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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Lanzarote

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La visita di Gran Canaria si è conclusa: siamo entusiasti un po' di tutto. Anche se siamo gente abituata a viaggiare ed anche se abbiamo preparato il viaggio, qualche sbavatura si può sempre presentare... Invece tutto è andato particolarmente bene. Adesso ci accingiamo a sperimentare qualcosa di nuovo. Infatti, nell'organizzazione del viaggio, abbiamo deciso di coprire la distanza tra le isole con degli aerei ad elica di una linea interna: la compagnia “Binter Canarias”.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                          (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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Vai a consultare il meteo

Schema del percorso tra le quattro isole che intendiamo visitare.

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I collegamenti tra le isole sono assicurati da traghetti molto efficienti ma piuttosto cari. Esistono però dei voli interni destinati soprattutto a coloro che nell'arcipelago si muovono per motivi di lavoro. I costi sono paragonabili a quelli via mare, ma i tempi sono più brevi e si evita di perdere in viaggio, talvolta, l'intera giornata.

Guardando la "mappa" qui sopra, si vede come abbiamo organizzato il percorso tra le isole. Da Gran Canaria a Lanzarote in aereo, poi un breve tratto con il "ferry" per raggiungere Fuerteventura, da qui ancora in aereo per Tenerife e quindi il ritorno via Madrid.

Oggi prendiamo il volo per Lanzarote dall'aeropuerto de Gran Canaria, il decollo è previsto per le ore 10h:45' e l'atterraggio avverrà alle 11h:30'.

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Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

L'aereo arriva in perfetto orario, pochi minuti e siamo a bordo... È un aereo ad elica.

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L'esperienza del “volo ad elica” va benissimo... Questi aerei sono moderni e simpatici e per le piccole tratte risultano più agili e meno costosi dei jet. Unica nota... Siamo in fila con il nostro bagaglio a mano “regolamentare” quando il personale di controllo si avvicina per mettere una fascetta alle nostre valige ed avvertirci che avrebbero viaggiato nella stiva. Un momento di sconforto... Ma solo un momento. Le valige infatti non ci vengono ritirate, siamo noi stessi che le mettiamo in un bagagliaio posto nella pancia dell'aereo e le riprendiamo all'arrivo (come si usa sui pullman).

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Meglio di così non può andare... Col bagaglio a mano non perdiamo tempo e siamo i primi ad arrivare allo sportello per ritirare l'auto in affitto già prenotata; così, pochi minuti dopo l'atterraggio, stiamo già dirigendo verso la prima visita in programma: la residenza di Cesar Manrique.

Cesar Manrique è stato un architetto, originario di Lanzarote, che ha fatto tanto per la sua terra, contribuendo in modo decisivo a renderla forse l'isola più bella di tutte le Canarie. Dopo un periodo di lavoro e di formazione negli Stati Uniti, rientrò in patria e qui si impegnò tantissimo, anche politicamente, per convincere tutti i suoi "compatrioti" ad investire nel turismo in modo intelligente e controllato. Il boom turistico nelle Canarie, naturalmente, come in tante località sparse ovunque nel mondo, ha fatto i suoi danni. La Spagna, più di altre nazioni, presenta vaste aree edificate "selvaggiamente" senza rispetto per la preservazione dell'ambiente che hanno deturpato il territorio (vedi, ad esempio, tutta la costa mediterranea). Cesar Manrique si è opposto a questi potentati d'affari ed è riuscito a bloccare un fenomeno il cui risultato, in troppi luoghi, è tristemente sotto gli occhi di tutti.

In particolare, egli ha insistito su un'idea: visto che Lanzarote è un'isola vulcanica dove la lava allo stato naturale abbonda dappertutto, costruiamo le nostre dimore inventando uno stile unico che utilizza le cavità naturali per trasformarle in aree abitative.

Dopo la sua morte, in un incidente stradale nel 1992, la sua casa sull'isola è stata trasformata in un museo-fondazione con lo scopo di diffondere il suo messaggio e la sua visione architettonica. Ed è qui che puntiamo per la nostra prima visita. Tuttavia, visto che il pancino ha già cominciato a brontolare ed abbiamo in programma di vedere oggi anche Teguise, faremo così: prima visita a Teguise con pranzo e passeggiata, poi, verso le due del pomeriggio, quando la gente qui è a pranzo, andremo alla casa-museo.

