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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

Rotta del July da Paleokastritsa a Gaios, nell'isola di Paxos.

Abbiamo ricordi incredibilmente belli di quella sosta a Paxos. Era nel 1993 ed avevamo appena comprato la barca nuova: ci eravamo spinti fino alla Grecia che non avevamo mai visitato prima. A bordo con noi c'era nostro figlio Marco con un suo amico ospite a bordo. Paxos ha tutte le caratteristiche della tipica isola greca: un'isola con un paesino sul mare che inizia e finisce sul litorale banchinato dove è possibile ormeggiare subito di fronte alle case, i bar, i negozi e le taverne. La foto qui sotto è in realtà uno strappo alla regola. Non è stata fatta in questo viaggio, è un ricordo del 1993.

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Fine

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Con gli amici Michele e Rosalba

Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Navigation

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Oggi finalmente è il giorno "fatidico"… il giorno dell'arrivo dei nostri amici. Li abbiamo sentiti al telefono: sono già sbarcati ad Atene e stanno andando al Pireo dove prenderanno il catamarano veloce che li porterà qui ad Agistri.

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Foto dai nostri itinerari

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click -

Aurora ad Agistri in attesa degli amici Michele e Rosalba.

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Vai a consultare il meteo

Così, infine, alle otto e mezza della sera, vediamo arrivare il catamarano che stiamo aspettando; arriva a velocità incredibile fin quasi all'imboccatura del porto, poi rallenta improvvisamente fino a muoversi quasi a rallentatore e viene ad attraccare proprio davanti a noi: siamo ad un centinaio di metri dall'ormeggio di AURORA.

È una festa… dopo tanta attesa sono arrivati… comincia una vacanza nella vacanza… una vacanza speciale.

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Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

Il ristorante di Megalochori (Μεγαλοχώρι) dove ceniamo la sera dell'arrivo di Michele e Rosalba.

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Appena il tempo di salire a bordo ed assegnare la cabina che ci troviamo a passeggiare per sgranchirci le gambe e raccontare le ultime novità… poi, poche parole ed il programma è fatto: l'indomani mattina salperemo per Kea, la prima delle Cicladi in programma.

Una volta assorbita l'emozione dello sbarco, verso le nove e mezza, decidiamo di andare a cena fuori; Margherita ha preparato qualcosa da mangiare in barca nel caso i nostri amici fossero arrivati stanchi… ma sono “belli pimpanti” e quindi andiamo a cercare posto proprio nel ristorante vicino alla barca (foto sopra). Fortuna vuole che lo troviamo anche senza aver prenotato, quindi, per prima cosa, un brindisi d'auguri per l'inizio di questa avventura.

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Dopocena, ci concediamo una passeggiata più lunga per andare a vedere l'atmosfera di “Skala by night”… Agistri è tutta qui… Quando a terra abbiamo visto Megalochori e Skala, non c'è altro da vedere. Il tempo è troppo prezioso per rimanere un ulteriore giorno sull'isola… più ci penso e più sono sicuro che sia la scelta giusta.

Finita la passeggiata, rientriamo in barca… è proprio ora di dormire… lo sentiamo tutti addosso. Io e Michele ci attardiamo qualche istante nel pozzetto a scambiare ancora qualche parola: è bello, nella quiete della sera, sentire all'interno le nostre mogli che si scambiano le ultime informazioni prima di notte. Domani, appena svegli, si parte.

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L'indomani alle sette siamo tutti pimpanti: a bordo c'è un'atmosfera nuova… una certa effervescenza che ci ricorda entusiasmi ormai lontani nel tempo: navighiamo da tanti anni e siamo assuefatti alle continue partenze per mare… di solito non ci fa più alcun effetto. Ma partire in quattro è diverso… è una cosa nuova per tutti a bordo.

