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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Milos - Kilada
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
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Il 30 luglio arriviamo a Milos verso le sei di sera provenienti dalla baia a Est di Poros dove abbiamo passato la notte alla fonda per accorciare il viaggio (vi eravamo giunti da Methana la sera prima). Appena entriamo nell'ampia rada (vedi sotto immagine satellitare 1), prendo accordi via radio con Guido e decidiamo insieme dove metterci.
Una bella fortuna!… Troviamo entrambi posto al pontile galleggiante di Adamantas dove abbiamo intenzione di rimanere fermi a lungo.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
Foto dai nostri itinerari
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AURORA giunge ad Adamantas, nell'isola di Milos, per una lunga sosta prima di spostarsi a Kimolos.
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Nel posticino dove si infila AURORA troviamo una “trappa” per prendere un corpo morto che possa saldamente tenerci la prua per quella che sarà una lunga sosta. Tuttavia l'ormeggio non mi soddisfa: vedo affondare la cima a meno di un metro di distanza dalla barca… troppo vicina per lavorare bene.
Guido è persino più sfortunato: nessuna “trappa” al suo posto. Allora si butta in acqua per cercare di trovare una soluzione; ma il sole è ormai troppo basso e la visibilità lì sotto è scarsa. Trova anche lui "qualcosa a cui attaccarsi" ma non ne è soddisfatto.
Decidiamo quindi di lanciare un'operazione speciale da farsi al mattino seguente: andremo a caccia di corpi morti. Non è un'operazione che facciamo di solito, ma visto che vogliamo fermarci a lungo sarà uno sforzo che pagherà in tranquillità e sicurezza.
Siamo tutti molto contenti di essere in questo bel posto: noi ci siamo stati per parecchi giorni nel lontano 2014 a bordo del July, Guido e Rita invece molto prima, in un'altra vita, quando andavano in giro portandosi dietro un gommone… atri tempi.
Io e Margherita decidiamo di cenare in un ristorante subito di fronte alla radice del nostro molo; Guido e Rita si ritirano e non partecipano: avremo tempo per queste cose… stasera preferiscono riposare.
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Dopo cena rientriamo a bordo: lo spettacolo dal ponte della barca è veramente suggestivo.
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L'indomani, appena svegli, io e Margherita ci accorgiamo di condividere una piacevolissima sensazione… una sensazione molto più intensa di quanto potessimo mai pensare: parlo della consapevolezza di avere affrontato una lunga rotta per arrivare da Chiavari a Milos, una rotta fatta non solo di miglia percorse in mare, ma anche di tante ansie ed incertezze che ci hanno tenuto continuamente in tensione per molto tempo. Preparare AURORA per il grande viaggio durante la sosta a Chiavari, arrivare a Crotone nel mare “frizzante” di primavera, chiudere la barca e partire in nave per la Grecia in piena pandemia, mettere a posto il July aspettando l'apertura delle acque greche alla navigazione da diporto, portare il July a Crotone e sistemarlo… poi venderlo… il tutto prima di partire con AURORA per arrivare nell'Egeo…
Insomma essere a Milos e volerci fermare per un mesetto vuol dire che “qualcosa” è stata portata a termine: abbiamo la sensazione di aver fatto ormai proprio tutto quello che avremmo voluto fare… ma proprio tutto.
Il caffè del mattino su AURORA, la nostra nuova barca, con il sole che ancora basso sull'orizzonte invade coi suoi raggi tutta la dinette, è un momento magico… un momento che mi viene voglia di immortalare perché lo si possa ricordare per sempre (foto sotto).
Sul tavolo il caffè del mattino e nel quartiere prodiero la porta di un bagno aperta con margherita che dentro si sistema…
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Appena fuori, come prima cosa, diamo il via all'operazione “ormeggio”. Io metto a mare il gommone e Guido prende maschera e pinne: sarà lui a scendere… è il più giovane tra i due. Il gommone non sarebbe necessario se non fosse per il pericolo “mortale” dell'andirivieni di barche che continuano ad entrare ed uscire battendo proprio lo specchio di mare interessato dai nostri lavori… non è piacevole essere fatto a fette da un'elica. Il gommone quindi stazionerà sopra il sommozzatore che lo utilizzerà come punto di emersione nel quale venir fuori in sicurezza.
