con cura e per tempo su ogni possibile dettaglio in grado di fare la differenza quando abbiamo organizzato questo viaggio e Santa Cruz de Tenerife ha avuto persino più attenzione di altri posti. Ad esempio, abbiamo preso un albergo proprio in centro, in un'isola pedonale, per poter passeggiare appena fuori dal portone ogni volta che vogliamo: è la nostra ultima tappa in questo tour e vogliamo fare “turismo relax”. Un altro problema che abbiamo cercato di risolvere prima di partire, è quello del parcheggio dell'auto: a Santa Cruz i posti auto gratuiti sono praticamente inesistenti. Ma abbiamo scoperto su Google Maps un grande parcheggio libero, vicino all'Auditorium, dove lasceremo l'auto... Visto che abbiamo preso l'albergo non troppo lontano, dovrebbe andare bene. Tuttavia siamo curiosi di vedere se tutto andrà come previsto.
Fortunatamente, quando arriviamo, andiamo dritti al luogo dove abbiamo pensato di parcheggiare l'auto e troviamo subito posto senza problemi... Anzi, di posti liberi ce ne sono molti. Poi, facciamo a piedi due passi per arrivare all'hotel e ci accorgiamo che abbiamo proprio avuto buon naso: posti disponibili non ne troviamo se non a poca distanza dal nostro ed a pagamento.
Santa Cruz de Tenerife: la stanza dell'hotel così come la troviamo al nostro arrivo.
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Pur di prendere un albergo nella posizione che vogliamo, abbiamo scelto un quattro stelle un po' retrò... Almeno, così dicono le recensioni. Infatti, quando arriviamo in camera troviamo una bella sorpresa che ormai non si usa più da altre parti (almeno nei paesi occidentali): due cigni stilizzati fatti con due asciugamano che si guardano sul letto pieno di petali di rosa (foto sopra). Beh!... Sarà che non si usa più... Ma fa piacere.
È ancora giorno, manca ancora qualche ora al tramonto, presa la camera, come abbiamo visto, posiamo i bagagli e ritorniamo fuori. La prima cosa che visitiamo è il porticciolo delle barche... Si sa... Per noi si tratta di "attrazione fatale".
Il porto delle barche a Santa Cruz de Tenerife (Video).
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Passeggiamo per tutto il pomeriggio... Praticamente fino all'ora di cena... Poi andiamo a letto abbastanza presto per essere ben riposati il giorno dopo.
Questa accortezza funziona; infatti l'indomani, freschi e pimpanti ci mettiamo in cammino per raggiungere l'auto parcheggiata a costo zero a dieci minuti dall'hotel. Già ieri abbiamo visto che proprio sulla nostra strada c'è il mercato e questa mattina intendiamo fermarci per vederlo. Dobbiamo dire che un po' in tutta la Spagna il mercato ha un suo fascino: “trasuda cultura popolare antica”... Qualcosa che si perde nella notte dei tempi.
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Album fotografico - click - "Mercado de Santa Cruz de Tenerife" - istruzioni -
Raggiunta la macchina, ci mettiamo in strada in direzione di Puerto de La cruz. La località è molto famosa qui sull'isola e si trova poco a Nord di Icod de Los Vinos che abbiamo visitato partendo da Las Americas... Per intenderci, dove c'é il Parque del Drago. Abbiamo pensato di visitare la costa che guarda ad Ovest dividendola in due metà... Ed oggi tocca alla metà Nord.
Il percorso si fa in una specie di autostrada... L'auto avanza velocemente ed arriviamo in poco tempo facilmente e senza problemi. La sorpresa però la scopriamo all'arrivo: un traffico automobilistico degno di Santa Margherita Ligure. Tutti cercano un posto per parcheggiare e vanno pianissimo o si fermano del tutto. Il problema è che non possiamo andare né avanti né indietro: siamo bloccati. Ma, per fortuna, non appena le auto fanno cenno a muoversi di qualche metro, un colpo di clacson di un'auto parcheggiata attira la mia attenzione... Il tipo si lamenta perché, a suo dire, vorrebbe uscire e non riesce: lo accontento subito, faccio strada e prendo il suo posto... La solita storia... Con i parcheggi sono fortunato.
Sistemata l'auto lasciamo quella strada ed il suo traffico e ci troviamo subito a bordo mare... Alle spalle di una bellissima spiaggia di sabbia nera.
La bella spiaggia di sabbia nera che si trova a Puerto de La Cruz nell'isola di Tenerife (Video).
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Puerto de La Cruz ha un abitato che si allunga parecchio lungo il litorale. La nostra sensazione è che si divida in due parti: la zona della spiaggia e del castello (che comprende le fortificazioni e lo scalo) e la zona chiamata “delle Piscine”. Entrambe le aree sono abbastanza estese da costituire esse stesse un centro ma sono molto diverse dal punto di vista dell'ambiente che creano. La prima parte, la più antica, mostra tutti i segni delle origini (mura, fortezze, case basse e vicoli di un tempo), l'altra, la più moderna, si presenta piena di palazzoni e grand'hotel con tanto di mega-piscine in bella vista. Oggi ci limiteremo alla parte antica: abbiamo tempo per vedere il resto.
