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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Kilada - Poros

Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Navigation

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Quando sbarchiamo ad Igoumenitsa dal traghetto proveniente da Brindisi è già oltre mezzanotte: siamo effettivamente un po' stanchi. Per fortuna abbiamo già prenotato l'albergo e specificato che saremmo arrivati con la nave a quest'ora: ci stanno aspettando. Un sonno “ristoratore” una bella colazione e siamo di nuovo in pista. L'auto ha già il pieno di carburante: abbiamo provveduto prima di imbarcarci… potremmo anche fare tutta una tirata per arrivare a Kilada, ma i calcoli ci dicono che arriveremmo alle 15h:00'; meglio fermarci prima per una “sosta pranzo”: ci fermeremo ad Epidauro… sappiamo già dove pranzare. 

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Foto dai nostri itinerari

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AURORA al nostro arrivo a Kilada.

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Quando alfine nel pomeriggio arriviamo al cantiere dove AURORA è rimasta in secca per tutto l'inverno, saliamo con ansia a bordo: abbiamo lasciato le chiavi perché facessero alcuni lavori e ci chiediamo con un certo timore cosa abbiano "combinato".

Alcuni di questi lavori non destano preoccupazione (come la carena che sembra fatta benissimo), altri invece sono molto più “delicati”… come l'impianto elettrico con pannelli solari.

La prima ad entrare è mia moglie; io mi attardo per assicurare la scala che fisso a poppa con due sagolette in modo che non possa scivolare. Mentre faccio questo lavoro, sento bene dall'interno della barca giungere gli "improperi" di Margherita all'indirizzo dell'elettricista: “…avevo lasciato tutto in ordine” - grida a pieni polmoni - “guarda… è tutto in disordine… quando lo vedo gli spiego io come si lavora nelle barche degli altri…”

Mi rendo conto che fa ancora freddo per dormire in barca ed inoltre occorrerà lavorare qualche ora per rendererla “abitabile”. Quindi dico a Margherita: “visto che è ancora presto, andiamo a vedere se ci danno un appartamentino in affitto dove sappiamo… è meglio”.

Prendiamo l'auto e in venti minuti siamo già sistemati: terremo l'appartamento fin quando non salperemo… sarà più comodo.

Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

Un video fatto appena entrati nell'appartamentino a Kilada, vicino AURORA.   (istruzioni)

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Senza entrare nel dettaglio della lista dei lavori che abbiamo chiesto di fare nel cantiere di Kilada, voglio tuttavia accennarne qualcuno che penso meriti di essere menzionato. Un lavoro che mi sta particolarmente a cuore e che da solo giustifica la nostra scelta per questo cantiere è quello del ripristino della continuità delle fiancate sui masconi di dritta e di sinistra. Mi spiego meglio: quando ho acquistato AURORA mi sono accorto che erano stati praticati dei fori sopra la linea di galleggiamento per applicare un sistema ad idrogetto studiato per il controllo “omnidirezionale” della barca. Considero la cosa, senza mezzi termini, una vera idiozia. Ma è quel che accade quando si è totalmente incompetenti ed al contempo si hanno molti soldi… qualcuno ha convinto i vecchi proprietari che il “marchingegno” avrebbe funzionato.

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I fori dell'idrogetto chiusi in modo non professionale.

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Beh!… La prima cosa che guardiamo appena arrivati a Kilada è questa. Avevo già visto la foto dei lavori prima di partire dall'Italia, ma di persona è tutta un'altra cosa ed il lavoro è stato fatto a regola d'arte. Chi legge può verificare quanto affermo guardando la foto fatta alla barca al nostro arrivo (la prima foto di questa web-page).

 

Un altro "lavoretto" che voglio menzionare è la costruzione di una gruetta per il motore del gommone. Purtroppo gli anni passano e anche maneggiare, su e giù dalla barca, un fuoribordo di 22 chili può diventare un problema per la schiena… un problema serio perché può rovinare le vacanze. A questo scopo ho fatto costruire una gruetta in acciaio che è stata montata sul “palo” che sostiene il generatore eolico (un palo decisamente sovradimensionato - vedi foto sotto).