Così, in pochi minuti, si accende il motore, si molla a poppa e Margherita recupera la catena che, sapientemente stesa al nostro arrivo tra le rocce e le “trappole” ampiamente disseminate in questo fondale, viene su senza perdite di tempo… in un attimo siamo fuori: destinazione Kea!…

 

Maledizione!… Cosa succede!… Si è disattivato il pilota automatico… È già successo… So cosa fare. Devo semplicemente reimpostare la procedura di inizializzazione della “rete trasmissione dati di bordo”…

 

Per avere la coscienza a posto abbiamo chiamato uno specialista a bordo a Paroikià, una ventina di giorni prima… Non è possibile!… ripeto più volte la procedura e il pilota automatico si ostina a non funzionare… questa volta però, mi sembra che il guasto segnalato dal sistema sia diverso.

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Il display del pilota automatico…

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Beh!… cerco di prendere la cosa con “filosofia”… certo, è un bel guaio… è la prova che la legge di Murphy esiste. Ma decido comunque che non ci faremo condizionare troppo da questo guasto: abbiamo in programma di andare oggi stesso a Kea, poi proseguire per Syros e successivamente fare tappa a Paroikià, nell'isola di Paros… qui conosco quel professionista molto capace che è già venuto a bordo per un controllo. Credo che il guasto non abbia la stessa causa della volta scorsa… vedremo!…

Inoltre, a bordo c'è l'amico Michele, marinaio anche lui (- click -)… vorrà dire che faremo i turni al timone fin quando non arriveremo a Paros per le riparazioni.

 

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                                   (immagine satellitare 1)

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Rotta di AURORA da Agistri a Kea, la prima delle Cicladi.

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In effetti, essendo in due a potersi alternare al timone, la navigazione non presenta alcuna difficoltà. Per me che navigo da solo, la rottura del pilota automatico rappresenta una grave avaria. Occorre considerare che se il vento aumenta ed il mare si “arruffa” abbandonare il timone diventa problematico o quasi impossibile e non si sa come fare per regolare le vele o provvedere a qualsiasi altra cosa a bordo. Da Agistri a Kea la distanza da percorrere è di circa 47 miglia nautiche e noi facciamo, tutto sommato, un bel viaggio che ci fa arrivare in tempo per godere appieno dell'intero pomeriggio.

 

Appena arrivati, decido di ormeggiare a Korissia, nel posto dove Margherita si è ferita… il tempo è buono e non si rischia nulla, in compenso da qui si possono prendere sia gli autobus che i taxi.

 

Infatti, scendiamo dalla barca ed andiamo direttamente a prendere un taxi che ci porta, in dieci minuti, su alla Chora. Da lì, cominciamo a salire per andare a vedere il famoso “leone di Kea” (di cui abbiamo già parlato nella web.page precedente  - click -).

Come avevamo pensato, i tempi coincidono: al rientro, dopo la visita al “leone”, ci ritroviamo di fronte a quel ristorantino che io e Margherita avevamo già provato e messo in conto… così ci sediamo per cenare che non è ancora buio e possiamo godere del tramonto comodamente seduti a tavola. 

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Foto, subito dopo il tramonto, dal tavolo del ristorante nella Chora dell'isola di Kea. 

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Come ricordo d'un magico momento, la foto sopra scattata dopo il tramonto, in fondo… ad Ovest… ad Occidente… là dove il sole ogni giorno va a morire.

 

L'indomani, partiamo abbastanza presto per Syros, la nostra nuova tappa. Dirigiamo a Finikas dove, secondo i piani, dovremmo fermarci un paio di giorni per visitare l'isola. Ci aspettano circa trentacinque miglia di mare e la previsione è che si arrivi nel immediato dopopranzo.

 

Verso le dieci del mattino, cerco di mettermi in contatto con lo specialista di Paroikià che mi dovrebbe riparare il pilota automatico. Mi interroga per cercare di capire bene… di indovinare quale possa essere la causa del guasto ed alla fine sentenzia: “I strongly believe that we have to refurbish the whole electrical motor... for me, that's the problem.” (credo che il problema sia il motorino elettrico)… - poi continua - “Well... If you are here tomorrow morning I come aboard and in few hours the problem is fixed. If not, I am busy for several days... but I will assist you in any case.” (se sei qui domattina, salgo a bordo e faccio il lavoro in giornata… in caso contrario, sarò occupato per i giorni seguenti, ma ti assisterò comunque in qualche modo).