Non dura molto questo lavoro ed alla fine siamo entrambi soddisfatti: siamo sicuri che adesso sarà una sosta tranquilla.
Come ho detto, siamo già stati a Milos con il July nel 2014 ed esiste una descrizione dell'isola fatta in quell'occasione ( - click - ), pertanto non mi dilungherò sull'argomento e lascerò alle foto sotto il compito di ricordarci questa bella sosta.
Solo poche, pochissime foto di Milos che ne meriterebbe migliaia. (istruzioni)
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Dopo un bel po' di giorni passati a Milos senza “farci mancare nulla”, cominciamo a discutere con gli amici se non fosse il caso di organizzare un viaggetto che tanto ci sta a cuore sin dalla scorsa stagione: andare a “piazzarci” a Kimolos per un “secondo tempo” delle nostre vacanze da queste parti.
Kimolos è un'isoletta molto vicina a Milos. Si narra che in tempi assai remoti le due isole fossero un'unica terra emersa fino ad un terribile terremoto che ha fatto sprofondare il terreno laddove oggi il mare le separa.
Ma la cosa è più facile a dirsi che a farsi: voglio dire che una sosta per essere confortevole deve prevedere la possibilità di prendersi un bel posto in banchina dove far la bella vita e dove, quando serve, si possano lasciare le barche in sicurezza. Ma Kimolos ha un porticciolo “microbico” e super-gettonato: la cosa sembra del tutto impossibile… anche perché a noi di posti ne servono due.
Ma a Guido viene un'idea: “l'anno scorso, durante la nostra lunga sosta nell'isola,” - mi dice - “abbiamo fatto amicizia con un professionista greco che vive ad Atene e che ha una bella casa proprio a Kimolos. Ogni anno viene qui con la sua barca a motore e si ferma con tutta la famiglia fino a dopo Ferragosto… potrei contattarlo e sentire… magari ci lascia il suo posto”.
La cosa non è semplice, ma Guido riesce a rintracciarlo e si mettono d'accordo per fare lo “scambio” la mattina del giorno 17 agosto alle ore 07h:00'; è assolutamente importante la puntualità. L'accordo è che lui partirà alle sette e, se non siamo già lì, il posto sarà sicuramente occupato da qualcuno nel giro di minuti… così funziona.
Nessun problema: salperemo alle quattro di notte.
La bella notizia merita una festa… faremo una festa di addio a Milos (foto sotto) che tanto piacevolmente ci ha ospitato fornendoci una cornice indimenticabile per delle vacanze memorabili.
Ospiti nella barca dei nostri amici, festeggiamo la chiusura delle vacanze a Milos; domani andremo a Kimolos.
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Siamo molto eccitati per questa novità. Kimolos è una chicca… un'isoletta frequentata soprattutto da greci e poco nota alle masse di turisti che vediamo sbarcare a migliaia sulle banchine di Milos.
Non solo la vacanza sta andando benissimo… anzi, di bene in meglio, ma qui a Milos siamo anche riusciti a vaccinarci contro il COVID (cosa che non ci è riuscita in Italia).
Ottimo!
Sveglia prima dell'alba questa volta.
Ormai siamo in vista del porticciolo di Kimolos… saremo in orario per lo scambio.
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Alle quattro del mattino, a notte fonda, le due barche accendono le luci di via, accendono i motori e scivolano silenziose verso il buio profondo lasciando alle spalle le luci di Adamantas. Fortunatamente sembra una notte tranquilla con mare assolutamente calmo: non è sempre così da queste parti. Per quanto si sgranino gli occhi, in questa fitta oscurità non si riesce a vedere niente. Guido ha mollato gli ormeggi prima di noi e ci naviga davanti a circa duecento metri di distanza. Ho una certa ansia dovuta al fatto che i pescatori segnalano le loro reti con delle boe galleggianti invisibili di notte, boe che potremmo colpire in qualsiasi momento. Queste, sono attaccate ad una cima sottile e resistente che, in caso di urto, può attorcigliarsi attorno all'elica creando un enorme problema. Per liberarsi occorre immergersi armati di un affilato coltello… ma serve la luce del giorno.