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La gruetta di AURORA

Un altro dei lavori che meritano d'esser menzionati è la costruzione dell'impianto per l'autonomia energetica basato sui pannelli solari. Pur essendo ormai una tecnologia nota e molto diffusa, è tutt'altro che un impianto banale. Su AURORA abbiamo sia consumo elettrico "on demand" ( a richiesta) come le luci, sia consumo fisso h24 come il frigorifero. L'impianto pertanto va ben dimensionato per poter fornire giorno e notte energia elettrica a bordo (le lampadine, l'uso del computer, la televisione, la carica dei cellulari, etc.). Lo scopo è quello di essere autonomi ed ecologici (evitare di accendere il motore) anche quando stiamo in caletta lontani dalle banchine attrezzate con prese elettriche.

 

Al nostro arrivo troviamo il sistema già realizzato in termini di componenti elettronici e relativi cablaggi interni; manca solo di connettere i pannelli solari che abbiamo deciso di prendere semiflessibili in modo da installarli sul bimini evitando di costruire nuove antiestetiche strutture aggiuntive.

Parte integrante di questo sistema sono anche le nuove batterie che costituiscono il “gruppo degli accumulatori di servizio”: sono di tipo speciale, a scarica profonda, anche piuttosto capienti in modo da poter far fronte anche ad alcune giornate di tempo coperto.

 

Tralasciamo tutti i lavori che consideriamo standard… intendo tipici della manutenzione annuale (come fare carena, lucidare le fiancate, fare il service al motore, etc.) dei quali non parleremo, ma di un lavoretto facile, facile (ma di precisione) devo proprio parlarne: mettere sulle fiancate il nuovo numero di immatricolazione.

Già perché durante l'inverno ho provveduto a dismettere la bandiera italiana e prendere la bandiera polacca.

Si tratta di una storia antipatica che non ricordo con piacere. Abbiamo infatti amici che la pensano diversamente e non vedono di buon occhio questo mio cambio di bandiera (la maggioranza però concorda con me). In realtà si tratta di utilizzare una legge imposta dall'Europa che concede ai cittadini europei di immatricolare la propria barca in uno qualsiasi dei paesi della Comunità. Navigando all'estero è molto meglio non avere a che fare con la burocrazia italiana che impone scadenze e controlli che hanno senso per le navi e non certo per le imbarcazioni da diporto. La bandiera polacca è quella che mi garantisce una burocrazia limitata al minimo.

 

A questo punto, si capisce perché devo cancellare dallo scafo l'immatricolazione italiana ed applicare la nuova immatricolazione polacca. Lettere e numeri dell'immatricolazione sono adesivi che si applicano sulla superficie con l'unica accortezza che sia ben pulita e sgrassata. Togliere l'immatricolazione italiana si rivela un lavoro per professionisti… e lo faccio fare alla ditta che si occupa della verniciatura dello scafo. L'applicazione dell'immatricolazione polacca invece la voglio fare personalmente… e il risultato si può vedere nella foto sotto.

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La nuova immatricolazione viene applicata subito sopra la scritta “Clipper” originale della casa costruttrice.

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Per farla breve comunque, diciamo che la barca è presto pronta a prendere il mare e tutti i lavori, tra quelli commissionati per l'inverno e quelli che faccio fare in mia presenza, si concludono con mia grande soddisfazione. Trovo tutto esageratamente costoso, ma non mi posso lamentare… sapevo benissimo di questo aspetto della faccenda quando ho deciso di venire a Kilada. Così il 12 aprile si concorda per il varo e caricano la barca sullo speciale carrello che deve portare AURORA fino al "travel lift" (foto sotto).

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AURORA lascia il posto che ha occupato per tutto l'inverno e si dirige verso il "travel lift".

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Siamo emozionati… siamo sempre emozionati quando mettiamo la barca in mare. È un fatto che abbiamo vissuto mille volte; per quanta esperienza si abbia alle spalle, un marinaio è sempre in apprensione in questi casi.