 

La mia decisione è immediata: “Tomorrow morning, 10 o'clock I wait for you at the Paroikià Marina… confirmed! ”  (domattina alle 10 ti aspetto al Marina di Paroikià).

 

Quindi, cambio di programma: metteremo la barca alla frusta e salteremo la tappa di Syros… si va diretti a Paroikià. So che da Finikas a Paroikià ci sono circa 24 miglia… non c'è problema: vedremo Syros un'altra volta.

Video della “galoppata” con frequenti punte di otto nodi di velocità nel tratto da Kea a Paroikià (nell'isola di Paros).

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 ( istruzioni )

Devo dire che l'equipaggio prende bene la decisione di tirare dritto saltando la nostra mèta per andare direttamente alla successiva: due tappe in una, ma per mettere a posto il pilota automatico ne vale la pena. Per dovere di cronaca, diciamo che il mare si presenta buono fino al traverso dell'isola di Syros, poi si instaura un treno di onde di poco meno di un metro che fanno fare allo scafo delle sbandate notevoli e persino allarmanti se non si è abituati… ma tutto rimane sotto controllo e la velocità si mantiene alta fino all'arrivo.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                                   (immagine satellitare 2)

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La rotta di AURORA da Kea a Paroikià, nell'isola di Paros.

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Mano a mano che ci avviciniamo a Paros, nelle ultime quattro miglia, le onde disturbano sempre meno fino a quando imbocchiamo l'ingresso in rada… manovra che merita la nostra massima accortezza. Vedo d'esser più chiaro: la zona è disseminata di scogli, affioranti e non, che vanno sempre tenuti d'occhio senza concedersi distrazioni; oltretutto, nel nostro caso, abbiamo alle spalle due navi che ci raggiungeranno e ci supereranno per entrare… il tutto mentre sentiamo la sirena di una nave in uscita che segnala la sua presenza per pretendere la precedenza… questo, naturalmente, col mare che ci sbatacchia (anche se non più come prima).

Beh!… Forse non è il caso di “farla così lunga”… in fondo si tratta di “normale amministrazione”… però serve per chiarire cosa sono le Cicladi in Agosto.

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Alla fine di una giornata densa d'attività e di emozioni, dopo aver cenato al ristorante (noi quattro più Guido e Rita) ci si rilassa in pozzetto a Paroikià.

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Ad ogni modo, arriviamo senza problemi e riusciamo ad avere posto in banchina. Io cerco un ormeggio interno, ma non c'è disponibilità… comunque con l'harbour master i patti sono: “ci sistemiamo all'esterno per stanotte… domani… quando il primo degli interni va via, entreremo noi”.

 

Infatti avviene proprio così; la mattina seguente, cerco di individuare le barche che mostrano “i segni della partenza”, quindi vado a chiedere conferma e mi preparo. Alle dieci del mattino AURORA è ormeggiata all'interno e noi siamo pronti ad accogliere a bordo il tecnico che arriva puntuale. La cosa più bella è che, secondo le aspettative, alla sera la barca è a posto col suo pilota automatico funzionante. Possiamo riprendere le nostre vacanze lasciando i problemi alle spalle.

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In attesa del tramonto alla chiesetta chiamata “Παρεκκλήσι Κοιμήσεως Θεοτόκου” (Cappella della Dormizione) a Paroikià

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La prima cosa che facciamo con Michele e Rosalba è, come si può immaginare, visitare tutto quel che c'è da vedere a Paroikià. Nella foto sopra siamo tutti raccolti ad aspettare il tramonto alla “Cappella della Dormizione” ( in greco Παρεκκλήσι Κοιμήσεως Θεοτόκου ). Abbiamo naturalmente visitato la Basilica della Madonna di Ekatontapilani (in greco "Ιερό Προσκύνημα Παναγίας Εκατονταπυλιανής"), ci siamo persi per i vicoli pieni di negozi, siamo andati in spiaggia a fare il bagno, etc.