Doppiato Capo Kerdari, ci sentiamo ormai fuori dalla grande rada che ci ha ospitato per così tanti giorni: ci sembra di vedere l'isolotto di Arkadi che lasciamo largo sulla nostra sinistra… ma è una chiazza nera su uno sfondo nero. Poi però comincia un “gioco” che ci accompagnerà per tutto il tratto di mare che ci separa dallo stretto tra Milos e Kimolos: compaiono luci lampeggianti di colore diverso sparse qua e là sulla superficie del mare davanti a noi. Indicano la posizione di alcune boe che lampeggiano per consentire loro di recuperarle durante la notte: “benedetti pescatori… ovunque nel mondo si sentono i padroni del mare; mettono queste luci per loro interesse, non certo per gli altri. Io mi sgancio dalla rotta di Guido che preferisce sfilare sottocosta: ci ritroveremo al passaggio dello stretto… passaggio che viene da me "immortalato” nella foto sopra. Kimolos è quella a sinistra nella foto ed il porticciolo si trova poco distante subito dopo il secondo promontorio ormai in vista.
Quando arriviamo è quasi giorno (non c'è ancora il sole ma ci si vede benissimo); l'amico di Guido ha i motori accesi ed è pronto a partire. Quando si incontrano si salutano entrambi calorosamente: loro sanno quanto valga il piacere che ci stanno facendo. Dopo baci e abbracci virtuali (da lontano) si sfilano: macchine indietro piano… e scivolano fuori lasciando libera la banchina. Qualcuno si accorge della manovra… anche un paio di barche che hanno passato la notte all'ancora a poca distanza. Sono sicuro che pagherebbero per avere il nostro posto: peccato!… ci dispiace… è già occupato.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 2)
Foto satellitare di Psathi, il porto di Kimolos: in evidenza il punto nel quale abbiamo ormeggiato AURORA.
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Nella immagine satellitare 2 qui sopra, si vede in evidenza il punto di attracco di AURORA… anzi, per completezza, diciamo che inizialmente ci sistemiamo entrambi in doppia fila…
AURORA appena ormeggiata a Kimolos (si vede bene a proravia dell'albero la barca dei nostri amici).
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Alle dieci una barca davanti a noi molla gli ormeggi consentendo a Guido di spostarsi in un posto tutto suo.
Non ci mettiamo molto a tirare fuori dai gavoni gli ormeggi da “lunga permanenza” e, una volta ben “sistemati”, siamo ormai liberi di andare e venire senza patemi per la barca.
La prima foto scattata dalla spiaggetta subito alle spalle del porticciolo… La costa è illuminata dal primo sole del mattino.
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Come al solito, intendiamo prendercela comoda: faremo gli "stanziali" a Kimolos fino alla fine del mese. Sappiamo di essere sbarcati su di un'isoletta così piccola da non offrire quei comfort tipici di altre realtà. Non ci sono supermercati a portata di mano, anzi, per fare la spesa ci recheremo a piedi ogni giorno su alla Chora dove troveremo dei negozietti che vivono delle vendite ad una piccola comunità: al momento c'è abbastanza gente… soprattutto greci che vengono dal “continente”. Sappiamo bene però che d'inverno nell'isola vivono poco più di cinquecento persone.
Come ho avuto occasione di dire, il porticciolo è proprio piccolo, anzi, “minimale” e le barche, a guardare da lontano, appaiono tutte addossate le une sulle altre (foto sotto).
Psathi ad agosto si riempie di barche di tutte le “taglie”.
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L'isola è piccola ma le cose da vedere a Kimolos non sono poche. Certo, si tratta soprattutto di posti dove prevale lo spettacolo della natura, angolini deliziosi o vere e proprie perle, spiagge di sabbia bianca e mare caraibico, curiose formazioni rocciose e persino qualcosa che è opera dell'uomo come un paesino di pescatori dove, come nella vicina Milos, hanno costruito dei “box” come quelli per le auto, ma li hanno costruiti a bordo mare per "infilarci" le loro barche.
