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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Mazara del Vallo

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Navigation

* vedi itinerario 2009

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Lasciata Marsala in tarda mattinata, abbiamo fatto rotta per Mazara Del Vallo. Non conoscevamo Mazara ed avevamo una grande curiosità in proposito a causa della sua fama, soprattutto come "capitale della pesca". Quando siamo arrivati in porto, spirava un vento teso a venticinque nodi che ci "schiacciava" in banchina. Una manovra difficile che richiede un'ottima coordinazione e celerità d'esecuzione. Per i "non esperti" chiarisco il problema: una barca ferma (o che manovra lentamente) tende a traversarsi al vento. Per contrastare questo fenomeno si deve manovrare con una certa "decisione". Una volta portata la barca in banchina, occorre ormeggiarla in pochi secondi per evitare che il vento la traversi sul pontile. Questa manovra, se fatta bene da gente esperta, appare semplice all'osservatore esterno. Infatti la barca, giunta al pontile, rimane ferma per tre / quattro secondi. Il problema nasce dal fatto che subito dopo si mette in movimento per effetto del vento e in pochissimo tempo, una volta messa in moto, le forze che la traversano diventano incontrastabili… A quel punto è tardi… E’ il disastro.

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Foto dai nostri itinerari

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il pontile galleggiante al quale era attraccato il July a Mazara Del Vallo. 

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Ed ecco i fatti: il July si è presentato ben diritto, poppa in banchina… I siciliani sono tutti molto gentili… Ed ad accoglierci abbiamo trovato almeno tre persone… Ognuno a suo modo, tutti si davano da fare a darci consigli… Sapevano che la manovra era delicata. Ma il July manovrava bene e la barca si presentava sicura diritta in banchina in modo impeccabile. Quando la manovra era ormai quasi finita e mancavano non più di un paio di metri alla sua felice conclusione, uno dei solerti "marinai da pontile" ha deciso all’improvviso di “strafare”: si è messo a tirare la "trappa" (una cima che rimanda al corpo morto affondato in mare) ben in alto e molto tesa proprio all'altezza della nostra elica. Se l'elica avesse toccato la cima ne avremmo visto delle belle… A quel punto non ho avuto scelta… Ho dovuto deviare a sinistra per evitare che la cima tenuta tesa da quel brav'uomo" mi finisse nell’elica. Una volta deviata, la barca ha subito sentito l'effetto del vento diventando ingovernabile… A quel punto, cento mani si sono protese a “salvare” il July: chi la tirava di qua, chi la tirava di là. Abbiamo vissuto dieci minuti di "tragica emergenza". Comunque, alla fine, il July è stato debitamente "imbragato" ed il panico generale ha potuto prendersi un momento di pausa… Si ma… Solo un momento. Infatti stava per attraccare una seconda barca appena arrivata in porto ed il "comitato d'accoglienza", per nostra fortuna, con mille scuse, ha dovuto abbandonarci a noi stessi…

Uff!… Ma perché tutti vogliono sempre aiutarci?

Una volta a terra, ci siamo concessi giusto il tempo di riordinare la barca e subito siamo andati a fare conoscenza con questa bella cittadina: Mazara non ci ha certo deluso. Sul lungomare, proprio di fronte alla zona del porto dove eravamo ormeggiati, la splendida cattedrale si ergeva fra gli alberi secolari ben visibile anche dal lontano.

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ilviaggiodeljulymail@gmail.com

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Margherita davanti ad uno degli alberi di fronte alla Cattedrale 

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La foto sopra dimostra che quando dico "alberi secolari" non esagero davvero... Abbiamo subito visitato la chiesa... Bellissima e ben tenuta. Una facciata ben disegnata secondo uno stile tipico da queste parti… il Barocco Siciliano. Non possiamo certo dilungarci nei dettagli architettonici (non ne siamo capaci e sarebbe troppo lungo). Tuttavia questa bellissima Cattedrale merita una foto di un particolare della facciata in grado, secondo me, di lasciare degnamente intuire l'altissimo livello raggiunto dagli architetti e dalle maestranze dell'epoca (fine XVII secolo) in Sicilia (vedi foto sotto).

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Lo splendido rosone sostenuto dagli angeli nella cattedrale di Mazara 

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Occorre anche mettere in evidenza che l'aspetto esterno, sebbene così promettente, non ci consente neanche lontanamente di immaginare quello che troveremo all'interno della basilica del Santissimo Salvatore. Infatti, entrando, il visitatore rimane sorpreso e stupito intanto dalle dimensioni della volta e poi dal fatto che questa appare interamente affrescata con “siciliana sontuosità". Si ha, infatti, una sensazione… Un certo senso di "opulenza"… Se così vogliamo dire.

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L'interno completamente affrescato della Basilica Del Santissimo Salvatore 

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Anche la passeggiata nella "città vecchia" non delude. La grande piazza a fianco della Cattedrale è circondata da bei palazzi "d'epoca" ed un lungo colonnato su di un lato fa da sfondo alle diverse manifestazioni culturali che qui si alternano durante tutto l'anno.

Non possiamo non ricordare poi, il Museo Del Satiro Danzante. Come per i famosi Bronzi Di Riace, anche il Satiro Danzante ha un museo tutto per se… Wikipedia recita: "La storia del ritrovamento della statua del satiro danzante inizia nel 1997, quando il peschereccio "Capitan Ciccio", appartenente alla flotta marinara di Mazara del Vallo e comandato dal capitano Francesco Adragna, forse casualmente, ripesca dai fondali del Canale di Sicilia una gamba di una scultura bronzea. Nella notte fra il 4 e il 5 marzo 1998 lo stesso peschereccio riporta a galla, da 500 metri sotto il livello del mare in cui era adagiata, gran parte del resto della scultura, perdendo nel recupero un braccio. Il reperto viene acquisito dalla Regione Siciliana e consegnato al Museo Civico cittadino di Mazara".

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Si suppone che la nave che lo trasportava abbia fatto naufragio nell'area di mare tra Pantelleria e Capo Bon in Tunisia tra il III e il II secolo a.C. Anche la datazione dell'opera è incerta: si stima comunque che sia del IV secolo a.C.

Un cenno, infine, vogliamo fare alle suggestioni di Mazara di notte. Una sapiente illuminazione dei palazzi e dei monumenti crea un'atmosfera speciale che affascina. La foto sotto fornisce un'esempio di quel che si vedeva la sera dalla barca (non esattamente da bordo, più propriamente, questa era la vista che si presentava appena usciti dal pontile galleggiante).

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... E, come sempre, diamo la "parola" alle immagini per documentare meglio la sosta a Mazara.

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Galleria fotografica di Mazara del Vallo.