Evito di documentare tutto una seconda volta perché Paroikià è già stata ampiamente descritta nella precedente web-page (- click -). Quindi, al solo scopo di lasciare un ricordo dei bei vicoli di Paroikià, mi limito ad inserire in questa pagina il video quì sotto.

Video di Paroikià a puro titolo di esempio (da noi girato in altro momento nel corso della stagione 2023).

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 ( istruzioni )

Come già sappiamo, venerdì 18 Agosto, siamo costretti a salpare entro mezzogiorno: nel marina c'è il cambio degli equipaggi… tutte le barche charter rientrano e la gente sbarca e va via, poi altri equipaggi si avvicendano. Conclusione, noi che siamo solo "clienti tollerati" (… e non "charteristi"), decidiamo di fare cambusa e ce ne andiamo in rada dove passiamo una mezza giornata tranquilla fino alla sera…

Si, perché la sera decidiamo di scendere a terra col gommone ed io mi “ingegno” per movimentare la serata.

 

Ora, dobbiamo ricordare che il gommone in uso su AURORA porta al massimo tre persone ed al momento noi siamo quattro. Per scendere a terra occorre quindi fare due viaggi: solitamente porto a terra Michele e Rosalba e successivamente ritorno per prendere Margherita. Quindi la sera, quando c'è ancora abbastanza luce per vederci bene, scendiamo tutti a terra senza problemi e passiamo una bella serata come al solito. Al momento di rientrare, sembra più gentile portare Rosalba e Margherita a bordo nel primo viaggio mentre Michele, per cavalleria, rimane ad aspettarmi nello sbarcatoio dove avevamo ormeggiato il gommone all'andata. Quindi, una volta imbarcate Rosalba e Margherita, ci allontaniamo dal molo con una spinta ed io accendo il motore.

“Accidenti!… Ma che buio pesto!… Mi sembrava che AURORA fosse proprio qui davanti…” - tutti ci diamo da fare per aguzzare la vista ed infine troviamo la barca nella notte.

 

A questo punto, non devo fare altro che tornare indietro a prendere Michele… un gioco da ragazzi… l'ho fatto mille volte nella mia vita da marinaio. Così parto rilassato e soprappensiero e scoprirò in seguito che parto con la stessa angolazione dell'arrivo rispetto alla poppa della barca… peccato che nel frattempo la barca sull'ancora avesse fatto un mezzo giro. Guardo a prua ed individuo le due luci isolate alle spalle di Michele, pertanto rimango rilassato e navigo in quella direzione. C'è un buio pesto e le uniche luci a riva mi abbagliano quando cerco di vedere… ma Michele è là, lo vedo, è un'ombra che si staglia netta contro la luce… è in piedi che mi aspetta.

Ormai sono vicino, abbastanza vicino per vedere che il posto non mi sembra più lo stesso… c'è qualcosa che non va… e poi, manca una barca che pochi minuti prima era assicurata al pontile insieme al mio gommone. Urlo a Michele… dovrebbe sentirmi… sento che urla, ma non capisco cosa dice… poi comincia a gesticolare scomposto… forse vuole dirmi che c'è un qualche pericolo nella notte?… scogli?… Oddio!…

Il motore, anche se al minimo, fa troppo rumore per consentirmi di sentire qualcosa… penso di spegnerlo così da eliminare ogni dubbio e Michele mi dirà che cosa mai ha da urlare ed agitarsi in questo modo.

 

Poi tutto si svolge in un attimo. Faccio per spegnere il motore e mi accorgo di un filo da lenza in acqua pericolosamente vicino all'elica. Uff!… Quando il motore si spegne vedo bene che sono salvo… il filo non ha preso l'elica. Adesso però sento distintamente Michele che urla in modo forsennato… ma non capisco una parola… Orpo!… parla greco.

