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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Zacinto - Shipwreck

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Siamo a Fiskardo e, finalmente, ieri abbiamo finito di fare per via telematica le dichiarazioni dei redditi di entrambi. Niente di insormontabile... Tuttavia, ogni volta che faccio questo tipo di lavoro ho bisogno di dimenticare quanta inutile ottusa burocrazia grava sul contribuente italiano. Per noi, in fondo, è poca cosa: qualche ora di lavoro e qualche rompicapo di troppo. Ma gli anziani o le persone poco colte devono rivolgersi a qualcuno. Così, per pensare ad altro, ce ne andiamo a fare la spesa e ci immergiamo nella piacevole quotidianità della nostra privilegiata “condizione speciale”. La cosa funziona a meraviglia. A spasso per negozi in quello scenario da favola, presto dimentichiamo coloro che abbiamo lasciato a casa. Poi, pieni di pacchetti, mentre rientriamo a bordo del July, Margherita mi dice… : “E se partissimo adesso? Eviteremmo tutto il caldo”.  “Potremmo andare a Poros” – ribatto – “sono poche miglia ma ci fa gioco partire da li per andare a Zacinto la mattina dopo… Magari sul presto. Potremmo puntare ad arrivare in tempo per fare la gita in barca a Shipwreck Beach, sulla costa nord di Zacinto”.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                 (immagine satellitare 1)

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La rotta del July da Fiskardo a Katakolon tocca Poros ed Ayos Nikolaos.

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Così, in modo del tutto improvviso, decidiamo di partire da Fiskardo alle ore 11 del 28 maggio 2011. L’idea, come abbiamo visto, è quella di fermarci a dormire a Poros (che conosciamo). Il posto non meriterebbe una sosta, ma è utile per spezzare il viaggio per Ayos Nikolaos dove, arrivando presto, puntiamo a fare una gita in barca a motore alle “Grotte Blu” ed alla “Spiaggia della nave affondata” (Shipwreck beach).

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                           (immagine satellitare 2)

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L'entrata del July, proveniente da Poros (Cefalonia), nella baia di Ayos Nikolaos nell'isola di Zacinto.

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Partiamo da Poros, dopo una notte tranquilla, con tempo veramente bello e un mare piatto come lo vediamo raramente. Arrivati a Zacinto, nella baietta di Ayos Nikolaos, c'è un'isoletta che protegge parzialmente dal mare un tratto banchinato della costa subito davanti a quelle poche case che si affacciano direttamente sul mare. Entriamo nella baia passando a Nord dell'isolotto. Il passaggio è parzialmente ostruito (vedi foto sopra) da un bassofondo che dall'isola si estende sul passaggio ed un'altra pietraia dalla parte opposta che, anche se meno estesa, comunque si protende verso il passo. Siamo entrati con molta cautela, ma non abbiamo abuto problemi. La banchina in fondo è apparsa subito sgombra. Così ci siamo apprestati a gettare l'ancora e portarci all'ormeggio poppa in banchina (vedi foto sotto).

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Arrivati ad Ayos Nikolaos a Zacinto, abbiamo trovato proprio a fianco del July il battello per la gita.

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Appena sbarcati, chiediamo subito informazioni: la barca per la gita che abbiamo in mente è quasi pronta a partire... Aspetta l'orario prefissato con a bordo già qualcuno che ha appena preso posto. Non dobbiamo fare che pochi metri e salire. Così accade che alle 11 facciamo una delle più belle gite degli ultimi tempi. Al mattino il mare è piatto e la barca lascia il molo di Ayos Nikolaos puntando a sinistra, verso Nord, dirigendo su una delle scogliere più selvagge che abbiamo mai visto. Non esistono approdi, o sono pochissimi ed incastrati fra un nugolo di rocce frastagliate. La consapevolezza che il mare rompe spesso su questa costa (siamo sul lato dell'isola esposto ai venti dominanti), non fa che aumentare la sensazione di disagio che assale il marinaio in questi casi. Se si conosce il mare, non si rimane indifferenti sapendo quel che accade se ci trova sopravvento ad una costa del genere e non si hanno i mezzi per fuggire. La mancanza di un motore forte ed efficiente è proprio quello che è mancato ai marinai per tanti secoli fino ad un centinaio di anni or sono. Chi naviga ha la consapevolezza di questo fenomeno... E poi, siamo proprio diretti alla spiaggia del relitto. Anche questo contribuisce alla suggestione generale.

