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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Kythnos 2019
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Navigation
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Il 1° di giugno 2019 partiamo da Syros (Ermoupoli) in direzione di Loutra, una bella località sulla costa Est dell'isola di Kythnos. Non sarà un gran viaggio, ma sono pur sempre trenta miglia di mare in una zona dell'Egeo che con il Meltemi (forte vento estivo che spira dai quadranti settentrionali) diventa un'area di mare agitato che può dare molto fastidio a chi naviga su imbarcazioni da diporto.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
Foto dai nostri itinerari
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La rotta del July nel tratto da Ermoupoli (Syros) a Loutra (Kythnos).
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Ancora una volta, abbiamo diligentemente dato un'occhiata al tempo previsto. Devo dire che non ci siamo impegnati più di tanto. In questo periodo dell'anno è normale che non ci sia il Meltemi, ma non è normale che ci sia questa notevole instabilità. Quando siamo arrivati a Syros abbiamo subito una “sventagliata” non prevista... Sappiamo che potrebbe ricapitare in qualsiasi momento. Pazienza... Sopporteremo. Comunque non ha senso studiare il meteo meticolosamente in queste circostanze.
Abbiamo da poco superato la prima metà del viaggio: "ci risiamo". Il mare comincia a "bollire" sferzato da un vento feroce che ne ricopre la superficie di riccioli bianchi di schiuma spumeggiante. Lo spettacolo, di per sé, sarebbe anche bello se si avesse lo spirito giusto per apprezzarlo. Penso alle grandi navi a vela del XIX secolo. Erano così grandi da potersi permettere di guardare il mare che bolle dall'alto. Noi diportisti invece subiamo queste onde... Piccole per loro, ma sufficienti per noi per creare un fastidioso beccheggio. La barca avanza con sofferenza assalendo con tutte le sue forze un'onda dopo l'altra. L'impatto è violento... Ma non tanto da bloccarne il passo. Occorre resistere ed aspettare.
Le condizioni non migliorano fino all'arrivo ed entriamo nella baia di Loutra anelando un ridosso.
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All'ormeggio a Loutra (Kythnos). In questa foto i colori ci ricordano che fuori soffia...
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Il motivo per cui siamo venuti a Kythnos è lo stesso per il quale quest'anno siamo andati per la seconda volta ad Amorgos: abbiamo ancora qualcosa da vedere che, per qualche motivo, non abbiamo visto in occasione del primo sbarco. In particolare, di quest'isola conosciamo già solo Loutra, la località nella quale esiste il porticciolo dove al momento siamo ormeggiati (foto sopra).
Per questo motivo, non appena sbarcati, facciamo un giro di ricognizione per cercare di scoprire dove affittare una moto. In molte isole si trovano in bella vista molte "botteghe" piene di moto parcheggiate all'aperto proprio di fronte in attesa dei clienti. Qui a Loutra invece sembra proprio che non ce ne siano. Poi, per fortuna, scopriamo un "mezzo negozio" chiuso con un cartello che invita a telefonare per prendere contatto... Cosa che facciamo prendendo appuntamento per il ritiro alle otto del giorno seguente. Così, dopo una bella passeggiata, ci concediamo la birretta delle sei di sera (ormai è una tradizione: gli inglesi hanno il tè dell cinque e noi la birretta delle sei).
Alla sera, verso le sei, abbiamo l'abitudine di concederci una birretta che fa da aperitivo.
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Così, l'indomani alle otto del mattino ci presentiamo, come da accordi, per il ritiro della moto. Disbrigate le pratiche in pochi minuti (in Grecia affittare un auto o una moto è semplice e poco costoso), partiamo dritti per visitare la Chora. Come tutte le isole cicladiche, una volta le abitazioni erano raggruppate nella parte più alta dell'isola (...appunto la Chora). Qualsiasi pericolo per gli isolani poteva venire solo dal mare (pirati, avventurieri o vere e proprie flotte nemiche), pertanto, per gli insediamenti abitativi, si tendeva a prediligere una posizione facilmente difendibile e dalla quale si potesse spaziare con la vista in modo da individuare per tempo l'avvicinamento degli intrusi.