 

Accidenti!… Adesso comincio a capire. Non è Michele è un greco che parla solo greco e che si trova sul pontile a pescare. Probabilmente, mi sta spiegando in greco un sacco di cose ch'io non sapevo della mia famiglia. Realizzo che ho sbagliato pontile quindi taglio di netto la lenza lasciando affondare il resto (troppo pericolosa per me). Lui si accorge subito di quel che succede: probabilmente adesso sente la canna “vuota”. Sento la voce del poveretto cambiare tono… diventare stridula… ma non mi fermo a spiegargli quel che è successo. Ritorno  allora verso la barca per ricominciare daccapo e ritrovare l'orientamento.

 

Una volta in barca, mi accorgo che anche Margherita e Rosalba urlano per aiutarmi… e credo che anche Michele forse si è messo ad urlare… chissà. Comunque dalla barca riesco a vedere bene dove devo andare… per fortuna Michele è molto lontano dal pescatore… non ho voglia di incontrarlo… e poi, parla solo greco.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                                   (immagine satellitare 3)

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Rotta di AURORA da Paroikià a Naoussa e ritorno.

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L'indomani, visto che siamo stati “gentilmente invitati” a lasciare il posticino protetto all'interno del porticciolo di Paroikià e siamo alla fonda, decidiamo di muovere ed andarcene a fare i turisti a Naoussa. Si tratta solamente di poche miglia, ma l'ambiente è del tutto diverso e Naoussa è una tappa d'obblico per chi è in visita a Paros. Nella “carta nautica” sopra (immagine satellitare 3) vediamo l'isola di Paros con indicate Paroikià e Naoussa. Per noi che viaggiamo in barca, la cosa più rilevante è che entrambe le località si trovano in fondo ad una baia ampia e sicura che offre una buona protezione in caso di cattivo tempo. Per il "terraiolo" invece basterà dire che Paroikià è il punto d'arrivo e di partenza dall'isola con le navi mentre Naoussa è il paesino più bello di tutta l'isola.

 

Appena fuori dalla protezione della rada, mare ed onde si fanno sentire. Avanziamo a motore contro il mare abbastanza bene ed il viaggio non risulta particolarmente disagevole… ma non c'è bel tempo… anzi.

 

Arrivati a Naoussa facciamo fatica a trovare posto. Al contrario di quanto avrei immaginato, il porto non è gestito, quindi, se trovassimo posto, la sosta sarebbe gratuita. Ma il problema è un altro: una volta tutti i porti della Grecia non erano gestiti e tutto il posto era a disposizione dei vari diportisti come noi. Non tutto era perfetto… anche tra i diportisti esistono personaggi ottusi e poco gradevoli, ma sono pochi e gestibili. Oggi assistiamo ad un fenomeno orribile che possiamo descrivere così: i greci hanno “fatto i soldi” e si sono "fatti la barca"… questo vuol dire che hanno riempito in modo selvaggio tutti i porti non gestiti occupando tutta o quasi l'acqua a disposizione con barche, barchette, barchini, gommoni e gommini. La cosa peggiore poi è che sono tutti stanziali: le loro barche non si muovono… non c'è ricambio… c'è occupazione permanente.

 

Noi giriamo a lungo all'interno del porto prima di arrenderci ed uscire. Veri posti liberi non ce n'è, ma la sensazione è che potremmo “poggiarci” da qualche parte. Dopo un tempo che a noi sembra comunque lunghissimo, capisco che non è possibile sistemarsi “decentemente”… ma piuttosto che uscire senza altra soluzione che andar via, decido di andare ad ormeggiare poppa in banchina a fianco dei grossi yacht posti di fronte all'entrata del porto. Qui c'è spazio… ce ne starebbero due piuttosto grossi e noi gettiamo l'ancora e portiamo la poppa in banchina. Tutto risolto?…  Neanche per sogno.

 

AURORA si muove continuamente sotto l'influenza delle onde che arrivano dal largo. Si tratta però di accettare la cosa nella speranza che il moto ondoso diminuisca… magari nel pomeriggio. Nel frattempo possiamo scendere e lasciare la barca a ballare da sola: e così facciamo.

 

 

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Nell'antico porticciolo di Naoussa, riservato esclusivamente ai pescatori del posto, si trovano ancora polpi e pesci messi ad essiccare al sole.