Il cantiere è ben attrezzato ed il personale sa bene quello che fa. Io sono già andato a saldare tutti i conti e siamo pronti a lasciare Kilada immediatamente: ce ne andremo a Ermioni… non troppo distante e carino abbastanza per farci scalo con piacere.

La barca viene quindi messa in acqua senza problemi: tutto fila liscio come l'olio. Quando le cinghie del "travel lift" si scostano dallo scafo, AURORA viene momentaneamente ormeggiata alla banchina laterale per consentirmi di accendere il motore e prepararmi a partire. Questo è però il momento per fare una cosa importantissima che non va mai dimenticata: spurgare l'aria dalla cuffia sull'asse dell'elica (pena il disastro… la cuffia brucerebbe in poco tempo e la barca dovrebbe tornare in secca per cambiarla).

Con Margherita abbiamo già liberato la cabina di poppa per consentire l'accesso all'asse dell'elica ed io mi armo di una pila e vado a fare il lavoro: 

 

PANICO!….

 

L'acqua di mare zampilla fuori proprio dalla cuffia: LA CUFFIA VA CAMBIATA IMMEDIATAMENTE.

 

Corro fuori e dico al “capomastro” che dirige le operazioni sul posto che la barca va ritirata immediatamente a terra, ma lui con calma mi risponde che non mi devo preoccupare… tutte le barche fanno acqua un pochino… “Vedrà” - mi dice - “ appena fatte poche miglia la cuffia si assesterà e tutto tornerà normale”.

Io rimango “basito”, ma che “cavolo” dice?… Io so bene come stanno le cose e gli chiedo con garbo e fermezza di riportare la barca a terra immediatamente. Ma l'esperto non ci pensa neanche… ha ordini di mettermi in mare non di riportarmi a terra. Insomma, abbiamo uno scontro civile, ma pur sempre uno scontro. La cosa si sblocca solo quando capisce che io la barca da lì non la sposto e scarico su di lui personalmente il rischio di qualsiasi danno fosse provocato dalla sua decisione.

“Chieda al meccanico del cantiere di visionare il problema" - mi dice - "Se il meccanico dichiara che la barca deve andare di nuovo in secca, io la metterò a terra”.

Per fortuna avevo fatto fare al meccanico tutti i lavori stagionali ed avevo preso il suo numero di cellulare concordando che lo avrei contattato solo in caso di emergenza. Così, mentre l'acqua continuava ad entrare, faccio la chiamata ed ottengo subito risposta: verrà immediatamente.

Effettivamente, arriva di corsa in auto e si dirige immediatamente a controllare cosa stia accadendo: “ha ragione” - conferma - “questa barca va immediatamente rimessa a terra”.

 

Beh!… La faccio breve: il giorno stesso fa il lavoro e il giorno dopo siamo i primi ad andare a mare… noi però per la seconda volta.

In realtà, tutto si risolve bene e AURORA può essere contenta d'aver guadagnato una cuffia dell'asse tutta nuova. Io però non sono contento: a parte il patema di non sapere se e quando avessero fatto il lavoro (siamo stati tutto il giorno ad aspettare il meccanico che è arrivato alla sera quando ormai disperavo di vederlo), lo scherzetto mi costa un botto: mi fanno pagare alaggio e varo per la seconda volta e la sostituzione della cuffia circa due volte e mezzo il giusto prezzo.

 

Alla fine, come Dio vuole, al mattino successivo ci mettono in acqua.

 

 

 

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AURORA finalmente va in acqua e si allontana da Kilada sperando di non dover ritornare.   (istruzioni)

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Ripetiamo la stessa trafila del giorno prima, ma questa volta al controllo la cuffia non fa acqua. Uff!… Meno male. Al contrario di quel che capita di solito, ovvero che ci si sente insicuri in mezzo al mare e sicuri nei pressi di un cantiere, a me Kilada fa l'effetto opposto.

 

Il vento è poco, il mare è calmo e la giornata è uno spettacolo: AURORA si muove decisa sull'acqua e di buon passo. Faccio tutte le prove del caso; metto tutto in funzione, compresa l'elettronica che sovrintende alla navigazione di lungo raggio: tutto funziona perfettamente.