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Album fotografico - click - "Puerto de La Cruz" - istruzioni -
Poco più avanti, ci imbattiamo nelle strutture del porticciolo. In realtà, ci accorgiamo subito che siamo di fronte a qualcosa di poco chiaro. Le dimensioni non sono sufficienti per ospitare nelle banchine delle navi, neanche di piccole dimensioni. Eppure la risacca all'interno del porto potrebbe essere sopportata solo da queste ultime: le piccole imbarcazioni non reggerebbero. Allora, ci chiediamo, che senso abbia questa struttura. Ovviamente ha una duplice funzione che comunque esclude la funzione di un porto: protegge dalle onde frangenti dell'oceano e consente di alare le barche nella spiaggia che vediamo in fondo e fa da scalo per grosse imbarcazioni o piccoli traghetti. Qui sotto, un piccolo video con delle riflessioni da marinaio.
Puerto de La Cruz nell'isola di Tenerife: le riflessioni di un marinaio (video).
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Dopo aver visitato tutta la “parte” antica di Puerto de La Cruz, riprendiamo l'auto e facciamo pochi chilometri verso l'entroterra dove troviamo un posticino tipico per mangiare qualcosa. Passiamo il resto della giornata a visitare i dintorni ed a pochi chilometri troviamo “La casa dei balconi” ad Orotava. Il posto è piuttosto famoso tra i turisti e non potevamo esimerci dal visitarlo. La costruzione in effetti è curiosa ed originale, ma al suo interno ogni centimetro quadrato disponibile è occupato da attività commerciali che, nel tentativo di creare un'atmosfera accattivante, producono invece un risultato discutibile: un luogo artefatto. Bisogna quindi saper andare oltre questa sensazione e vedere quel che c'è di originale in mezzo a tutte le cose esposte.
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Album fotografico - click - "La Casa De Los Balcones" - istruzioni -
Il video sopra mostra alcuni scorci senza mercanzie ( o quasi...) in modo da farsi un'idea dell'architettura generale del “palazzotto”. Non mancano anche un paio di immagini che mostrano alcune tra le cose in vendita in modo da capire, magari sommariamente, quel che intendo.
Il giorno seguente è il 19 maggio, anniversario di Margherita: l'ultimo giorno alle Canarie in questo viaggio... Viaggio che, sin dal suo inizio, è il suo regalo di compleanno. Oggi la giornata dovrà essere tutta relax. Contiamo di ritornare a Puerto de La Cruz, ma non andandoci direttamente: infatti partiremo dall'albergo puntando inizialmente a Nord in modo da dare un'occhiata ad un bel parco che occupa tutta la parte boschiva e montagnosa con cui finisce l'isola a settentrione.
Il Parco Rurale di Anaga, è un territorio di oltre 14.000 ettari dichiarato Riserva della Biosfera. Esso occupa gran parte dell'impervio massiccio montano che costituisce un'ampia porzione del promontorio a Nord dell'isola di Tenerife. La sua fama, oltre che essere una conseguenza della bellezza mozzafiato della natura in alcune vallate letteralmente sprofondanti tra le vette aguzze e frastagliate, ha una biosfera di grande interesse naturalistico con molte specie endemiche che fanno la felicità degli studiosi. Inoltre, per coloro che hanno voglia e tempo, alcune di queste vallate sboccano direttamente sul mare con delle incantevoli spiagge isolate destinate a rimanere per sempre nella memoria del turista che vi si spinge. Non abbiamo fatto fotografie nel parco perché le nuvole basse dappertutto non avrebbero concesso un risultato degno della verità. Ma abbiamo comunque goduto appieno di quel che l'occhio ha saputo cogliere con buona pace della tecnologia fotografica rimasta a bocca asciutta.
Dopodiché, siamo ritornati nella civiltà portandoci, come da programma, ancora una volta a Puerto de La Cruz dove, in totale relax in una giornata dedicata solo alla festeggiata, abbiamo pranzato in un localino in riva al mare che ci ispirava.
Non manca "La Paella" a Puerto De La Cruz.
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Di questa giornata tutta relax e molto privata ci rimane il bel ricordo che conclude il nostro lungo viaggio alle Canarie. Non abbiamo visitato proprio tutto il possibile... Naturalmente. Ma abbiamo visto a fondo le quattro isole maggiori che sono anche le più rappresentative di tutto l'arcipelago. Se, in futuro, avremo il desiderio di ritornare da queste parti... Magari per soggiornare un mesetto o più in uno di questi posti, avremo sicuramente ancora una lista di cose da vedere... Però andiamo via con la consapevolezza di avere passato una vacanza meravigliosa e di poter dire che le Canarie ormai le conosciamo abbastanza bene.
Domani mattina abbiamo l'aereo per Madrid e domani sera saremo di nuovo a bordo del July a Torrevieja. Una volta in barca, ci aspetta il grande viaggio per mare che ci porterà fino all'Egeo, nel cuore della Grecia paradiso dei navigatori che ben conosciamo e dove ci attendono moltissimi amici che ci spronano continuamente a fare presto.