Appena arrivati, parcheggiata la moto ai bordi dell'abitato (divieto di transito) raggiungiamo il centro dove, in una piccolissima piazzetta, si erge la chiesa principale.
Alcune immagini raggruppate insieme della chiesa centrale della Chora di Kythnos.
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Vediamo gente uscire come alla fine di una funzione religiosa e ne approfittiamo per dare un'occhiata all'interno. La chiesa appare come una costruzione di paese senza nulla di particolare da dover riportare in questa sede. Pertanto, decidiamo di andare a vedere; sul vicolo adiacente al lato destro (venendo dalla piazzetta) vediamo un raggruppamento di persone. Sono tutti vestiti a festa ed è difficile farci strada tra la folla. Stanno festeggiando qualcosa. Ci accorgiamo presto che quest'isola, qui nell'interno, non è affatto turistica. Parlano solo greco e non si riesce a comunicare. Tuttavia, ci accolgono come solo i greci sanno fare e ci portano (visto che non ci si capisce) fino ad un banchetto dove offrono dolci per tutti.
I caratteristici dolci della Chora di Kythnos (Κύθνος).
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Sono dei dolci che io non avevo mai visto prima (foto sopra), sembrano tante piccole “palline”, probabilmente fritte e poi passate nello zucchero. Sono buone e, credo, “molto nutrienti”. Mentre ci concediamo il tempo di gustare la specialità offertaci da questa splendida gente rimanendo in un angolo per evitare la calca, qualcuno ci porta due bicchieri di un vino liquoroso che ben si sposa col dolce delle “palline”. Grazie Kythnos!... Grazie per l'accoglienza.
La gente esce dalla chiesa della Chora di Kythnos dopo la funzione.
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La Chora a Kythnos non è attraente al pari delle “isole sorelle” più blasonate, ma, a differenza di queste, non è una scenografia per turisti ma piuttosto un paesino la cui comunità per la maggior parte dell'anno vive in parziale isolamento. Siamo stati fortunati a capitare casualmente nel bel mezzo di una festa. Le attività commerciali sono poche ed avremmo rischiato di trovare ben poca gente in giro.
Poi, dopo aver visitato tutto quel che c'è da visitare, "inforchiamo" di nuovo la moto e dirigiamo verso Μεριχας (leggi Merìhas), lo scalo dei traghetti che arrivano dal Pireo (foto sotto).
Μεριχας (leggi Merihas), la baia dove arrivano i traghetti dal Pireo sul lato Ovest dell'isola.
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Μεριχας non è un posto pieno d'attrattiva. Soprattutto non è uno scalo “interessante” per le imbarcazioni da diporto. Non è proprio aperto al mare, anzi la conformazione della baia offre un parziale ridosso. Diciamo però che è aperto abbastanza per far si che la risacca non si fermi mai, neanche con bel tempo. Conclusione: le barche “ballano” tutto il tempo rendendo la vita a bordo poco piacevole. Inoltre, particolare non trascurabile, le banchine sono sempre affollate da piccole imbarcazioni locali ed è difficile trovarvi posto. Un corto molo si protende verso l'acqua offrendo parziale ridosso alle barche da pesca. Questa piccola gettata crea un angolo semi-protetto nel quale si affollano, su fondali bassi, una miriade di barchini. Il resto della baia è esposto. Più in là una banchina commerciale, nel suo lato più esterno, offre uno sbarcatoio preparato appositamente per i traghetti che arrivano dal Pireo.
Lasciamo la moto e passeggiamo sul lungomare per conoscere meglio questo posto. Una volta soddisfatta la nostra curiosità, risaliamo sulla moto e riprendiamo il "tour": un giro sistematico dell'intera isola. I centri abitati sono pochi e distanti tra loro. Facciamo alcune foto ricordo che ci possano consentire di rivedere nel tempo questo scenario che a tratti ci appare quasi primordiale. Ovunque il vento soffia teso e il mare rimane mosso di conseguenza.
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