Questo paesino si chiama Γούπα (Goupa) ed è proprio una delle prime “cose” di Kimolos che andiamo a scoprire (vedi le foto sotto).
Alcune foto in sequenza di Goupa, il villaggio di pescatori. (istruzioni)
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Durante tutto il periodo passato a Kimolos, Guido si prende la briga di farci da Guida… Non è un gioco di parole… e poi… chi se non Guido potrebbe meglio interpretare questo ruolo?
Comunque, scherzi a parte, ci organizza, come prima cosa, una breve passeggiata portandoci a poca distanza da Psathi: una piccola salita ed una altrettanto breve discesa e siamo a Goupa.
A onor del vero, riguardando le foto sopra, ho proprio l'impressione che non rendano giustizia alle suggestioni che in realtà suscita questo posto. Per andare da una casa all'altra si passa direttamente sulle rocce e nei pochi passaggi dove questo non sarebbe agevole o sarebbe persino impossibile, i pescatori hanno messo delle assi che consentono di fare tutto il percorso senza vere difficoltà. Credo che la caratteristica più evidente agli occhi di una “persona di oggi” è che tutto è fatto con l'arte di arrangiarsi: voglio dire che non esistono due cose uguali. Ad esempio: una scala è composta da gradini scavati nella viva roccia intervallati con gradini sagomati con cemento; un'altra scala è tutta in ferro, mentre un'altra è tutta in legno… e così via.
Una bella baia che prende il nome da una chiesetta nei suoi pressi. (istruzioni)
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Passando in auto, non possiamo non fermarci a dare un'occhiata ad una bella baia (vedi foto sopra) che vediamo direttamente dalla strada. Visto che non riesco a darle un nome perché nei documenti di bordo non esiste, la chiamo baia Agios Minàs (dal nome di una chiesetta unica costruzione sul posto).
Agli occhi di un marinaio questa vista è assolutamente “irresistibile”: voglio dire che chi va per mare è perennemente alla ricerca di “rifugi” nei quali “ficcarsi” per trovare quiete in caso di maltempo e questa baia sembra proprio interessante. Uno sguardo più attento però mi fa abbandonare ogni illusione: vediamo ormeggiate solo barchette… probabilmente non c'è pescaggio. Un'occhiata alla carta nautica, quando rientreremo a bordo, mi confermerà che la profondità non supera i cinquanta centimetri. Accidenti!…
Per fare il bagno, cosa assolutamente indispensabile d'estate a mare, ci organizziamo in questo modo: visto che la mattina la si passa in vari modi (soprattutto salendo a piedi alla Chora per fare la spesa), il pomeriggio, dopo la siesta, si va tutti alla spiaggia a 200m dalla barca… proprio alle spalle del porto. Tuttavia, non sempre il mattino passa andando a fare la spesa: ogni tanto ci organizziamo per fare qualcosa di specifico… ad esempio andiamo a fare il bagno a Παραλία Αγίου Γεωργίου. Si tratta di una spiaggia posta a Nord Est dell'isola e pertanto parzialmente protetta dai venti dominanti. Quel che però è vero in questo caso per i bagnanti non è del tutto vero per le barche: diciamo che per chi viene da terra tutto il lato sinistro della spiaggia rimane abbastanza ridossato da un piccolo promontorio, per chi viene dal mare invece il ridosso può diventare scomodo o addirittura problematico. Ma, visto che ultimamente il Meltemi, vento stagionale che una volta soffiava ininterrottamente per tutta l'estate, ormai non si presenta quasi più, noi troveremo sempre tempo buono e mare assolutamente calmo.
Paralia Agios Georgios (Παραλία Αγίου Γεωργίου): una bella spiaggia nella costa Nord-Est dell'isola. (istruzioni)
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Veniamo alcune volte a passare una mezza giornata su questa spiaggia: per farlo, naturalmente, dobbiamo affitare un'auto. Una di queste volte viviamo una strana avventura della quale però non è il caso di essere orgogliosi… vediamo di cosa si tratta.