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Album fotografico   - click -   "Teguise"     - istruzioni -

Teguise è un piccolo paese a poca distanza dalla casa di Cesar Manrique ed è stato interamente ristrutturato seguendo i dettami del grande architetto. Il risultato è sicuramente molto piacevole a vedersi. Ovunque risaltano il bianco ed i colori della pietra lavica di questo territorio.

Al di là del fatto che noi stiamo cercando un posticino per pranzare, la visita a Teguise è interessante proprio perché quel che vediamo è una fedele trasposizione delle idee dell'artista nell'architettura di un agglomerato urbano reale.

A proposito... È vero che stiamo cercando un posticino per mangiare... Ma non un posticino qualsiasi... Abbiamo le nostre informazioni e, alla fine, lo troviamo. L'atmosfera è suggestiva... Ed anche quello che ci propongono per pranzo è interessante e particolare.

Dopo pranzo, passeggiamo per le stradine di Teguise e, poco prima delle due, ritorniamo alla macchina per andare alla Fondazione.

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Album fotografico   - click -   "Cesar Manrique"     - istruzioni -

Usciamo dalla casa-museo un po' storditi... La casa è molto grande con un gran numero di ambienti. Dato che non è costruita sulla base di un progetto libero di organizzare gli spazi a proprio piacimento, ma è costruita sfruttando le caverne ed i passaggi della lava così come la natura li ha formati, si sviluppa in un'area molto estesa.

Inoltre, tutte quelle scale, passaggi, aperture e collegamenti tendono a confondere nel tentativo di ricostruire nella memoria una sua immagine.

È indubbiamente molto bella e dotata di un grande fascino... Ma la vera domanda, la domanda che mi sorge spontanea ed emerge sopra ogni altro pensiero, è quella di chiedermi cosa farei se avessi la possibilità di farne la mia residenza. Beh! . . . Non la vorrei. Va benissimo per invitare ospiti da stupire... Ma viverci no... Non vorrei...

Così, proprio con questi pensieri in mente ci dirigiamo verso l'albergo dove ormai ci aspettano per il check-in.

La nostra stanza - vista mare - in albergo ad Arrecife.

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Di solito ci piace prendere l'hotel proprio in centro, ma qui ad Arrecife un vero centro storico non esiste, c'è invece un bel lungomare, alle spalle di una spiaggia di sabbia finissima, che accentra tutte le attività diurne e notturne.

L'idea viene ad entrambi quasi contemporaneamente: niente ristorante questa sera. Disponiamo di un balconcino con una vista meravigliosa nel quale abbiamo a disposizione un tavolo e due sedie che ci attirano notevolmente... Andremo a comperarci quello che più ci piace e ceneremo qui a lume di candela. Passeremo una serata di tutto riposo in vista della giornata di domani... Ma domani adesso è lontano... Ci penseremo a suo tempo.

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L'indomani mattina, di buon'ora, prendiamo l'auto per recarci al parco della “Montagna di fuoco” (Parque de Timanfaya – La “Montaña de fuego”), ad una trentina di chilometri di distanza verso la parte Ovest dell'isola.

Quando cominciamo ad essere vicini alla meta, ci accorgiamo di essere praticamente in un'area vastissima coperta da una colata lavica che sembra uscita da un vulcano solo ieri. In certi punti, a distanza d'occhio, non si vede un albero... Non un filo d'erba. Il paesaggio è lunare...

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Album fotografico   - click -   "Parque de Timanfaya"     - istruzioni -

Siamo così frastornati da ciò che abbiamo visto che non facciamo che parlarne e riparlarne. Ci rendiamo conto che ci siamo trovati immersi in uno scenario che è esattamente come era la terra, praticamente ovunque, chissà quanti milioni di anni fa. È sorprendente. Normalmente non ci si rende conto che quello che vediamo ai giorni nostri è il risultato di tempi geologici trascorsi da allora. Transitando con l'auto, noi vediamo colate laviche così recenti da sembrare fresche... Ma vediamo anche altre aree, anch'esse coperte di lava, dove però nei mille anfratti tra le rocce spuntano dei cespugli di un solo tipo; probabilmente l'unico che riesce a sopravvivere. Questi cespugli sono così radi da lasciare tutta la colata in vista, ma con le loro radici contribuiscono ad indurre il cambiamento insieme agli agenti atmosferici, al sole, all'acqua ed a quant'altro concorra alla trasformazione del suolo. Altre aree poi, mostrano come a quei cespugli, col tempo, si aggiunga altra vegetazione... Più varia questa volta... E soprattutto, compare la terra fra le rocce. Si capisce bene che questo fenomeno, col passare dei millenni, trasforma zone come queste in terreno fertile dove le tracce della roccia di un tempo tendono a sparire.