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Dopo aver passeggiato per i vicoli di Naoussa ed aver fatto due passi al porto pescatori, Michele e Rosalba fanno un tentativo per andare sulle rovine dell'antico molo che ospita una torre ormai quasi diroccata…  ma devono desistere: il mare, se possibile, adesso butta addosso agli scogli onde sempre più aggressive e gli spruzzi invadono il percorso sul molo di sovrafflutto… devono rinunciare.

 

Per pranzo, decidiamo di prendere posto in una "taverna sul porto". La posizione è strategica perché mi consente di tenere sott'occhio AURORA che adesso ha preso a danzare" allegramente: si muove molto, ma non tira in modo pericoloso sulle cime… speriamo che si calmi. Certo… se peggiorasse…

 

Per tutto il tempo, durante il pranzo, tengo sott'occhio la barca: la situazione peggiora e mi rendo conto che per restare dovremmo salire a bordo e mollare a poppa… allontanarci qualche metro da terra e lasciare la barca libera di muoversi lontano dalla banchina. Ma che senso ha stare qui a "ballare" senza neanche poter scendere a terra?…  Così comunico all'equipaggio che si rientra immediatamente a Paroikià… vedremo all'arrivo di trovare posto in banchina… se ci riesce il colpaccio.

 

Fuori il mare è peggiorato e quando usciamo dal golfo dobbiamo navigare contro vento e contro mare per qualche decina di minuti… poi però viriamo, prendiamo le onde di poppa e la vita a bordo torna accettabile. Paroikià è vicina… nessun problema.

 

Per la cronaca poi… il posto nella parte interna del marina, quella protetta, lo troviamo: per oggi abbiamo dato.

 

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Il giorno dopo decidiamo di affittare un'auto per fare il giro dell'isola; Naoussa l'abbiamo già vista, adesso tocca all'interno. Paros è un'isola molto bella, ma il panorama è un po' lo stesso in tutte le Cicladi… non ha molto senso mettersi a fotografare a destra e a manca. Meritano però una menzione speciale il “Monastero di Agios Arsenios” ( in greco Ιερά Μονή Αγίου Αρσενίου ), la “Valle delle farfalle” (dove è possibile osservare da vicino questi insetti bellissimi dalla vita “curiosa”) e il porticciolo di Alikì (Λιμανάκι Αλυκής), poco frequentato dai diportisti a Sud dell'isola.

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Qualche foto nel monastero “Ιερά Μονή Αγίου Αρσενίου”  -  Monastero di Agios Arsenios

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Qui sopra, qualche foto per ricordare la visita al Monastero di Santo Arsenio, patrono dell'isola. Le informazioni in internet sul monastero ci dicono quanto segue:

 

"Il Santo Monastero femminile "Cristo nella foresta" di Paros, dedicato alla trasfigurazione di Cristo Salvatore, è anche chiamato il "Santo Monastero di Agios Arsenios a Paros" perché il santo patrono di Paros vi dormì nel 1877 ed era il padre spirituale del monastero.
Nel monastero si trova la sua tomba e vi sono conservate le sue reliquie."

 

 

 

 

RISERVA NATURALE DELLE FARFALLE DELL'ISOLA DI PAROS

 

 

La riserva è parte dell'associazione denominata "Natura 2000" che si propone di preservare luoghi e ambienti di alcune specie in pericolo di estinzione.
Il nome scientifico della specie presente in questa riserva è "Euplagia quadripunctaria", comunemente nota come "Jersey Tiger moth" che appartiene alla famiglia delle farfalle notturne.
Qui si studia il loro ciclo di vita che si sviluppa attraverso quattro fasi:
1-uovo
2-larva
3-ninfa (crisalide)
4-farfalla adulta
L'intero processo dura circa un anno.

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"Euplagia quadripunctaria" - questo è il nome scientifico dato a questa falena… farfalla della notte.