Una volta arriviamo verso mezzogiorno e portiamo con noi l'occorrente per il pranzo al sacco. Non si tratta però di “panini”… siamo proprio viziati. Le signore hanno preparato (ciascuna nella propria barca) dei piatti freddi (ottimi d'estate) ed un buon vinello tenuto al fresco in un recipiente termico. Portiamo di tutto… persino le posate. L'idea è quella di rimanere accovacciati sotto l'ombra degli alberi che orlano la spiaggia mangiando alla moda dei marinai: una mano per la “ciotola” ed una per la posata.
Pochi minuti dopo il nostro arrivo però, assistiamo ad una scenetta che attira tutta la nostra attenzione: un paio di grossi gommoni si staccano da un megayacht fermo in rada e vengono verso di noi. Io non vedo di buon occhio queste cose: un gommone col suo motore non dovrebbe mai avvicinarsi all'area balneabile… gli incidenti sono all'ordine del giorno. Tuttavia decido (stranamente) di non intervenire ed osservo quel che succede.
Le due imbarcazioni sembra proprio che ci puntino e, arrivati sul “bagnasciuga”, accostano spingendo a motore la prua sulla spiaggia. Con nostra sorpresa, i due marinai sbarcano e cominciano a portare sulla sabbia una gran mole di oggetti di tutte le forme… Beh!… in men che non si dica montano un mega-ombrellone quadrato che fissano al terreno anche sui quatto angoli con dei tiranti, inoltre, compaiono sdraio, lettini, contenitori che sembrano mobili appoggiati a terra e soprattutto un bel tavolo con intorno delle sedie da regista… Insomma, quando se ne vanno, dopo pochi minuti, abbiamo davanti ai nostri occhi quella che vediamo come una autentica "sala da pranzo" all'aperto.
Incredibile… se ne vanno e lasciano tutto incustodito. Sicuramente dimostrano d'essere imprudenti… qualcuno potrebbe approfittare di tanta comodità.
È un attimo. Ci guardiamo in faccia e andiamo a sederci.
Le signore tirano fuori dalle borse di tutto e di più e in men che non si dica siamo a tavola.
Vediamo bene che nel frattempo i due marinai ci guardano coi binocoli… vediamo che confabulano. Ma noi li teniamo d'occhio. In effetti la situazione è sotto controllo: sappiamo bene che abbiamo il tempo che ci serve per “smobilitare”, se li vedessimo salire sul gommone per raggiungerci, lascieremmo libera la postazione in un attimo evitando così qualsiasi "conflitto".
La cosa bella è che accade proprio così: finiamo di mangiare con calma e ci attardiamo soddisfatti godendoci il relax e le favolose strutture che ci “ospitano” e nel frattempo mettiamo via tutto nelle borse. Quando alfine vediamo staccarsi il gommone dallo yacht, ci alziamo e ci andiamo a stendere sotto gli alberi a cinque metri di distanza. Appena i “marinai” sbarcano, corrono a sistemare tutto (anche se noi abbiamo lasciato il posto in condizioni impeccabili). Ci guardano… sappiamo che loro sanno… ma nessuno dice nulla.
È difficile spiegare razionalmente il perché di tanta soddisfazione. Quel che abbiamo fatto è una “marachella da birboni” e dovremmo vergognarci… ma non è così. Forse invece la soddisfazione è dovuta al fatto che costoro sembrano ignorare completamente il prossimo col quale non intendono mischiarsi e spadroneggiano su una spiaggia che è di tutti costruendo strutture che evidenziano questa pretesa.
Beh!… Sia quel che sia, noi ringraziamo… è stato bello.
Dopo un po', due signore arrivano a nuoto dallo yacht; si distendono su due lettini per pochi minuti mentre un marinaio serve loro un drink e poi vanno via a nuoto mentre tutte le "strutture" vengono "rimpacchettate" e portate via sui gommoni…
Bah!… quanto lavoro per un bagno di mare. Forse, in fondo, quei marinai ci guardavano con gratitudine… già!… almeno noi abbiamo dato valore ai loro sforzi e siamo gli unici che abbiano espresso, almeno con gli occhi, gratitudine e soddisfazione.