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Particolare all'interno del museo di Timanfaya (eruzione del 1730).

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Così prendiamo l'auto e ci rechiamo, a poca distanza, al piccolo museo di Timanfaya. Siamo curiosi di trovare qualche dato e delle risposte alle tante domande che ci poniamo. Una prima risposta la troviamo subito entrando, nel cartello illustrativo riportato nella foto sopra, sul quale si legge:

"il 1° settembre del 1730, le verdi pianure ed i bianchi villaggi del Sud-Ovest di Lanzarote furono sorpresi dalla più violenta eruzione vulcanica di cui si abbia memoria, sia per la durata del fenomeno (sei anni) sia per l'abbondanza di una lava che seppellì dieci villaggi e coprì con un manto di magma incandescente la quarta parte dell'isola".

Da ciò sappiamo che il tour appena fatto sopra un'immensa colata lavica che sembrava tremendamente recente, in realtà si è svolto su un terreno già vecchio di oltre 280 anni. Ci rendiamo conto che la scala umana dei tempi è totalmente inadeguata per capire e rappresentare questi fenomeni.

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Ripresa l'auto, ci mettiamo in viaggio verso un posticino al mare dove sappiamo che troveremo modo di mangiare dell'ottimo pesce fresco... Ed anche ben cucinato. La località si chiama "El Golfo": poche case bianche, di cui la metà e più sono ristoranti, situate sul lungomare esposto all'oceano dell'Ovest. In questo villaggio, ci hanno assicurato che, ovunque si vada, hanno la cultura del pesce ed hanno sempre del pescato fresco. Noi facciamo le cose con calma... Parcheggiata l'auto, ci facciamo "due vasche" su e giù per la passeggiata guardando attentamente tutti i locali... Alla fine scegliamo di entrare al "Casa Rafa - Restaurante de Mar" (- click -).

Ci viene incontro uno dei proprietari che ci accompagna ad un bel tavolo bellavista e ci chiede cosa desideriamo mangiare. Gli dico chiaramente che vogliamo del pesce... Niente antipasti, primi, od altro che possa distrarre le nostre papille gustative: vogliamo solo pesce freschissimo e ben fatto. "Ho capito" - Ci dice - "Torno subito"... Quando ricompare ci mostra un barracuda di una settantina di centimetri... È enorme... "Me lo hanno portato questa mattina... Se volete, lo facciamo semplicemente ai ferri. Il pesce è freschissimo ed io supero le titubanze di Margherita che è impressionata dalle dimensioni ed accetto. Dopo qualche istante, l'uomo ritorna da noi: "Ho dato l'ordine in cucina... Lo stanno facendo. Nel frattempo, vi andrebbe un assaggio di moscardini in tegame... Sono la prelibatezza del giorno... Piccolissimi e freschissimi... Dovreste assaggiarli" - Come rifiutare la proposta? Così accettiamo.

Quando ce li porta, ci troviamo di fronte ad un piatto enorme... Non ce la faremo mai... E il pesce?... Enorme anche lui che sta andando sulla piastra?... La smettiamo di fare domande e cominciamo l'assaggio... Aveva ragione... Erano anni che non mangiavo moscardini così. Poi, quando arriverà il barracuda, vedremo. In fondo, se togli la testa, la coda e la lisca... Ne resta ben poco.

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Foto di un barracuda (elaborazione di una foto disponibile sul web)

Nel pomeriggio, dopo aver fatto due passi, riprendiamo l'auto e percorriamo la costa verso Sud fino al Faro Pechiguera ( - click - ), sulla punta Sud-Ovest dell'isola. Un posto selvaggio e abbandonato battuto incessantemente dal vento dell'oceano. Qui ci si accorge della differenza rispetto ai posti frequentati dal turismo: anche se la natura è sempre bella, in questo luogo prevale l'aspetto selvaggio e non ci sono costruzioni a distogliere lo sguardo... A parte le strutture del faro...