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La riserva naturale delle farfalle non è proprio come ci saremmo aspettati che fosse: si tratta infatti di un giardino recintato, a metà tra un giardino curato e una giungla, all'interno del quale l'unica reale attrazione sono le farfalle. Queste poi, si trovano concentrate tutte in pochi metri quadrati di terreno particolarmente umido, quasi fangoso, coperto da una fittissima vegetazione che appunto mi ricorda una giungla. Questo è il motivo per il quale abbiamo una sola foto (foto sopra): è una foto preziosa perché è vietato avvicinarsi alle farfalle (volano via anche se è giorno e questo le disturba) e per farla ho dovuto lavorare parecchio da almeno un metro di distanza. Inoltre, si fa fatica a distinguerle anche in presenza, ad occhio nudo e nella penombra, quindi poterne vedere una, ma bene, è un “privilegio”.

 

 

 

 

 

IL PORTICCIOLO DI ALIKI

 

Approfittiamo d'avere a disposizione l'auto per spingerci a Sud dell'isola, andiamo a curiosare in un porticciolo già visto da tempo sulle carte nautiche ma mai degnato d'attenzione: il porto di Alikì (si pronuncia con l'accento sulla “i” finale). Le nostre informazioni sui documenti di bordo ci dicono che non si tratta né di un porto né di un rifugio sicuro… di fatto è una baia non protetta dai venti del Nord che ha semplicemente un molo per proteggere parzialmente le piccole barche da pesca. La visita conferma in pieno le nostre informazioni; tuttavia vi troviamo degli interessanti ristorantini di pesce… e naturalmente "non riusciamo a resistere".

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Alcune foto del porticciolo pescatori di Alikì (si pronuncia con l'accento sulla “i” finale).

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Controllando bene, qualche barca da diporto in questa rada riusciamo a vederla; ma si tratta di due o tre catamarani ed un monoscafo che hanno tutta l'aria di appartenere a qualche ex pescatore che ha deciso di "fare charter" (in questo periodo di transizione economica in Grecia il fenomeno non è raro… comprano barche d'occasione e le mettono a posto per cercare di fare soldi con i turisti). Non credo proprio che in barca avremo voglia di venire da questa parti.

 

 

 

 

 

FESTA GRANDE A NAOUSSA

 

 

Veniamo a sapere, dal nostro amico Guido, che si farà festa a Naoussa il 23 di questo mese (Agosto). Si tratta di una grande festa (oggi sicuramente fatta per fini turistici), il "Festival dei pirati". Si rievoca l'anniversario dell'incursione dei pirati a Naoussa, capitanati dal Barbarossa, nel 1537. Gli uomini del leggendario pirata rapirono le donne di Naoussa e la gente del posto si batté per liberarle. Diamo al filmato che segue il compito di descrivere quel che vediamo.

Video del “Festival dei Pirati” a Naoussa.

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Per andare al “Festival dei Pirati”, abbiamo deciso di prendere il bus che parte da Paroikià a poca distanza dal molo delle navi. Devo dire che l'unica accortezza necessaria è quella di conoscere per tempo gli orari e la località delle partenze. Certo, troviamo molta gente in questa particolare occasione… ma per chi è abituato a muoversi con le tecniche del “turista fai da te”, non ci sono problemi.

 

Una simpatica sorpresa allieta ulteriormente questa splendida giornata: riusciamo ad organizzare un incontro con Valentina (quasi una nipote… figlia di amici che conosciamo sin da ragazzi). Margherita ha saputo dalla madre che sarebbe venuta a Paros ed è riuscita a contattarla per organizzare l'incontro. Praticamente stiamo insieme per tutto il tempo della festa… È buffo!… A Milano vedersi è un fatto raro… ci vediamo invece a Paros.

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Incontro con Valentina al “Festival dei pirati” a Naoussa nell'isola di Paros.