Un'altra gita degna di nota è quella alla spiaggia “Ελληνικά” (Ellinikà) dove siamo andati a vedere il tramonto. Questa spiaggia è infatti situata sulla costa Ovest dell'isola nel bel mezzo di uno scenario molto suggestivo fatto di sabbia e di rocce che, tutt'intorno, assumono le forme più fantasiose che, rispecchiandosi su acque cristalline, ne esaltano il fascino.
Il tramonto visto dalla spiaggia “Ελληνικά” di Kimolos. (istruzioni)
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Come si può vedere dalla “carrellata” delle foto sopra, la spiaggia non è l'unica attrazione. Sulla sua destra uno sperone roccioso si estende verso il mare e, da qui, si allunga lo sguardo alla costa adiacente che, a differenza della prima, è costellata di rocce: alcune ne orlano la costa, altre emergono dal mare a formare una barriera di "guglie" che suscitano meraviglia.
Ho già citato il fatto che su Kimolos esistono rocce delle forme più svariate… molte tra queste hanno forme curiose. Noi conosciamo bene il fenomeno perché abbiamo frequentato per anni la "Costa Smeralda" al Nord della Sardegna: chi non conosce l'esistenza della “roccia dell'orso” vicino a Palau?
A titolo di esempio, voglio portare la foto qui sotto: si tratta di una roccia che, ai miei occhi, assume le sembianze di un "pulcino".
La “roccia del pulcino”.
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Naturalmente, parlando della nostra permanenza sull'isola, non possiamo dimenticarci della Chora: il luogo che racchiude la quasi totalità della vita sull'isola… soprattutto d'inverno. Come ho già detto, è qui che andiamo ogni mattina per fare la spesa… ma saliamo alla Chora molto spesso anche alla sera. È ciò che fa la gente dell'isola, soprattutto i turisti, che dopo una giornata passata spesso alla ricerca di un angolino sperduto vogliono passare una serata in compagnia.
Alla sera, la gente che durante la giornata si è sparsa per l'isola, si raduna in piazzetta (… su alla Chora).
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Questa abitudine di passare la serata, sorseggiando magari un Ouzo, seduti in uno dei tanti locali che si affacciano tra i vicoli della Chora è una tipica abitudine cicladica e Kimolos non fa eccezione. C'è però qualcosa di prezioso e di raro qui: una sana atmosfera fatta di autenticità. Mi spiego meglio: nella stragrande maggioranza delle isole, il "fenomeno" turistico ha portato profonde trasformazioni; sono sorte ovunque “boutiques” ammiccanti traboccanti di lusso ed attrazioni di ogni genere che si rifanno all'immaginario dei posti frequentati dal “jet set” internazionale. Qui a Kimolos questo non è successo… perlomeno… non ancora.
Alcune foto della Chora di Kimolos. (istruzioni)
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Nella sequenza fotografica sopra ci sono foto che mostrano quello che le guide turistiche indicano come “il castello”, ma non sono i resti di una vera fortificazione… e comunque oggi sono solo cumuli di sassi. Naturalmente ci sarebbero tante altre cose da menzionare su Kimolos ed anche sulla sua Chora; ma non ho intenzione di fare la guida turistica e rimando alle pubblicazioni di settore che abbondano anche su internet. In questa sede io voglio solo fissare i miei ricordi e, nel caso di Kimolos, sono ricordi a me molto cari che mi rammentano di una chiusura di stagione densa di soddisfazioni e dalle forti emozioni.
Partiremo da Kimolos alla fine di Agosto con rotta diretta su Methana: un ritorno alla base. Qui passeremo ancora alcuni giorni insieme e poi Guido partirà da una parte e noi dall'altra. Andremo a portare la barca a Kilada dove andrà in secca per passare l'inverno e fare alcuni lavori che sono in lista sin da Chiavari.
Voglio quindi chiudere il ricordo di questa stagione con un'immagine (foto sotto)… l'immagine della nostra partenza da Kimolos che vuole esprimere a colpo d'occhio la felice conclusione di un bel viaggio.
Grazie AURORA per averci consentito di vivere tutto questo… Ci rivedremo la prossima stagione.
Ormai siamo partiti… Kimolos è alle spalle coi suoi ricordi di un'estate densa di avvenimenti avvincenti.
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