Nel giro di qualche ora i timori di altre sorprese ci abbandonano lasciando il posto ad un'enorme soddisfazione: la barca è bella e ci piace sempre di più… siamo sicuri che passeremo una bella stagione insieme.

 

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AURORA ormeggiata nel porticciolo di Ermioni.

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Arriviamo ad Ermioni senza problemi: sembra proprio che questa volta sia tutto a posto. Tiriamo fuori dai gavoni le giuste cime d'ormeggio: dopo la lunga sosta invernale, dobbiamo proprio rimettere la barca in assetto operativo. Comunque siamo soddisfatti.

Troviamo Ermioni "mezzo chiuso": aprile ovviamente per loro è ancora presto. Nella foto sopra si vede AURORA affiancata a due grossi barconi turistici che se ne stanno qui tutto l'inverno. Beh!… Contiamo di andarcene l'indomani. Approfittiamo del grande supermarket che raggiungiamo a piedi col carrello e per il resto aspetteremo: contiamo di andare a Poros dove uno dei nostri ristoranti preferiti, il Poseidon, ci accoglierà a bracce aperte.

Ormai siamo sicuri che tutto funziona a bordo. Margherita è indaffarata a mettere in ordine l'interno.  (istruzioni)

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Ancora una volta, viaggiamo in una splendida giornata di sole. La barca è ancora tutta in disordine e risente della sosta a terra: dobbiamo pulirla a fondo, metterla in assetto e tirar fuori le mille cose messe via in vista della lunga sosta invernale… penso ai copriparabordi blu che devono sostituire gli attuali logori copriparabordi azzurrini che stanno malissimo.

Vedremo!… Poros potrebbe essere la sosta giusta per fare queste cose.

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AURORA a Poros. Si vede il gommone all'aperto ancora da pulire… dovremo lavorare.

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Infatti sfruttiamo la sosta a Poros per metter la barca in assetto. La stagione non è ancora cominciata e anche qui la metà degli esercenti è ancora in "vacanza". Chiamo ancora una volta un meccanico per far cambiare alcuni filtri del motore che a Kilada non hanno avuto tempo di cambiarmi. Ripartiremo con AURORA perfettamente in assetto.

Il Poseidon per fortuna è già aperto. Per noi si tratta di un fatto importante perché la temperatura dell'aria è ancora fresca e inoltre di notte una stufetta a bordo ci vuole: qui abbiamo l'allacciamento alla corrente in banchina e ne approfittiamo. Quando arriva il giorno della Pasqua cattolica, non c'è in giro nessuno; ma noi ce la caviamo benissimo, nonostante la giornata piovosa, perché pranziamo al Poseidon proprio sotto una bella stufa per esterno che fa intorno un bel calduccio tutto per noi.

 

Tanto per la cronaca, vale anche la pena di ricordare che riceviamo una telefonata da Pierre e Dominique, i nostri amici francesi che al momento hanno la barca in secca proprio vicino a Poros. Sono arrivati nei paraggi col loro camper e ci vediamo per stare insieme una mezza giornata.

 

La sosta a Poros ci serve per riprendere il “piede marino” : voglio dire che quando partiremo avremo ormai ripreso il tran-tran di chi vive a bordo… saremo una cosa unica con la barca… totale sintonia.

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A Poros il tempo è ancora instabile: aspettiamo che si metta al bello per partire.

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Il meteo continua  a rimanere instabile (foto sopra) e noi ce la spassiamo in attesa che cambi. Di tempo ne abbiamo: la stagione non è ancora cominciata e noi siamo già in mare. Abbiamo sentito anche i nostri amici Aldo e Rosy della bella barca “Isola Bianca” ( - click - ). Vanno in mare ormai anche loro e pensano di arrivare a Patmos come primo scalo (partono da Leros). Sarebbe bello potersi vedere: noi pensiamo di andare verso Est, loro hanno in programma di andare a Ovest… pensano di portarsi in Italia quest'anno.

Vedremo!…

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