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Le giornate di vacanza scorrono senza noia, ma le condizioni del mare sembra proprio che si ostinino a rimanere “arruffate”. Mi piacerebbe portare la barca a Naxos, un'isola molto vicina… mi piacerebbe per Michele e Rosalba che sicuramente vedrebbero volentieri un'isola in più. Esiste però un problema non previsto: da quest'anno al marina non accettano prenotazioni se non per barche oltre i 18m di lunghezza. Questa cosa mi blocca… anche se dicono che presentandosi verso le nove del mattino è facile trovare un posticino, la cosa non è garantita. Andare in barca a Naxos e non avere come sistemarsi sarebbe oltremodo frustrante. L'idea giusta, allora, viene a bordo non saprei dire a chi… forse lo stesso Michele parla della possibilità di andare a Naxos usando la nave. Effettivamente, preso in anticipo il biglietto di andata e ritorno, decidono con successo di andare col traghetto… andranno solo loro (mentre io e Margherita, che conosciamo già Naxos, rimarremo in barca). Al ritorno comunque Michele confermerà il mare effettivamente mosso.

 

Una “gita in barca” alla quale invece non voglio rinunciare è quella che ci porta ad Antiparos. Non è cosa da fare prendendo l'avventura sottogamba… Infatti, la rotta che porta alla baia di fronte all'abitato di Antiparos ha un tratto che comprende bassifondi e scogli sommersi da evitare passando in un braccio di mare che progressivamente si restringe… il tutto con vento in poppa che, se soffia forte, può rendere la navigazione molto pericolosa; ma è niente se paragonato allo stesso percorso da fare al contrario con vento ed onde in faccia. Non dobbiamo dimenticare che Michele e Rosalba dovranno prendere la nave da Paroikià il giorno 29 del mese, e non vorrei rimanere bloccato dal cattivo tempo in questa circostanza. Ma, alla fine, trovo una finestra di tempo maneggevole e decido di andare: il meteo rimane variabile e, se Poseidone dovesse prenderla male, potrebbe fare qualche brutto scherzo, ma confido nel fatto che comunque il posto è vicino e se dovessi sentire “odore di burrasca”, salperei di corsa per metterci tutti al sicuro.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                                   (immagine satellitare 4)

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La rotta di AURORA per andare da Paroikià ad Antiparos e ritorno.

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Ogni venerdì, come ormai sappiamo, dobbiamo lasciare il nostro posto al Marina di Paroikià per almeno 24 ore… e venerdì 25 Agosto salpiamo e dirigiamo veloci verso Antiparos. La giornata è bella e, nonostante “ufficialmente” le previsioni meteo parlino di instabilità, quel ch'io leggo in cielo mi dice di stare tranquillo. Quando arriviamo, troviamo subito un posto che le "preventive indagini" avevano rilevato come “al momento libero”: un posto su una bella boa interna posizionata in un'area ben protetta.

 

Senza perdere tempo, mettiamo in acqua il "tender" e scendiamo a terra con Michele e Rosalba che giungono sull'isola per la prima volta. Mentre camminiamo lungo il corso principale, pieno di negozi e "boutiques" fatte apposta per attrarre le signore, ricevo la telefonata di Guido che mi annuncia d'aver deciso di venire ad Antiparos oggi stesso… in un paio d'ore saranno qui.

 

Tralascio ovviamente di descrivere Antiparos già illustrata in occasione della nostra precedente sosta circa un mese or sono ( - click - ), ma voglio ricordare che non ci siamo persi il tramonto al “Sunset bar” nella baia occidentale di Antiparos dove siamo andati “tutti e sei”…

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Nella baia occidentale di Antiparos, ritorniamo coi nostri amici per assistere al tramonto sorseggiando uno “Spritz”… 

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( istruzioni )

Ci è parso un bel modo di festeggiare l'ultima delle mete che avevamo in animo per Michele e Rosalba: ancora un tramonto spettacolare che l'Egeo ci regala con colori unici, caldi, chiari e seducenti che ogni isola delle Cicladi, alla sera, è in grado di mostrare.

 

L'indomani, il 26 Agosto, ritorniamo contenti a Paros: troviamo posto nel solito marina a Paroikià e capiamo che da questo momento dovremo rallentare un po' il ritmo della vacanza: un po' di riposo ci sta prima di ripartire… Michele e Rosalba prenderanno la nave per Atene, io e Margherita salperemo per il Dodecaneso.

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