Già, perché i fari sono due: uno vecchio e piccolo ormai in disuso ed un'altro enorme più nuovo che ne ha preso il posto.

Ci facciamo il giro dell'isola seguendo la costa fino all'hotel ad Arrecife. Non tralasciamo di dare un'occhiata ai porticcioli naturalmente... Senza tralasciare "Playa Blanca" da dove partiremo col traghetto il giorno che lasceremo l'isola per Fuerteventura.

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Oggi ci siamo alzati per tempo con il desiderio di far presto: questa mattina vogliamo andare a visitare Lagomar prima che la massa dei turisti possa arrivare a rovinare “la scena”. Lagomar, da queste parti, viene definita la casa di Omar Sharif, l'attore del film “Dottor Zivago”...Ma non è proprio così. Si sfrutta il nome di un famoso attore per creare un forte richiamo turistico. Nella realtà, andando bene a guardare come stanno le cose, si scopre che Omar Sharif è stato convinto a comperare la casa realizzata dall'architetto Cesar Manrique e poche ore dopo, il neo proprietario (che era comunque un giocatore di livello) si è giocato il nuovo acquisto a Bridge con un famoso campione a livello mondiale ed ha perso. Quindi Omar Sharif non ha mai abitato questa casa, ne è stato il proprietario solo per poche ore.

Tuttavia, anche avendo la consapevolezza di quanto sopra riportato, la visita ci intriga abbastanza. Si tratta di una dimora che vuole esaltare al massimo la visione architetturale proposta da Cesar Manrique costruendo in una località unica sull'isola. Infatti la posizione è sul crinale di un'altura ed offre alla vista un panorama stupendo ed, inoltre, la natura ha creato qui una miriade di anfratti fra la lava che si prestano mirabilmente alla realizzazione di una dimora in stile.

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Album fotografico   - click -   "Lagomar"     - istruzioni -

Usciamo ben sapendo che ci siamo presi tutto il tempo che occorre per visitare Lagomar. Oltre che essere per noi un'attrazione per la sua bellezza e per la sua storia intrigante, ci è piaciuto rivedere lo stile di Cesar Manrique...

Anche se ce la siamo presa comoda, comunque, quando usciamo è ancora abbastanza presto per poter puntare a vedere in mattinata l'estremo nord dell'isola...

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Si tratta di andare a visitare un angolo sperduto di Lanzarote, proprio di fronte alla piccola isola “La Graciosa”, dove la costa si butta a picco sul mare da una notevole altezza. Un privato ha avuto la bella idea di comprare tutto il terreno intorno alla punta Nord appropriandosi, di fatto, del miglior punto di osservazione sull'isoletta. Da qui infatti, essendo al di sopra di un'alta scogliera che si getta a picco sul mare, si vede La Graciosa come da un aereo... E sappiamo che la suggestione è notevole. Naturalmente, per entrare si paga...

Questa struttura è stata chiamata "Mirador del Rio" e, con una guida dell'auto "briosa", copriamo rapidamente i chilometri che ci separano. Quando arriviamo, un enorme piazzale per il parcheggio ci fa capire che ci sono momenti in cui, in alta stagione, qui si può trovare gran ressa. Adesso per fortuna siamo relativamente pochi... Così paghiamo ed entriamo.

Questa parte dell'isola è esposta a forti venti continui, così è stata costruita una struttura in grado di offrire al turista una splendida vista rimanendo riparati al coperto. Una volta all'interno, ci troviamo in un enorme salone con una delle ampie pareti formate da una vetrata a semicerchio sul baratro. Qui, un servizio bar consente al turista di sedersi ed ordinare qualcosa di caldo da sorseggiare mentre, al di là del vetro, può ammirare La Graciosa rimanendo al riparo dal vento.