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La barca che abbiamo preso era molto veloce, manovrabile e pescava pochissimo. Le grotte blu.

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La vista di quegli anfratti  nascosti con i loro colori lascia senza parole. Le immagini si rincorrono e, tra una grotta e l’altra, la barca corre velocissima sull'acqua creando un gioco di schiuma bianca e di spruzzi che incorniciano ed esaltano lo scenario intorno a noi. La nostra barca si ferma spesso nei posti più suggestivi. Il motore potente, la chiglia piatta che pesca poco e l'abilità di chi è ai comandi consentono di spingere il mezzo fin dentro le grotte. La foto sopra mostra proprio le "Grotte Blu", così le chiamano sul posto, che rappresentano, insieme alla "spiaggia del relitto", il richiamo turistico principale. Così, tra corse pazze e soste suggestive, finalmente ci accorgiamo di essere arrivati alla meta. Contorniamo un roccioso promontorio e subito ci appare una vista mozzafiato. La costa si apre letteralmente con un'impressionante squarciatura che lascia vedere l'interno delle alte colline rocciose che orlano l'isola su questo litorale.

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La spiaggia della nave affondata costituisce la meta finale della gita in barca di oggi.

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In fondo alla baia di un mare color smeraldo, si vede la spiaggia del relitto (vedi foto sopra). Qui, entrando, ci si sente combattuti tra due sensazioni contrastanti. La prima è il timore che incute la vista di questa nave che, così com'è messa, lascia intuire le pene degli uomini che hanno vissuto gli ultimi momenti di questa tragedia; l’immagine creata inevitabilmente dalla nostra fantasia circa quel che accadde in quegli istanti quando l’equipaggio guardava la nave spiaggiarsi tra onde infernali... Senza più scampo ormai. La seconda è il senso di maestosa grandezza dello scenario cha abbiamo intorno. Una grande spiaggia immersa tra pareti di roccia verticale ovunque: nessuna via d’uscita se non dal mare. Eppure non è un sentimento di sgomento e di paura che prevale. I colori sono così belli e la natura così maestosa che ci si lascia andare semplicemente alla gioia… Così facciamo il bagno in un’acqua limpida di quel colore che solo raramente il mare ci regala (vedi foto sotto).

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Quale migliore occasione per aprire ufficialmente la stagione dei bagni.

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Il rientro avviene piuttosto velocemente, con poche fermate in posti già visti per vedere come gioca il sole cambiando l’aspetto dei luoghi con riflessi che prima non c’erano. Infine rientriamo a bordo del July ed aspettiamo che il maestrale, che ormai comincia a farsi sentire, si metta a soffiare con tutta la sua forza pomeridiana. L’ancora è ben messa ed il posto è protetto da questo vento. Siamo stati previdenti ed adesso siamo pervasi da quella sottile soddisfazione che viene dal sentirsi protetti mentre fuori si balla. Sono le piccole gioie del marinaio.

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Al rientro dalla bella gita, il July non è più solo all'ormeggio della banchina di Ayos Nikolaos.

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Nella foto sopra, si vede bene il July tranquillamente ormeggiato in mezzo ad altre barche che, ovviamente, sono arrivate mentre noi eravamo in gita. Tutti abbiamo buttato l’ancora in un fondale che, nel linguaggio del marinaio, si definisce “cattivo tenitore”. L’acqua trasparente, all’arrivo, ci ha consentito di vedere il fondo: tanti sassi, qualche roccia e molte alghe. Ma tutti sappiamo bene che il veno soffierà da Nord-Ovest questo pomeriggio e noi siamo protetti dalla conformazione della costa. La notte poi, sarà tranquilla. Qui sotto, come al solito, l'album fotografico di questa web-page.

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Galleria fotografica della sosta ad Agios Nikolaos (Zacinto) e gita alla "Shipwreck beach".

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La mattina dopo, all'alba del 30 maggio, partiamo per Katakolon. Portiamo con noi le bellissime immagini della costa Nord di Zacinto, ma portiamo anche la consapevolezza che stiamo saltando la visita del resto dell'isola. Siamo ansiosi di arrivare a Pylos dove sicuramente dovremo sostare alcuni giorni in attesa di una finestra di tempo maneggevole per passare i grandi capi: non dimentichiamo che siamo in viaggio per Creta… Quella è la meta.