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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Marina di Ragusa
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Per chiarezza, occorre dire che l'ultimo "reportage" ci vedeva a Sciacca e, prima di giungere a Marina di Ragusa, di cui ci occuperemo in questa web-page, abbiamo toccato Porto Empedocle e Licata (vedi sotto la rotta).
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
Foto dai nostri itinerari
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La rotta del July da Sciacca a Marina di Ragusa
Per capire come realmente sono andate le cose, occorre fare un bel passo indietro… Nel mese di febbraio, durante il periodo in cui stavamo preparando la partenza, io ero riuscito a trovare al July un buon posto barca per l'inverno seguente. Sfruttando, senza risparmiare sforzi, le informazioni che si riescono a raccogliere su internet, avevo selezionato tre possibili località nelle quali avrei voluto svernare (tutte in Tunisia): Monastir, El Kantaoui e Port Iasmine-Hamamet (messi in ordine di preferenza). Avevo quindi scritto a tutte e tre le "segreterie " dei marina chiedendo disponibilità di un posto barca annuale per la stagione 2009-2010 e dichiarandomi disposto anche a pagare il dovuto immediatamente da Milano pur di essere certo di partire da Genova ben sapendo già in anticipo dove avrei portato il July a riposare d'inverno (con noi a bordo naturalmente). Alla base della decisione di fissare il prossimo posto barca prima di partire avevo più di una buona ragione:
1) Volevo un posto in un bel marina che ci piacesse per viverci e che possedesse tutti i requisiti indispensabili in questo caso: il posto bello e pulito, utilizzato anche da altri equipaggi per svernare (in modo da non restare soli una volta che fosse finita l'estate), un vero paese abitato alle spalle, uno o più supermercati facilmente raggiungibili, un cantiere di alaggio per il July in caso di necessità, etc.
2) L'esperienza fatta in Italia mi diceva che trovare posto non è mai semplice e non bisogna aspettare di ridursi a cercare all'ultimo momento
3) Molti marina sono cari, alcuni sono inavvicinabili, lavorando in anticipo si ha il tempo di scegliere un posto alla portata del proprio budget
4) Non volevo subire l'angoscia di non trovare posto o di dover passare le giornate in difficili trattative con collegamenti precari (internet-telefono-etc.) mentre ero già in giro per i mari…
5) Avevo una gran paura che Margherita, dopo qualche tempo in barca, avrebbe potuto trovare la vita a bordo insopportabile… Quindi di doversi arrangiare vagando nell'incertezza da un porto all'altro (... la qual cosa non avrebbe aiutato).
Per tutto quanto abbiamo detto, mi ero mosso per tempo ed avevo avuto la fortuna di ottenere un posto ad El Kantaoui. Dico "la fortuna" perché Monastir mi aveva risposto che al momento erano al completo e Port Iasmine mi aveva invitato ad iscrivermi nella "lista d'attesa". Ma quando ho prospettato a Margherita la cosa, al contrario di quanto avessi previsto, non ha apprezzato il colpo di fortuna: avrebbe preferito trovare un porticciolo in Italia, magari proprio nella costa sud della Sicilia. Avevamo saputo che a Marina di Ragusa avevano costruito un nuovo porto che sarebbe stato pronto proprio nell'estate del 2009 e la cosa la aveva "sedotta".
Così adesso abbiamo chiarito come mai fossimo così ansiosi di andare a vedere Marina di Ragusa. Eravamo alla ricerca del nostro posto barca. Quindi siamo partiti da Sciacca, abbiamo dato fondo a Porto Empedocle nell'avanporto (vedi foto sotto) solo per dormire tranquilli una notte e ripartire l'indomani per Licata, ultima sosta tecnica "spezza-viaggio" prima della tappa finale per Marina di Ragusa.
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Ricordiamo brevemente alcuni dettagli delle due soste effettuate nel corso del viaggio fino a Marina di Ragusa. Per quanto riguarda la prima tappa, Porto Empedocle, siamo arrivati a dare fondo nello specchio d'acqua protetto dalla lunga diga di ponente verso le cinque del pomeriggio mentre spirava un vento teso che non ci avrebbe concesso di sbagliare la manovra di ancoraggio senza rischiare di finire sugli scogli.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 2)
Rotta fatta dal July per andare a dare ancora a ridosso della Diga di Ponente a Porto Empedocle
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Cerchiamo di spiegare quale fosse la situazione. Per reggere un vento così forte, occorre dare all'ancora un buon calumo (lunghezza di catena). Così facendo però ci si avvicina a terra dalla parte opposta (verso poppa). Una manovra di questo genere, quindi, prevede di dare fondo vicino alla Diga di Ponente per stendere la catena lasciando indietreggiare la barca lungo l'asse del vento (ovvero verso gli scogli della diga del porto interno).
Il problema non è tanto quello di fare correttamente la manovra, quanto quello di vedere se l'ancora in effetti agguanti subito. Infatti, alcune volte, l'ancora non fa presa: in questo caso si dice che l'ancora ara (trascinandosi sul fondo e facendo indietreggiare di conseguenza la barca). Inoltre, quando il vento è teso, tutto accade più velocemente e un singolo errore di manovra può essere fatale.