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Album fotografico   - click -   "Mirador del Rio"     - istruzioni -

Questa parte dell'isola è molto diversa, naturalmente, da quella invasa dalla lava dell'eruzione del 1730; ma il suo fascino non è meno selvaggio. Usciti dal Mirador del Rio, imbocchiamo la discesa per andare a dare un'occhiata al villaggio di Orzola, sulla costa Nord dell'isola. È un porticciolo senza pretese, però da qui ci si imbarca per andare a La Graciosa.

Fatti due passi per dare un'occhiata allo scalo, cominciamo a sentire il pancino che reclama un po' d'attenzione: andremo a pranzare in un altro paese sul mare che si chiama Arrieta... Sembra che vi si possa trovare del buon pesce sempre fresco.

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Album fotografico   - click -   "Arrieta"     - istruzioni -

Dopo aver pranzato, ci attardiamo passeggiando sul lungomare e discutendo di quanto sia diversa la parte dell'isola che abbiamo visto ieri rispetto a quella, a Nord di Arrecife, che abbiamo visto oggi. Certo, anche da questa parte vediamo ovunque antichi crateri... Ve ne sono a centinaia... Ma il paesaggio è molto diverso da quello “esclusivamente lavico” che per chilometri e chilometri ha caratterizzato ieri buona parte del nostro viaggio. Infatti abbiamo percorso una strada che a, perdita d'occhio, era un “nastro” che si “svolgeva” in mezzo ad una colata lavica che sembrava molto, molto recente. Il video seguente può darne un'idea.

La strada si snoda per chilometri sopra una colata lavica che sorprendentemente sebra freschissima.

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Comunque, a metà pomeriggio, decidiamo di rientrare alla base. La giornata sta migliorando e noi ce ne andremo in giro a fare una passeggiata per Arrecife. La cosa che mi preme di più, è visitare il marina che, a quel che si dice, dovrebbe essere l'unico nell'isola adatto ad una sosta in barca prolungata.

Le strade sull'isola sono tutte piuttosto belle ed asfaltate di fresco. L'auto corre veloce senza intoppi soprattutto in virtù del traffico scarso o, a tratti, del tutto assente. Arrivati in albergo, ci prendiamo solo il tempo per “rinfrescarci” e siamo fuori di nuovo: non vogliamo perdere ore di luce.

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Album fotografico   - click -   "Passeggiando ad Arrecife"     - istruzioni -

Sappiamo che questa sera sarà l'ultima su quest'isola in questo viaggio... Domani partiremo per Fuerteventura... Così preferiamo fare le cose con calma e rilassarci passeggiando "a due passi da casa".

Poi, dopocena, ce ne andiamo in albergo. Ieri, in un negozio di vini e liquori, abbiamo comprato un Rum "speciale" delle Canarie che ci sembra adatto da sorseggiare al chiaro di luna in riva al mare... Ed anche se la luna dovesse sorgere più tardi... Fa lo stesso.

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Album fotografico   - click -   "Ultima sera a Lanzarote"     - istruzioni -

Il giorno seguente, dopo una colazione veloce, lasciamo l'albergo di buonora per avere tutto il tempo di arrivare a Playa Blanca dove prenderemo il traghetto per Fuerteventura.

È tutto organizzato con cura. Abbiamo ritirato l'auto all'arrivo sull'isola in aeroporto, ma abbiamo preso accordi per lasciarla a Playa Blanca oggi alle 8.30'. Abbiamo cercato e scelto una compagnia di noleggio che accettasse la riconsegna nel luogo di imbarco previsto dai nostri piani. Da Playa Blanca a Corralejo, porto d'approdo a Fuerteventura, ci sono solamente dieci miglia: un attimo. Lì, all'arrivo, troveremo ad attenderci una nuova automobile.

Playa Blanca, al sud dell'isola, è lo scalo dei traghetti che fanno spola con Fuerteventura.

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Dobbiamo dire che sono tutti bravissimi. Lasciamo l'auto presa in affitto in un attimo e senza problemi. Inoltre il traghetto arriva puntuale e imbarca con grande efficienza... Io ne approfitto per godermi un piccolo tragitto in mare assaporando una stagione che per noi non è ancora cominciata... Non nascondo che penso al July che ci attende a Torrevieja per riprendere la "via del mare" nella rotta del 2016.

Ma questo pensiero dura un attimo. Infatti mi riprendo subito e mi godo l'arrivo su un'altra isola.