Comunque, tra esperienza e fortuna, tutto era andato bene e ci eravamo sistemati proprio nel posto scelto in fretta ma con cura. Uff!... Quanta adrenalina. Ma poi tutto si era fermato. La barca era in sicurezza ed un sentimento misto di tranquillità e soddisfazione era calato sull'equipaggio. Il vento rimaneva molto teso... Ma non dava fastidio... Anzi, avevamo la consapevolezza di come “fuori” soffiasse e ci sentivamo ben protetti e lontani dall'ansia del dover fare tutto con grande concentrazione. Si godevamo il relax.
Dopo una mezzora, abbiamo visto arrivare il "Cantarelle", la barca di Daniel e Geneviève che avevamo conosciuto a Sciacca (Daniel e suo figlio mi avevano aiutato a salire in testa d'albero col bansigo per effettuare una riparazione a riva). Purtroppo per loro, le cose diventavano sempre più difficili. Infatti, come abbiamo visto, è già difficile manovrare in acque ristrette ma queste, se ci sono altre barche all'ancora, si riducono ulteriormente. Io, all'arrivo, avevo trovato una sola imbarcazione alla fonda. Ho manovrato "al pelo" ma senza fatica. Fra il poco spazio ed il vento teso, il povero Daniel invece ha dovuto ripetere la manovra diverse volte. Alla fine comunque si è sistemato bene: abbiamo avuto "compagnia".
Infatti, sebbene io mi renda conto di quanto sembri strana la cosa, bisogna dire che si sente la "compagnia" di una barca di amici vicina e questo è vero anche se non si ha nessun altro contatto se non quello visivo.
L'indomani, di buon'ora, abbiamo ripreso il mare per Licata dove siamo arrivati, con una navigazione senza storia, nel primo pomeriggio. A Licata abbiamo trovato un cantiere per la costruzione di un nuovo marina che occupava tutta la parte entrando a destra del porto (non si poteva entrare in quella zona). Ci siamo sistemati invece, entrando a sinistra, in un pontile galleggiante privato piuttosto scomodo e pure mal gestito… Ma è stato per una sola notte.
Finalmente l'indomani siamo arrivati a Marina di Ragusa: la nostra vera meta. Conoscendo le disposizioni, prima di entrare, abbiamo chiamato per radio chiedendo autorizzazione e posto barca. Il marina aveva aperto solo da pochi giorni: tutto era nuovo, immacolato. Si davano tutti un gran da fare: ognuno aveva una radio appesa alla cintura, il personale era sicuramente in numero adeguato, avevano persino le auto elettriche per aiutare le persone con bagaglio a percorrere il tragitto dalla barca all’auto e viceversa. Abbiamo pensato che questo Marina potesse diventare un polo di attrazione, una volta finito il periodo di rodaggio, per le barche che solcano queste acque.
Le immacolate banchine del Marina. In rosso in fondo la torre di guardia... A destra il travel-lift
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Marina di Ragusa ci è piaciuta subito. Margherita poi, credo che se ne sia innamorata. Rispetto alla piena "capienza", il porto era praticamente vuoto. Il ché vuol dire comodo e con tutti i servizi a disposizione dei pochi che ci sono. La cittadina alle spalle, sebbene sia abitata solo durante i mesi estivi, al momento (agosto) brulicava di una vita vacanziera molto piacevole a vedersi. E poi, eravamo sempre in Sicilia. Non abbiamo certo impiegato troppo tempo a scoprire dove comprare le migliori "arancine", i migliori "cannoli", etc. Quasi non bastasse tutto questo, abbiamo potuto assistere alla cerimonia dello sbarco e della processione della "Madonna SS di Porto Salvo" protettrice dei marinai e del borgo di Marina. L'intera giornata è stata una festa e, come ci si aspetta in Sicilia, non potevano mancare i fuochi d'artificio a mezzanotte fatti sul molo di sovrafflutto (e quindi ben visibili dal porto). Unica nota dolente: non sarebbe stato possibile svernare in quel marina. Siamo andati a prendere informazioni in direzione ed i prezzi che ci hanno comunicato sono risultati semplicemente "proibitivi". Nessuna soluzione qui per noi che cerchiamo una sistemazione invernale. Ma lassù qualcuno ci ama… Ecco la storia.
Una volta arrivati a Sciacca, abbiamo maturato la convinzione che la costa sud della Sicilia non avrebbe potuto essere il posto giusto per "svernare" sul July. Non sto ad entrare nei dettagli: questo era. Rimaneva quindi solo la speranza che Marina di Ragusa potesse andar bene. Ma ci avevano già anticipato qualche prezzo... Eravamo già in allarme. Allora, proprio da Sciacca, avevo riscritto (in verità senza troppa convinzione) in Tunisia ai tre marina sopra citati. Miracolo: proprio durante la sosta a Marina di Ragusa, abbiamo ricevuto la conferma che ci avevano dato il posto: ci avrebbero atteso a Monastir… Incredibile... Ci avevano accettato e, per giunta, nel più interessante dei tre Marina ai quali avevo scritto! Con l'animo più leggero, abbiamo quindi deciso che ci saremmo goduti le tappe successive: Malta, Gozo e Comino. Poi la ciliegina: Lampedusa, prima di far rotta per le coste d'Africa...
L'album fotografico seguente illustra quei bei giorni passati a Marina di Ragusa. Il "Cantarelle" è rimasto ormeggiato a fianco del July. Abbiamo poi saputo che erano diretti a Monastir anche loro...
Le nostre foto in un album che raccoglie tutti i nostri ricordi di questa bella sosta a Marina di Ragusa.
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